Geopolitica

Mosca dice che il Kosovo sta «giocando con il fuoco»

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Mosca è «allarmata» per le crescenti tensioni in Kosovo, che sono colpa delle autorità «radicali» di etnia albanese nella provincia separatista serba e dei loro sponsor occidentali, ha detto lunedì la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova. Lo riporta RT.

 

Le autorità di Pristina hanno intrapreso una «serie di provocazioni» con la connivenza di Stati Uniti e UE, usando «violenza di matrice etnica» per prendere di mira i restanti serbi nella provincia, ha detto Zakharova ai giornalisti.

 

Il primo ministro Albin Kurti sta cercando di distrarre da una politica interna fallimentare «giocando con il fuoco, alimentando l’isteria serbofobica» e intensificando le tensioni «avvicinandosi a un conflitto armato», ha affermato la portavoce. Solo la tolleranza dei serbi locali e del governo di Belgrado sta impedendo che le cose scivolino in aperta violenza, ha aggiunto.

 

«Siamo solidali con la leadership della Serbia», ha detto la Zakharova, sostenendo la posizione di Belgrado secondo cui gli albanesi del Kosovo e l’Occidente «ignorano cinicamente la fondamentale risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, gli accordi di Bruxelles e Washington».

 

La risoluzione delle Nazioni Unite prevedeva una presenza della NATO nella provincia dopo il bombardamento della Serbia nel 1999, mentre l’accordo di Bruxelles del 2013 prevedeva l’autonomia per i restanti serbi etnici.

 

L’UNSCR 1244 prevede chiaramente che la Serbia invii le sue forze di sicurezza nella provincia, e «nemmeno gli apologeti dell'”ordine basato sulle regole” possono negarlo», ha aggiunto la portavoce degli Esteri del Cremlino, che ha specificamente richiamato la recente dichiarazione del ministro degli Esteri tedesco Annalena Baerbock secondo cui un tale dispiegamento sarebbe «totalmente inaccettabile» – una posizione che la Serbia ha definito «assurda».

 

«Continueremo ad aiutare Belgrado a difendere i legittimi interessi nazionali riguardo al Kosovo sulla base dell’UNSCR 1244, che rimane in vigore senza alcuna eccezione» ha continuato la Zaharova. Invece di fare pressioni sugli albanesi affinché rispettassero gli accordi firmati, gli Stati Uniti e l’UE hanno «sfacciatamente sabotato» il documento di Bruxelles, preferendo la «pratica viziosa» del bullismo e incolpando i serbi del Kosovo, ha infine osservato la diplomatica russa.

 

 

 

La tensione in Kosovo è salita alle stelle in queste ore, con la polizia kosovara albanese occupa una diga, strappa la bandiera serba, e minaccia con le armi la popolazione serba, che ha eretto barricate sulle strade.

 

Come ribadito da Renovatio 21, NATO è intervenuta nella primavera del 1999, bombardando lo stato di Jugoslavia per 78 giorni consecutivi e dispiegando truppe nella regione dopo il ritiro delle forze serbe. Secondo il ministro degli Esteri russo Lavrov, la sequela di «incidente inscenati» per colpevolizzare la Serbia di Milosevic sono il copione che stiamo attualmente vedendo nella propaganda propalata dal regime di Kiev e dai suoi pupari occidentali.

 

Orrori e aberrazioni commesse dalla classe dirigente albanese-kosovara, come il traffico degli organi, fu prontamente spazzata sotto il tappeto, come avviene oggi con i crimini dei reggimenti neonazisti o con i biolaboratori made in USA presenti in Ucraina.

 

Nel 2008, con il sostegno occidentale, il Kosovo ha dichiarato unilateralmente l’indipendenza. Sei mesi fa il cancelliere tedesco Scholz ha intimato al presidente serbo Vucic di riconoscere il Kosovo o di dimenticare l’adesione della Serbia alla UE.

 

Come riportato da Renovatio 21, da settimana la situazione in Kosovo sta precipitando, a fronte di continue provocazioni del governo albanese di Pristina, che aveva per esempio imposto una politica sulle targhe che aveva irritato la popolazione serba.

 

Il Kosovo, come l’Ucraina, è storicamente definibile come una creazione dell’establishment profondo americano che si esprimeva tramite la presidenza Clinton. Una nuova guerra in Kosovo significherebbe l’ennesimo rischio di distruzione dell’Europa per difendere il mondo plasmato dai Clinton e dal loro sistema.

 

Prima del suo discorso alla plenaria dell’ONU, il presidente serbo Vucic ha parlato di un imminente «grande conflitto mondiale» che starebbe per scoppiare.

 

 

 

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