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Il presidente serbo avverte: un «grande conflitto mondiale» entro due mesi

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Il presidente della Serbia Aleksandar Vucic ha avvertito che il pianeta sta entrando in un «grande conflitto mondiale» che potrebbe avere luogo entro i prossimi due mesi.

 

Vucic ha fatto tali commenti allarmanti sulla Terza Guerra Mondiale durante ad una radio e televisione Serba fuori dal Palazzo delle Nazioni Unite il primo giorno della sessione dell’Assemblea generale ONU a Nuova York.

 

«Vedete una crisi in ogni parte del mondo”, ha detto Vucic all’emittente statale serba RTS. «Penso che le previsioni realistiche dovrebbero essere ancora più oscure».

 

«La nostra posizione è ancora peggiore, dal momento che le Nazioni Unite sono state indebolite e le grandi potenze hanno preso il controllo e praticamente distrutto l’ordine delle Nazioni Unite negli ultimi decenni».

 


 

Il leader serbo ha quindi avvertito che la guerra tra Russia e Ucraina è passata a una fase molto più letale.

 

«Presumo che stiamo uscendo dalla fase dell’operazione militare speciale e ci stiamo avvicinando a un grande conflitto armato, e ora la domanda diventa dov’è la linea e se dopo un certo tempo – forse un mese o due, anche – entreremo un grande conflitto mondiale che non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale».

 

Le parole di Vucic arrivano e lo stesso giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin ha ordinato la mobilitazione parziale di 300 mila truppe russe per il conflitto in Ucraina.

 

Il presidente serbo mesi fa aveva dichiarato congiuntamente al presidente ungherese Orban che il mondo sta andando verso l’esaurimento del cibo.

 

La visita del ministro degli Esteri russo Lavrov in Serbia di tre mesi fa fu sabotata dall’isteria dei Paesi NATO che fecero pressioni su Belgrado.

 

Poco dopo, Lavrov denunciò la strategia occidentale degli «incidenti inscenati», facendo l’esempio del ritrovamento nel 1999 di «diverse dozzine di cadaveri vestiti con abiti civili» in un villaggio nell’allora provincia autonoma serba del Kosovo e Metohija. Una missione dell’OSCE arrivò, guidata da un americano, e dichiarò  le uccisioni “un atto di genocidio”»

 

La NATO ha immediatamente bombardato la Jugoslavia, ha ricordato Lavrov, «distruggendo intenzionalmente un centro televisivo, ponti, treni passeggeri e altri obiettivi civili. Successivamente, è stato dimostrato con prove conclusive che i cadaveri non erano civili, ma militanti dell’Esercito di liberazione del Kosovo, un gruppo armato illegale, vestiti con abiti civili. Ma a quel punto l’incidente inscenato aveva già avuto il suo tributo».

 

La Serbia, nel frattempo, sembra essersi dotata di armamenti cinesi.

 

Come riportato da Renovatio 21, un’ulteriore faglia di scontro della NATO potrebbe aprirsi proprio in Kosovo. Sono state riportate forti pressioni del cancelliere tedesco Scholz che avrebbe detto a Vucic che poteva scordarsi l’adesione alla UE senza il riconoscimento da parte di Belgrado del Kosovo indipendente. La Serbia ha intenzione di entrare a Bruxelles ma non nella NATO, perché, ha dichiarato Vucic a inizio 2022, si ricorda delle bombe del 1999, bombe che l’allora senatore Joe Biden, già amico del feroce dittatore croato Tito, rivendicava fieramente.

 

Al momento tra serbi e albanesi kosovari non si è raggiunto alcun accordo.

 

Un nuovo conflitto mondiale potrebbe riacutizzare le tensioni mai del tutto sopite nei Balcani. Oppure, come accade per la Prima Guerra Mondiale, partire proprio da lì…

 

 

 

 

Immagine di Guelland/ MSC via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 3.0 Germany (CC BY 3.0 DE).

 

 

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