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I comunisti cinesi si sono «ribellati a Dio» e hanno «perseguitato crudelmente» i cattolici: parla il cardinale Burke

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Il governo cinese «per decenni si è ribellato a Dio e al Suo Figlio incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, e ha perseguitato crudelmente i Suoi figli, i membri del Corpo mistico di Cristo». Lo ha affermato il cardinale Raymond Leo Burke in una ha recente omelia in cui ha denunciato la «persecuzione continua dei fedeli cattolici in Cina» da parte del governo di Pechino.

 

La ferma condanna del porporato americano nei confronti delle autorità cinesi ha fatto parte della sua predica per una messa celebrata a fine luglio per il clero e i fedeli perseguitati della Chiesa cattolica sotterranea in Cina.

 

Celebrata nella Basilica di San Giovanni Evangelista di Stamford, in Connecticut, si trattava una messa votiva di Nostra Signora Ausiliatrice in rito antico, in cui il cardinale ha invocato l’intercessione di Nostra Signora di She shan, la Madre della Cina, riporta Lifesite.

 

Esortando la congregazione a pregare per la Chiesa in Cina, Il cardinale Burke ha notato come i cattolici cinesi «subiscono una persecuzione implacabile da parte di un governo che, da decenni, si ribella a Dio e al suo Figlio incarnato, Nostro Signore Gesù Cristo, e ha crudelmente perseguitato i Suoi figli, le membra del Corpo Mistico di Cristo».

 

Il cardinale ha fatto riferimento anche alla «nomina unilaterale» da parte delle autorità cinesi di un nuovo vescovo di Shanghai – con il Partito Comunista Cinese (PCC) che ha spostato il vescovo Shen Bin dalla sua sede di Haimen approvata dal Vaticano per guidare la diocesi di Shanghai, così rimuovendo l’attuale vescovo di Shanghai approvato dal Vaticano.

 

«Proprio in questi giorni – ha detto Burke – abbiamo assistito all’assoluto disprezzo del governo comunista cinese per la Chiesa cattolica nella sua nomina unilaterale del Vescovo di Shanghai, la sede un tempo affidata alle cure del santo Vescovo Cardinale Ignatius Kung, senza alcun rispetto per l’ufficio del Successore di San Pietro».

 

Tale «modalità di nomina è un lampante esempio della continua persecuzione dei fedeli cattolici in Cina che sono fedeli alla Sede di Pietro e, quindi, rifiutano il controllo della Chiesa da parte di un governo che rifiuta apertamente e sfacciatamente ogni forma di religione», ha aggiunto il porporato.

 

Nelle ultime settimane, il pontefice argentino ha quindi confermato la nomina del vescovo Shen a Shanghai, in quello che sembrava essere un tentativo di salvare la faccia dopo che le autorità cinesi hanno così efficacemente rimosso il Vaticano dall’esercizio del suo potere.

 

Mentre i sostenitori dell’accordo segreto del Vaticano con Pechino hanno difeso l’accordo come un modo per andare avanti nella costruzione di un rapporto con la Cina, il cardinale Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, lo ha ripetutamente criticato con forza, descrivendo l’accordo come un «incredibile tradimento» dei cattolici cinesi e ha accusato il Vaticano di «svendere» i cattolici cinesi.

 

Burke ha fatto eco a questo sentimento affermando che «esprimiamo la nostra solidarietà ai fedeli cattolici in Cina che, a causa dell’incessante persecuzione del governo, sono la Chiesa sotterranea».

 

Con questo in mente, Burke ha evidenziato la «testimonianza eroica» del cardinale Kung, l’ex vescovo di Shanghai che è stato imprigionato dal PCC per 30 anni, a causa del rifiuto di guidare la chiesa scismatica «patriottica» gestita dallo Stato pechinese.

 

Morto all’età di 98 anni a Stamford, nel Connecticut, i suoi funerali si sono svolti nella stessa basilica in cui il cardinale Burke ha offerto la messa.

 

La vita e la morte di Kung, ha affermato Burke, «ci ispirano e ci rafforzano a rimanere fermi contro il tentativo oggi, come è avvenuto in passato, di negare Cristo Re come unico vero Capo e Pastore della Chiesa e di fare della Chiesa un entità, ponendola, in qualche modo, sotto il governo della Nazione o di un organismo nazionale, anche di un gruppo nazionale di Vescovi».

 

Mentre le autorità cinesi hanno esercitato la loro campagna di controllo e «sinizzazione» sulla Chiesa cattolica in nome del «patriottismo», Burke ha condannato tale idea.

 

«La Chiesa è governata da Cristo solo, che le è lo Sposo, il Capo e il Pastore, secondo la costituzione che le diede divinamente durante il suo ministero pubblico e mediante la sua passione, morte, risurrezione e ascensione salvifiche, affidandola alla cura pastorale di gli Apostoli ei loro successori, i Vescovi, sotto il loro capo San Pietro, Principe degli Apostoli, e il suo successore, il Romano Pontefice» ha dichiarato il cardinale americano.

 

Inoltre, ha difeso la Chiesa come già «patriottica secondo la legge divina scritta in ogni cuore, perché insegna ai suoi membri a venerare solo Dio e a mettere in pratica il culto divino mediante l’obbedienza alla legge morale, compreso il precetto di onorare la propria genitori e la propria patria».

 

«La Chiesa è patriottica, ma non esiste una Chiesa patriottica nel senso che la Chiesa diventa un’entità dello Stato e si sottopone al governo dello Stato. Quando l’allora vescovo Kung fu portato davanti a una folla a Shanghai, alcuni mesi dopo il suo arresto l’8 settembre 1955, per fare una pubblica confessione dei suoi cosiddetti crimini, proclamò semplicemente: “Lunga vita a Cristo”».

 

Il cardinale Burke ha anche evidenziato l’esempio del cardinale Zen come «pastore infaticabile oggi per i cattolici in Cina che, rimanendo fedeli a Cristo e alla sua Chiesa, subiscono la persecuzione per mano di un governo comunista ateo».

 

Mentre il cardinale Zen ha pubblicamente condannato l’accordo sino-vaticano, papa Francesco e il segretario di Stato cardinale Pietro Parolin hanno costantemente difeso l’accordo. In un momento grottesco quanto doloroso, il portale mediatico della Santa Sede ha definito, in una traduzione di un comunicato, le persecuzione dei cristiani da parte di Pechino come «presunte».

 

In una prima difesa dell’accordo, Bergoglio è arrivato al punto di descriverlo come la formazione di un «nuovo capitolo della Chiesa cattolica in Cina».

 

Tuttavia l’accordo ha portato a un aumento delle persecuzioni religiose, che la Commissione esecutiva del Congresso degli Stati Uniti sulla Cina ha descritto come una diretta conseguenza dell’accordo. Nel rapporto del 2020, la Commissione ha scritto che la persecuzione cui si è assistito è «di un’intensità che non si vedeva dai tempi della Rivoluzione Culturale».

 

Esempi di ciò sono emersi con casi come quello di un sacerdote torturato mentre un nuovo vescovo veniva consacrato. Le demolizioni di chiese a case di sacerdoti e suore sono aumentate, la chiusura di orfanotrofi cattolici, così come i casi di preti e vescovi desaperecidos in un turbine di persecuzioni sempre più intollerabili.

 

Come scritto da Renovatio 21, il nuovo accordo sino-vaticano apre alla possibilità di nuove ondate di sangue di martiri.

 

Il cardinale Burke nel marzo 2019 partecipò al convegno di Roma organizzato da Renovatio 21 «Fede, Scienza e coscienza» che verteva sul tema di vaccini e linee cellulari da feto abortito.

 

Qui sotto il video dell’intervento del cardinale Burke.

 

 

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