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Accordo sino-vaticano: sacerdote torturato dal governo cinese mentre un nuovo vescovo viene consacrato

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I fatti risalgono a pochi mesi fa.

 

Il giorno in cui un vescovo cinese è stato consacrato secondo i termini dell’accordo segreto Vaticano-Cina — evento annunciato dal Vaticano — un sacerdote cattolico è stato arrestato dalla polizia e torturato per 10 ore dopo aver rifiutato di aderire alla chiesa riconosciuta dai cinesi autorità.

 

La scorsa estate Asianews ha riferito che padre Joseph Liu, della diocesi di Mindong, è stato arrestato per essersi rifiutato di aderire alla chiesa indipendente gestita dal governo, formalmente nota come Associazione Patriottica Cattolica Cinese. 

 

Il sacerdote, è riportato, ha subito «terribili violenze» e dopo «10 ore di torture, sei poliziotti lo hanno preso per mano e l’hanno costretto a firmare».

 

Il sacerdote, è riportato, ha subito «terribili violenze» e dopo «10 ore di torture, sei poliziotti lo hanno preso per mano e l’hanno costretto a firmare»

Si tratta di persecuzione vera e propria. Tuttavia, essa avviene nel pieno svolgersi del cosiddetto accordo sino-vaticano voluto dal papato Bergoglio.

 

Lo stesso giorno, Mons. Li Hui è stato consacrato come nuovo vescovo coadiutore di Pingliang. È stato consacrato dal vescovo Ma Yinglin di Kunming (Yunnan), che è presidente della Conferenza episcopale cinese e vicepresidente della Chiesa Patriottica espressione del Partito Comunista Cinese.

 

Per l’occasione erano presenti anche altri tre vescovi diocesani, oltre 30 sacerdoti e 20 suore.

 

Li è il quinto vescovo consacrato da quando il Vaticano ha firmato il suo documento di accordo con la Cina, l’«Accordo provvisorio tra la Santa Sede e la Repubblica popolare cinese sulla nomina dei vescovi». Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha confermato che Li era stato nominato da papa Francesco l’11 gennaio di quest’anno.

 

L’accordo tra il Vaticano e la Cina presumibilmente riconosce la chiesa approvata dallo stato e consente al Partito Comunista Cinese di nominare i vescovi

L’accordo tra il Vaticano e la Cina presumibilmente riconosce la chiesa approvata dallo stato e consente al Partito Comunista Cinese di nominare i vescovi. Il Papa apparentemente mantiene un potere di veto, sebbene in pratica sia il PCC ad avere il controllo. Presumibilmente consente anche alla rimozione dei vescovi legittimi di essere sostituiti da vescovi approvati dal PCC.

 

Gli effettivi termini precisi dell’accordo, tuttavia, rimangono un segreto gelosamente custodito.

 

Stilato originariamente nel 2018, l’accordo è stato rinnovato nell’ottobre 2020. In un commento rivolto alla stampa dell’epoca, il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano, dichiarò: «Per quanto riguarda l’accordo, siamo contenti. Ci sono ancora molti altri problemi ma non ci saremmo mai aspettati che l’accordo risolvesse tutti i problemi».

 

Lo schietto ex vescovo di Hong Kong, il cardinale Joseph Zen, ha più volte messo in guardia sui pericoli posti dall’accordo del Vaticano con la Cina comunista.

 

 

Il cardinale ha descritto le azioni del Papa come «incoraggianti a uno scisma. Stai legittimando la chiesa scismatica in Cina».

 

Il cardinale Zen ha osservato che firmare per mostrare la propria sottomissione alla «chiesa scismatica» significa che «[voi] ingannate il mondo intero. State ingannando i fedeli. Firmare il documento non è firmare una dichiarazione. Quando firmi, accetti di essere un membro di quella chiesa sotto la guida del partito comunista. Così terribile, terribile».

 

In un’intervista con LifeSiteNews all’inizio dello scorso anno, il cardinale Zen ha inoltre avvertito che i comunisti «non accettano mai compromessi. Vogliono la resa totale. E così ora siamo in fondo. Hanno terminato l’operazione vendendo la Chiesa».

 

«Con un regime totalitario, non c’è possibilità di parlare o negoziare. No, no», ha avvertito Zen. «Ti vogliono solo in ginocchio».

 

Come riportato da Renovatio 21, dietro ai misteri dell’accordo sino-vaticano potrebbero esservi anche indicibili ricatti resi possibili grazie alla tecnologia e alla depravazione di molti consacrati.

 

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