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Dati dell’Istituto Superiore di Sanità: la vaccinazione di massa non serve a nulla?

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Nell’ultimo rapporto dell’Istituto Superiore di Sanità pubblicato il 26 novembre, si trova scritto  quello che Renovatio 21 aveva dimostrato da agosto, studiando i report del ISS: i vaccini non servono per fermare la circolazione del COVID.

 

Siamo infatti nella curiosa situazione in cui nessuno – dai giornali al governo – si prende mai la briga di leggere i dati pubblicati dal Ministero della Salute. O forse più semplicemente qualcuno li ha ben capiti da un pezzo ma non li racconta.

 

Citiamo testualmente dal rapporto ISS, quinta pagina del PDF:

 

«Dopo sei mesi dal completamento del ciclo vaccinale, scende dal 72% al 40% l’efficacia nel prevenire qualsiasi diagnosi sintomatica o asintomatica di COVID-19 rispetto ai non vaccinati».

 



Questo significa che – ammette l’ISS – a vaccinazione fresca con terzo richiamo il 30% dei vaccinati è contagiabile e contagioso!



Si tratta di un dato numerico devastante per chi sostiene l’utilità della vaccinazione collettiva per fermare il contagio; e combacia con quanto avevamo osservato già coi report di agosto qui su Renovatio 21

 

Inoltre noi abbiamo in diverse occasioni dimostrato che questa stima è molto ottimista: i casi positivi sui vaccinati sono infatti collezionati sulla base di tamponi volontari, poiché i vaccinati non devono fare tamponi regolari per ottenere il green pass.

 

Il che implica l’esistenza di un grande numero di vaccinati positivi «sommersi» che non vengono rilevati e andrebbero a peggiorare le stime. Un grossolano bias statistico.

 

Dai dati di Luglio precedenti all’entrata in vigore del green pass si vedeva chiaramente che la contagiosità dei vaccinati non era nemmeno del 30%, bensì addirittura del 50 %. E gli under 40 erano belli freschi delle vaccinazioni di maggio-giugno.

 

Cade così ogni argomento sanitario per imporre la vaccinazione obbligatoria alla fasce di popolazione non direttamente a rischio, dal momento che l’argomento dell’utilità collettiva è falso

Cade così ogni argomento sanitario per imporre la vaccinazione obbligatoria alla fasce di popolazione non direttamente a rischio, dal momento che l’argomento dell’utilità collettiva è falso.  Ed è lo stesso Istituto Superiore di Sanità a confermarlo. Tranquilli, sulla stampa mainstream non lo troverete mai spiegato così.



Per quanto concerne invece l’opportunità di vaccinarsi, abbiamo dimostrato di recente che per gli under 40 la probabilità di passare per le terapie  – se prendono il COVID – è di 1 su 4.000, mentre la probabilità di morire (tasso di letalità) è di 1 su 16.000.

 

Si tratta di una letalità che è la metà di quella degli incidenti stradali, che è 1 su 8000.

 

 

In altre parole, per ogni 100.000 abitanti under 40 che vivessero come se il COVID non ci fosse, ne morirebbero 6 di COVID, mentre 12 abitanti morirebbero in incidenti stradali.

 

Diciamolo meglio. Su 100.000 abitanti, sono più quelli che moriranno in incidenti stradali – magari mentre si recano a fare il vaccino rispetto.

 

E stiamo facendo finta che gli effetti avversi siano pari allo zero assoluto (cosa  che assolutamente non è, come sanno bene i calciatori che hanno infarti sul campo).



Quindi, se un giovane under 40 deve preoccuparsi del COVID, dovrebbe evitare automobili, motociclette, biciclette e monopattini elettrici cinesi.

 

 

Gian Battista Airaghi

 

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