Terrorismo

Combattimenti tra jihadisti e milizie del Burkina Faso

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Le autorità del Burkina Faso hanno affermato che 53 membri delle forze di sicurezza e dozzine di altri sono stati uccisi in «intensi» combattimenti con presunti jihadisti nella parte settentrionale del paese dell’Africa occidentale.

 

Le vittime includono 17 soldati e 36ac combattenti volontari, hanno detto martedì le forze armate del Burkina Faso in una dichiarazione, aggiungendo che circa altri 30 sono rimasti feriti. Ouagadougou ha anche riferito di aver neutralizzato dozzine di aggressori.

 

Gli scontri sono avvenuti lunedì nella provincia di Yatenga durante un’operazione delle forze nazionali per riconquistare la città di Koumbri «per consentire il reinsediamento» dei residenti sfollati «da più di due anni», secondo lo stato maggiore dell’esercito. «Nel corso della sua avanzata, [il 12° reggimento di fanteria commando] ha subito diversi incidenti e attacchi di fuoco… Il coraggio e la determinazione dei nostri combattenti hanno permesso di opporre una feroce resistenza, respingere l’attacco e neutralizzare diverse dozzine di terroristi».

 

Il Burkina Faso sta combattendo dal 2015 un’insurrezione islamica, che si ritiene si sia diffusa dal vicino Mali e che, secondo le Nazioni Unite, ha ucciso migliaia di persone e costretto allo sfollamento di quasi altri due milioni.

 

Il governo militare del Burkina Faso ha annunciato ad aprile una «mobilitazione generale» come parte di uno sforzo per riconquistare il 40% del territorio nazionale, che ha perso a causa dei gruppi armati.

 

La mossa è arrivata dopo che Parigi ha ritirato le sue truppe e ha posto fine alle operazioni nel paese dell’Africa occidentale per ordine dei suoi governanti militari, tra le accuse secondo cui l’esercito francese non era riuscito a combattere l’insurrezione jihadista.

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L’ex colonia francese ha fatto sempre più affidamento sul sostegno dei Volontari per la Difesa della Patria (VDH), ausiliari civili dell’esercito nazionale legalmente creato nel 2020, nella lotta alla militanza violenta.

 

Sabato scorso, l’esercito ha annunciato che quattro agenti del VDH e un agente di polizia sono stati uccisi in un attacco a Silmiougou, una città nel centro del Paese. Ad aprile, 34 combattenti volontari sono morti in un raid.

 

L’intera area del Sahel è oggetto, in queste settimane, di una repentina recrudescenza dell’attività terroristica. Lo stesso presidente del Burkina Faso aveva dichiarato che vi è nell’area un enorme afflusso di armi «ucraine» che finiscono nelle mani dei terroristi takfiri.

 

Il Niger è stato recentemente colpito da attacchi terroristici di sigle islamiste vicino ad Al Qaeda, che avrebbero assediato e conquistato l’antica città nel deserto di Timbuctù, nel Mali.

 

Negli anni, vari Paesi dell’Africa francofona si erano sparsa la voce che sia la Francia ad addestrare e sostenere i terroristi che dice di voler combattere. Di conseguenza il Paese l’anno scorso ha messo al bando le ONG finanziate dalla Francia e annullato gli accordi militari con l’ex Paese colonizzatore, che in questi giorni ha visto pure un golpe in un’altra sua ex colonia dell’area, il Gabon.

 

Come riportato da Renovatio 21, il Burkina Faso assieme al Mali ha dichiarato che difenderà il Niger in caso di invasione dell’ECOWAS che ha già l’endorsement di Parigi.

 

Una delegazione militare russa questa settimana ha visitato Burkina Faso, Mali, Libia e Repubblica Centrafricana.

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Immagine di U.S. Army Southern European Task Force, Africa via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

 

 

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