Bioetica
Trump grazia 23 pro-life imprigionati da Biden a poche ore dalla Marcia antiabortista di Washington
Il presidente Trump ha graziato i pro-life imprigionati durante la presidenza di Joe Biden. Lo riporta LifeSiteNews.
Giovedì pomeriggio, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ufficialmente graziato i ventitre pro-life incarcerati dal Dipartimento di Giustizia di Biden per i loro tentativi di salvare i bambini non ancora nati.
Prima di firmare la grazia, Trump ha commentato che nessuno dei ventitre pro-life avrebbe dovuto essere «perseguito», aggiungendo che firmare la grazia è un «grande onore».
I pro-life ora graziati sono: Joan Bell, Coleman Boyd, Joel Curry, Jonathan Darnel, Eva Edl, Chester Gallagher, Rosemary «Herb» Geraghty, William Goodman, Dennis Green, Lauren Handy, Paulette Harlow, John Hinshaw, Heather Idoni, Jean Marshall, Padre Fidelis Moscinski, Justin Phillips, Paul Place, Bevelyn Beatty Williams e Calvin, Eva e James Zastrow.
BREAKING: President Trump has SIGNED pardons for 23 jailed pro-lifers! pic.twitter.com/gKWwun0UHs
— LifeSiteNews (@LifeSite) January 23, 2025
In precedenza, nel corso della giornata, era stata diffusa la notizia che la grazia sarebbe stata concessa al «Law of Life Summit» dagli avvocati che rappresentano la Thomas More Society.
La testata Daily Wire aveva riferito che Trump avrebbe graziato «gli attivisti pro-life imprigionati dal Dipartimento di Giustizia di Biden entro pochi giorni».
I giornalisti avevano sostenuto che due fonti anonime avevano assicurato al loro giornale che la «situazione» dei prigionieri pro-life è «una priorità immediata per il team di Trump» e che «probabilmente saranno graziati entro pochi giorni».
La notizia galvanizzerà sicuramente i partecipanti alla March for Life di oggi 24 gennaio, durante la quale Trump dovrebbe parlare ai partecipanti al raduno tramite video. Trump è stato il primo presidente a parlare dal palco della marcia antiabortista pochi anni fa. Quest’anno il vicepresidente JD Vance, convertito al cattolicesimo, dovrebbe parlarvi di persona.
In precedenza, oggi, il senatore Josh Hawley del Missouri ha menzionato su X di aver parlato con il presidente Trump dei pro-life imprigionati:
I had a great conversation this morning with @realDonaldTrump about the pro-life prisoners unjustly persecuted and imprisoned by the corrupt Biden Administration. I urged him to pardon them swiftly. They have done nothing wrong!
— Josh Hawley (@HawleyMO) January 23, 2025
«Stamattina ho avuto una bella conversazione con [Donald Trump] sui prigionieri pro-life ingiustamente perseguitati e imprigionati dalla corrotta amministrazione Biden», ha scritto, riferendosi all’account X del presidente. «L’ho esortato a perdonarli rapidamente».
Durante le audizioni per la conferma della nomina del nuovo segretario del Dipartimento di Giustizia Pam Bondi lo Holloway ha chiesto se permetterà che si ripeta una situazione come quella dell’attivista pro-life Mark Houck, sette figli, che si è visto entrare in casa una squadra d’assalto dell’FBI armata fino ai denti, per eseguirne l’arresto in un raid di violenza terrificante.
Sen. Josh Hawley at Pam Bondi confirmation hearing:
“In the last four years, this administration has carried out an unprecedented campaign against people of faith… I hope you will reverse this and do right by every American including, especially, people of faith.” pic.twitter.com/Gg8JuauBeJ
— The American Conservative (@amconmag) January 15, 2025
Lo Houck aveva la colpa di avere difeso il figlio piccolo in un alterco con un attivista abortista.
Durante la scorsa amministrazione si è visto come attacchi a centri per la Vita, con incendi ed altro, non sono stati minimamente perseguiti dalla Giustizia americana. Perfino le minacce al giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, coinvolto nella storica sentenza che ha defederalizzato l’aborto in America Dobbs v. Jackson, sembrano essere state prese sul serio dalle autorità.
Come riportato da Renovatio 21, sotto Biden l’FBI aveva inoltre programmato di infiltrare le messe in latine, perché ritenute fucine di «terrorismo domestico».
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Immagine screenshot da YouTube