Nucleare

Le forze ucraine hanno bombardato la centrale atomica di Zaporiggia prima del vertice in Alaska

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L’agenzia nucleare russa Rosatom ha rilasciato il 13 agosto una dichiarazione in cui si segnala che dalla mattina si sono registrati «massicci bombardamenti di artiglieria» da parte delle Forze Armate ucraine contro la zona industriale della centrale nucleare di Zaporiggia, nonché contro le strutture direttamente adiacenti alla più grande centrale nucleare d’Europa.

 

«Feriti e distruzione» scongiurati. L’attacco si è verificato il giorno prima, prosegue la dichiarazione, innescando un incendio attorno agli impianti idrotecnici della centrale, causando un incendio di sterpaglie che è stato domato a 700 metri dalle unità di produzione.

 

I vigili del fuoco lo hanno spento, mettendo a rischio la propria vita, mentre i vigili del fuoco in arrivo sono stati attaccati da droni per impedire loro di spegnere le fiamme.

 

«I continui bombardamenti rappresentano una minaccia diretta all’integrità fisica delle infrastrutture critiche della centrale, il che potrebbe portare a gravi conseguenze», afferma la nota.

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Come riportato da Renovatio 21, la centrale di Zaporiggia – che costituisce il più grande impianto di produzione di energia atomica in Europa – si trova sotto sanzioni del dipartimento del Tesoro USA.

 

La centrale di Energodar è stata subito conquistata dalle forze russe ad inizio conflitto, che hanno epperò lasciato a lavorare il personale ucraino. Da allora è stata oggetto di attacchi continui, persino durante le visite degli ispettori dell’agenzia nucleare ONU AIEA, i quali due anni fa dissero peraltro di aver rinvenuto in loco mine antiuomo.

 

La Rosatom tre anni fa dichiarò che a Zaporiggia vi era il vero e proprio «rischio di catastrofe nucleare».

 

L’anno scorso un’autobomba aveva ucciso un lavoratore della centrale facente parte della gerarchia, con esultanza da parte di Kiev.

 

Come riportato da Renovatio 21, due mesi fa attacchi ucraini a Kherson e Zaporiggia avevano provocato un blackout nell’area.

 

Le regioni di Kherson e Zaporiggia, insieme alle Repubbliche Popolari di Donetsk e Lugansk, sono entrate formalmente a far parte della Russia in seguito ai referendum tenutisi nell’autunno del 2022.

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Immagine di IAEA Imagebank via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0

 

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