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Langone e le ceneri delle gemelle suicide Kessler «brave post-cristiane»

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Lo scrittore Camillo Langone ha trattato il tema del suicidio delle gemelle Kessler nella Preghiera, suo corsivo giornaliero su Il Foglio, di oggi.

 

Dopo aver lamentato «il silenzio della Chiesa gerarchica sulla tetra vicenda», Langone sottolinea il fatto che «le famose gemelle da brave post-cristiane hanno scelto di farsi cremare e, disposizione ulteriore, di mescoli le proprie ceneri con quelle della madre. Non solo per una sorta di terribile fusione romantica, ma perché “l’urna comune fa risparmiare spazio. Al giorno doggi si dovrebbe risparmiare spazio ovunque, anche al cimitero”».

 

«Ciò significa che la propaganda antiumana ha funzionato davvero bene. Gli europei si stanno estinguendo, la civiltà sta arretrando, le foreste stanno avanzando, e la gente pensa che siamo troppi» continua lo scrittore parmigiano.

 

«La cremazione sta dilagando e, è già largamente maggioritaria in Germania e nelle regioni italiane più disperate (più disperate riguardo la resurrezione dei corpi) come l’Emilia, e le vecchie signore temono che non ci sia posto per loro al cimitero. Invece è il contrario, nei cimiteri fra poco di posto ce ne sarà tantissimo, basta frequentarli per capire che il culto dei morti sta agonizzando. Mentre divampa il culto del vuoto e dell’oblio. Civiltà bruciata».

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Come scritto su Renovatio 21, il suicidio delle gemelle Kessler rappresenta una pagina intensa della storia della Necrocultura pubblica.

 

Riguardo la cremazionismo Langone negli anni ha scritto diverse volte. «La cremazione è appunto una “rivolta anticristiana” (Robert Redeker), siccome “non si crede più alla resurrezione del corpo” (Jean Clair). La cremazione è ormai la norma» ha scritto l’autore del Manifesto per la destra divina.

 

«I panteisti, in Italia ormai maggioranza come prova il boom della cremazione, disertano le lezioni della morte e un popolo senza novembre, un popolo che non prende sul serio la morte, è un volgo fatuo destinato a essere disperso così come disperde i resti dei suoi defunti. La morte è una scuola di serietà: sia obbligatoria la frequenza.

 

Particolarmente struggente il testo nel quale Langone, anni fa, rifletteva sulla decisione della madre.

 

«Sospettavo che ci fosse della retorica nella cremazione come apoteosi della leggerezza e dell’impatto zero. Ma non ero sicuro che fosse, come invece è, solo retorica, nient’altro che retorica. Scopro che le ceneri non sono il prodotto del fuoco: le fiamme non inceneriscono il cadavere limitandosi a bruciare la carne, ciò che rimane deve essere lavorato ulteriormente, sminuzzato da una speciale, energivora macchina tritaossa (dettaglio che non viene molto pubblicizzato, chissà come mai)».

 

«Scopro che sono oltre due chili di materiale. Le ceneri non sono cipria, non sono polline, non sono pensieri che volano nel vento. Sono un sacco di cemento che cade in acqua con un tonfo. Nel pomeriggio un’amica di mia madre, ancora ignara dell’;accaduto, al termine di una telefonata penosa chiede dove può andare a pregare per lei. Da nessuna parte, signora».

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia; immagine modificata

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