Nucleare

La Polonia vuole dare a Kiev armi nucleari

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Il deputato al Parlamento europeo polacco ed ex ministro degli Esteri di Varsavia Radoslaw Sikorski, ha dichiarato in un’intervista a L’Espresso che «l’Occidente ha il diritto di dare all’Ucraina testate nucleari in modo che possa proteggere la sua indipendenza».

 

Lo Sikorski ha quindi sostenuto che la Russia ha infranto i termini del Memorandum di Budapest sulle garanzie di sicurezza rifiutandosi di rispettare la sovranità e l’integrità dell’Ucraina, quindi le armi nucleari dovrebbero essere fornite  a Kiev anche se gli ucraini le hanno volontariamente eliminate.

 

Come noto, il Memorandum di Budapest, stipulato nel maggio 1994 sotto le pressioni di Bill Clinton, è un memorandum sulle garanzie di sicurezza in connessione con l’adesione dell’Ucraina al Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, tra Russia, Stati Uniti, Regno Unito e Ucraina.

 

Il presidente della Duma di Stato russa Vjacheslav Volodin ha risposto nel suo canale Telegram: «Sikorski sta provocando un conflitto nucleare nel centro dell’Europa. Non pensa al futuro né dell’Ucraina né della Polonia. Se le sue proposte verranno attuate, questi paesi scompariranno, così come l’Europa».

 

«È grazie a persone come Sikorski che è necessario liberare l’Ucraina non solo dall’ideologia nazista, ma anche smilitarizzarla, garantendo lo status di non nucleare del Paese».

 

Due mesi fa il Cremlino aveva affermato che l’Ucraina stava sviluppando armi atomiche sue.

 

Dopo il tintinnio di sciabole nucleari udito sia da parte americana che da parte russa, ecco che ci si mette anche la Polonia: che non ne ha alcuna, ma non vede perché non piazzarle sulla Russia, Paese praticamente limitrofo – ottenendo magari, come risposta, missili russi a Kaliningrad, ad un passo dal territorio polacco.

 

Quando i polacchi nello spezzatino ucraino in corso otterranno definitivamente Leopoli e la Galizia, si calmeranno?

 

Intanto, avendo rinunziato al carbone russo, le autorità polacche stanno chiedendo alla popolazione di raccogliere la legna da ardere nei boschi per il prossimo inverno, facendo intendere che il blackout del riscaldamento sarà realtà. Una bella regressione di secoli per lo Stato moderno, proiettato nel futuro di abbondanza e sicurezza garantite dalla combo UE e NATO.

 

 

 

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