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Il ministro degli Esteri tedesco: il supporto all’Ucraina continuerà «indipendentemente da ciò che pensano gli elettori»

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Il ministro degli Esteri Annalena Baerbock ha affermato che continuerà a sostenere l’Ucraina «indipendentemente da ciò che pensano gli elettori tedeschi».

 

«Faccio la promessa alle persone in Ucraina – “Siamo con voi, finché avrete bisogno di noi” – allora voglio mantenere. Non importa cosa pensano i miei elettori tedeschi, ma voglio adempiere alla promessa al popolo ucraino», ha detto il ministro germanico.

 

Il capo della diplomazia di Berlino ha affermato che un simile approccio non cambierebbe anche se un gran numero di persone fosse in strada a protestare contro le bollette energetiche paralizzanti.

 

La Baerbock si è così espressa a Praga organizzato la settimana scorsa dall’ONG Forum 2000. Come riportato da Renovatio 21, la capitale ceca è stata interessata nel fine settimana da una manifestazione oceanica contro caro vita e dominio NATO.

 

Il ministro, pur prevedendo una situazione critica per il suo popolo (con annesse rivolte, va ripetendo il suo vicecancelliere), non ha arretrato di un millimetro rispetto al confronto con la Russia anche attraverso le sanzioni che stanno distruggendo la Germania e l’Europa. E non importa se vi saranno bollette che le famiglie non potranno pagare.

 

«Stiamo affrontando ora l’inverno, quando saremo sfidati come politici democratici. La gente andrà in strada e dirà: “Non possiamo pagare i nostri prezzi dell’energia”. E io dirò “Sì, lo so, quindi ti aiutiamo con le misure sociali”. Ma non voglio dire “Ok, allora fermiamo le sanzioni contro la Russia”. Resteremo con l’Ucraina e questo significa che le sanzioni rimarranno anche in inverno, anche se diventa davvero difficile per i politici».

 

Come riportato da Renovatio 21, la Baerbock, in visita a Kiev dall’omologo Kuleba, non si esprimeva in maniera netta, conscia forse del salto nel vuoto di una Germania privata del gas russo, dal quale dipende al 46%, più o meno come l’Italia.

 

Qualcosa deve essere cambiato poi: da una parte l’imperio NATO, che abbiamo capito è recepito da partiti di sinistra e dai Verdi (il bizzarro ma votatissimo partito cui appartiene la Baerbock), dall’altra la realizzazione, per gli ecologisti germanici, che si tratta di un’occasione d’oro per la deindustrializzazione e la decrescita che professano nei decenni, assieme al loro odio per il genere umano.

 

Nel frattempo, il governo della Baerbock si prepara alla repressione delle proteste civili dei prossimi mesi, i cui partecipanti sono ora definiti «estremisti».

 

Ad ogni modo, il pensiero onestamente (o ingenuamente) espresso dalla Baerbock a Praga è di fatto l’unico consentito ai politici occidentali: sostenere l’Ucraina è più importante della democrazia stessa, è più importante del bene dei propri elettori.

 

Un paradosso infame che fa sembrare l’intera realtà europea, con la bocca piena di parole come «diritti» e «democrazia», una triste barzelletta.

 

Non si tratta di un concetto, ma di una realtà: il vicecancelliere Habeck, del suo stesso partito dei Gruenen, ha chiesto un cambio di priorità nel «triage energetico»: il gas per scaldarsi andrà prima allle industrie rimaste, poi ai cittadini.

 

L’Ucraina quindi non serve solo da proxy per la guerra alla Russia: essa è l’elemento principale della guerra per procura condotta anche contro le popolazioni dei governi al potere in Europa.

 

Convincetevene: questa è l’era in cui «le autorità considerano il proprio popolo come un nemico».

 

 

 

 

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