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Anche l’India va verso le armi spaziali

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L’India deve potenziare le sue capacità difensive e offensive nel dominio spaziale, poiché «il futuro sta nell’avere piattaforme spaziali», ha detto sabato il maresciallo capo dell’aeronautica Vivek Ram Chaudhari a un forum di sicurezza nazionale e geopolitica. Lo riporta la testata Economic Times.

 

«In futuro, invece di avere sistemi offensivi puramente terrestri, dovremmo avere anche sistemi offensivi basati sullo spazio», ha detto il mareschiallo Chaudhari, che ha sottolineato come la competizione e la rivalità tra le potenze globali nello spazio «avranno i suoi effetti su tutti gli altri domini della guerra»

 

Il Chaudhari prevevede quindi che l’Aviazione (Air Force) indiana si trasformerà presto in una Aviazione spaziale (Air Space Force), e «sarà chiamata a prendere parte a consapevolezza della situazione spaziale, esercizi di negazione dello spazio o esercizi di controllo dello spazio».

 

Come noto le due superpotenze militari globali hanno da tempo già iniziato questo percorso: gli USA, su impulso del presidente Trump, hanno creato la Space Force. Nel 2015 la Russia ha invece ribattezzato la sua aviazione come «Forze aerospaziale» (Vozdushno-kosmicheskie sily, abbreviato in genere come VKS).

 

«La corsa per armare lo spazio è già iniziata e non è lontano il giorno in cui la nostra prossima guerra si diffonderà in tutti i domini di terra, mare, aria, cyber e spazio”, ha avvertito il capo dell’aeronautica di Nuova Dehli a marzo. Sabato scorso il maresciallo ha aggiunto l’analisi storica per cui la corsa alla militarizzazione dello spazio è partita quando la Germania nazista ha lanciato per la prima volta il suo razzo V-2, cioè quasi 80 anni fa.

 

Anche il capo di stato maggiore della difesa indiano, generale Anil Chauhan, ha recentemente affermato che «le applicazioni militari dello spazio sono il discorso dominante da cui non possiamo rimanere separati». Il generale aveva dichiarato l’11 aprile all’Indian DefSpace Symposium che «l’obiettivo per tutti noi dovrebbe essere lo sviluppo di piattaforme a duplice uso con particolare attenzione all’incorporazione di tecnologie all’avanguardia».

 

Non è chiaro quale tipo di armi spaziali futuristiche l’esercito cerchi di ottenere, ma Chaudhari ha affermato che l’India dovrebbe capitalizzare il successo del suo test missilistico con armi anti-satellite (ASAT) del 2019. La cosiddetta Missione Shakti ha distrutto un satellite a circa 300 km di distanza in orbita terrestre bassa ed è stata salutata all’epoca come un «risultato senza precedenti» dal primo ministro Narendra Modi.

 

L’India è diventata la quarta «superpotenza spaziale» dopo Stati Uniti, Russia e Cina, a dimostrare apertamente la sua capacità missilistica ASAT.

 

I membri di questo ristretto club di Nazioni spaziali si sono regolarmente accusati a vicenda di armare lo spazio, esprimendo sospetti su lanci militari segreti e test a doppio scopo, ma non hanno mai ammesso di possedere alcun sistema d’arma orbitale.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio 2022 l’Alleanza Atlantica ha pubblicato un documento di «Politica spaziale globale NATO» che sostiene la libertà del blocco di espandere i propri confini in qualsiasi direzione desideri. La Federazione Russa risponde definendo il documento NATO come «unilaterale e incendiario». I rapporti in orbita tra russi e americani hanno avuto, in questi mesi di conflitto ucraino, alti e bassi.

 

Come riportato da Renovatio 21, è notizia del mese scorso che anche la Santa Sede invierà un satellite nello spazio.

 

Il dominio spaziale pare sarà un requisito inevitabile per chiunque voglia nel futuro rimanere indipendenti, e non solo economicamente, ma soprattutto politicamente, geopoliticamente e pure – viste le capacità di sorveglianza dei satelliti, ormai in grado di scrutare perfino dentro gli edifici, di giorno e di notte – individualmente.

 

Il destino dei popoli liberi passa quindi giocoforza attraverso la creazione di una vera sovranità spaziale.

 

 

 

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