Geopolitica

La NATO vuole estendere la Geopolitica nello spazio

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Lo scorso 17 gennaio l’Alleanza Atlantica ha pubblicato la sua NATO’s overarching Space Policy («Politica spaziale globale NATO») ufficiale, affermando la propria libertà di espandere i propri confini in qualsiasi direzione desideri.

 

Lo spazio è «sempre più importante» per la sicurezza della NATO. Lo spazio è un luogo che altri potrebbero usare per proiettare potere e/o interferire con le questioni spaziali dei membri del Patto Atlantico.

 

Le minacce spaziali devono essere incluse nell’articolo 5, la celeberrima clausola di mutua difesa della NATO che impegna a dare una risposta collettiva nel caso un singolo Paese venga attaccato.

 

Le minacce spaziali devono essere incluse nell’articolo 5, la celeberrima clausola di mutua difesa della NATO che impegna a dare una risposta collettiva nel caso un singolo Paese venga attaccato

In precedenza, la NATO aveva già avviato un centro spaziale, parte del comando aereo di Ramstein, in Germania.

 

La scorsa settimana, riporta il sito indiano EurAsian Times, il presidente della China Aerospace Science and Technology Corporation Wu Yansheng ha annunciato piani per oltre 40 lanci nel 2022, insieme a 6 missioni con equipaggio: «dobbiamo completare completamente varie attività aerospaziali, garantire il completo successo di importanti missioni di test di volo e accelerare lo sviluppo della Cina come potenza spaziale».

 

La Cina ha lanciato 152 satelliti negli ultimi cinque anni.

 

Per tramite della legislazione Wolf del 2011, un emendamento al disegno di legge federale americana sulla spesa, che vieta la collaborazione degli Stati Uniti con la Cina in progetti spaziali, la cooperazione tra Pechino e Washington in materia extraterrestre non è più possibile.

 

La Cina ha quindi investito per dotarsi di un maggior numero di competenza, progettando una stazione spaziale, la Tiangong, di cui è prevista l’operatività del 2022.

 

La Cina e Russia stanno integrando le rispettive reti satellitari BeiDou e Glonass, collegando insieme le nuove stazioni di monitoraggio del suolo in costruzione in entrambi i Paesi.

 

La collaborazione russo cinese prevede una «stazione di ricerca lunare internazionale», da completare entro il 2035.

 

Il memorandum d’intesa spaziale Pechino-Mosca del 2021 includeva, scrive il giornale in lingua inglese controllato dal Partito Comunista Cinese Global Times, un «sistema di volo terra-luna, un sistema operativo ausiliario a lungo termine sulla luna superficie, un sistema operativo e di viaggio sulla superficie lunare e strutture automatiche con complessi di strumenti scientifici».

 

Come scritto varie volte da Renovatio 21, quello dello spazio è un tema di estrema importanza, perché riguarda in tutto e per tutto la sovranità: nessun Paese può dirsi completamente sovrano senza accesso allo spazio, vuoi per la possibilità di altre Paesi di spiare tramite satelliti, vuoi per la geopolitica – e l’economia – che si stanno ora costruendo fuori dall’atmosfera terrestre.

 

 

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