Geopolitica

Londra verso un «sistema satellitare sovrano»

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La Gran Bretagna ha accettato di pagare $ 500 milioni per una quota del 45% in OneWeb, una società londinese che ha lanciato decine di satelliti in orbita attorno alla Terra ma che ha presentato istanza di fallimento quest’anno. Anche Bharti Airtel, una società di telecomunicazioni con sede in India con oltre 400 milioni di abbonati, sta prendendo una quota del 45% ed altri investitori potrebbero essere coinvolti, riporta il New York Times.

 

La Gran Bretagna vuole entrare in una nuova rete satellitare perché la sua decisione di lasciare l’Unione Europea ha comportato il blocco della sua connessione al sistema satellitare europeo di navigazione, chiamato Galileo. È improbabile che la Gran Bretagna, che aveva investito 1,4 miliardi di sterline in Galileo, sia in grado di utilizzare quei satelliti per scopi strategici, dalla guida dei missili alla direzione delle navi da guerra in mare.

La Gran Bretagna potrebbe finalmente avere accesso ai satelliti per scopi militari, ma anche trarre vantaggio dalla tecnologia dell’azienda per trasmettere il servizio Internet ad alta velocità alle parti remote del paese

 

Con OneWeb, la Gran Bretagna potrebbe finalmente avere accesso ai satelliti per scopi militari, ma anche trarre vantaggio dalla tecnologia dell’azienda per trasmettere il servizio Internet ad alta velocità alle parti remote del paese. Essere proprietario di una compagnia satellitare fornirebbe inoltre alla Gran Bretagna un settore più ampio del settore spaziale, che secondo il governo sta crescendo del 60 percento all’anno e sostiene £ 300 miliardi di attività economiche in Gran Bretagna.

 

Oltre agli investimenti iniziali, si prevede che lo sviluppo completo di OneWeb richiederà almeno $ 1 miliardo in più, possibilmente da nuovi investitori. La Gran Bretagna, tuttavia, secondo un comunicato governativo, avrà un «l’ultima parola»  su qualsiasi vendita futura dell’azienda e sull’accesso alla tecnologia di OneWeb.

 

OneWeb afferma di poter sfornare due satelliti al giorno al costo di circa 1 milione di dollari

OneWeb è una delle aziende che offre alternative più piccole – delle dimensioni di un frigorifero – agli enormi satelliti per comunicazioni che possono richiedere più di un anno per realizzare e costare più di $ 100 milioni. Invece, OneWeb afferma di poter sfornare due satelliti al giorno al costo di circa 1 milione di dollari in una fabbrica che opera in Florida in una joint venture con Airbus, il gigante aerospaziale europeo.

 

La speranza è che parte della struttura e del lancio del satellite possano essere trasferiti in Gran Bretagna, che ha già strutture di progettazione e produzione satellitari appartenenti ad Airbus e altre società.

 

«La mossa segnala l’ambizione del governo per il Regno Unito di essere un pioniere nella ricerca, sviluppo, produzione e sfruttamento di nuove tecnologie satellitari»

Numerosi porti spaziali sono in varie fasi di sviluppo in Gran Bretagna, tra cui uno a Sutherland, nel nord della Scozia e un altro in Cornovaglia, nel sud-ovest dell’Inghilterra, dove Virgin Orbit, un’altra società di Branson, potrebbe eventualmente lanciare piccoli satelliti da un jumbo jet convertito.

 

«La mossa segnala l’ambizione del governo per il Regno Unito di essere un pioniere nella ricerca, sviluppo, produzione e sfruttamento di nuove tecnologie satellitari», ha affermato la dichiarazione del governo .

 

La scorsa settimana, quando l’offerta britannica per l’azienda era stata inizialmente accettata, il governo ha salutato le possibilità di avere il proprio «sistema satellitare globale sovrano».

 

«Un sistema satellitare sovrano» è quello che deve giocoforza chiedere ogni Nazione padrona di se stessa

Il tema della sovranità spaziale, che interseca sia quello della sovranità tecnologica che quello della sovranità territoriale, pare essere stato compreso dal Regno Unito della Brexit, che recentemente con Boris Johnson si è sottratto dall’abbraccio del 5G cinese di Huawei. «Un sistema satellitare sovrano» è quello che deve giocoforza chiedere ogni Nazione padrona di se stessa.

 

La questione dei satelliti è molto delicata, e spazia decisamente verso la libertà personale. Come riportato da Renovatio 21, è stato attivato pochi giorni fa ICARUS, sistema minuscoli sensori e apparecchiature a bordo della Stazione spaziale, in teoria rivolto al monitoraggio degli animali che trasmigrano tra continenti.

 

L’unica via per una Nazione che si dice sovrana e che ha a cuore la libertà dei suoi cittadini è quello di poter impedire l’attività satellitare straniera, anche a costo di abbattere gli oggetti orbitanti

È sciocco ed ingenuo evitare di pensare che una tecnologia come questa possa cambiare il sistema di controllo non tanto degli animali, quanto degli esseri umani: in pratica, un sistema di controllo biologico ineludibile. Grazie a nanosatelliti o addirittura di pico-satelliti, ossia oggetti orbitali grandi come una scatoletta, potrà essere disposto il  controllo totalizzante della vita biologica, e virtualmente anche il suo sacrificio.

 

Satelliti di controllo ed osservazione, satelliti di comunicazione, satelliti militari: è chiaro che l’unica via per una Nazione che si dice sovrana e che ha a cuore la libertà dei suoi cittadini è quello di poter impedire l’attività satellitare straniera, anche a costo di abbattere gli oggetti orbitanti, come qualche tempo fa, in una chiara dimostrazione di forza, fece la Cina con un suo stesso Satellite.

 

SpaceX di Elon Musk ha il desiderio di creare costellazioni in grado di coprire il pianeta con un’internet wireless, che quindi non necessiterebbe più né di cavi né di antenne – e che quindi, desumiamo, non si potrebbe più né spegnere né abbattere

Non solo gli Stati-nazione utilizzano satelliti: SpaceX, l’azienda aerospaziale di Elon Musk, grazie alla rivoluzionaria tecnologia dei razzi riutilizzabili ora è il lanciatore di riferimento per miriadi di enti, e la stessa azienda ha il desiderio di creare costellazioni in grado di coprire il pianeta con un’internet wireless, che quindi non necessiterebbe più né di cavi né di antenne – e che quindi, desumiamo, non si potrebbe più né spegnere né abbattere.

 

Anche Jeff Bezos, l’uomo di Amazon, ha pesantemente investito in un’azienda spaziale, Blue Origin. Anche Facebook e Google hanno interesse per lo sviluppo orbitale.

 

 

 

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