Politica
Senatrice ebrea ortodossa accusata di ricatto tramite video sessuale. Non è un caso isolato…
Un atto d’accusa reso noto giovedì accusa una senatrice democratica di religione giudeo-ortodossa dello Stato americano del Maryland di estorsione, per aver architettato un ricatto fondato su filmati intimi girati di nascosto.
Dalya Attar, eletta per la prima volta alla Camera dei delegati del Maryland nel 2018 e riconfermata nel 2022, è entrata quest’anno al Senato statale come prima donna ebrea ortodossa a ricoprire tale carica.
I documenti giudiziari sostengono che la Attar abbia orchestrato un piano per zittire un’ex collaboratrice che intendeva opporsi alla sua ricandidatura nel 2022. In complicità con il fratello Joseph Attar e l’agente di polizia di Baltimora Kalman Finkelstein – quest’ultimo attivo nella sua campagna – dal 2020 avrebbe iniziato a intimidire la donna con video clandestini che la riprendevano a letto con un uomo sposato.
Nei messaggi WhatsApp citati, Attar scrive di voler rendere l’ex consulente «un non-problema per me» e aggiunge: «Due anni dopo sta ancora cercando di fregarmi… un motivo in più perché abbia paura di esporsi in qualsiasi momento».
Il trio avrebbe pedinato la vittima con un GPS installato sull’auto prestatale e filmato scene intime installando telecamere occultate in rilevatori di fumo nell’appartamento di proprietà della famiglia Finkelstein. Il Joseph Attar si sarebbe poi presentato all’amante della donna per minacciarne la diffusione del video e ordinarle di «stare fuori da queste elezioni».
Tutti e tre sono imputati di estorsione, intercettazioni illegali e altri reati; in caso di condanna su tutti i capi, rischiano almeno 20 anni di carcere.
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La vicenda ricorda un’altra storia di ricatto sessuale tra prominenti ebrei ortodossi americani, quello del ricco palazzinaro del Nuovo Jersey, tra i primi fiancheggiatori economici statunitensi di Netanyahu (e del Partito Democratico USA) Charles Kushner, padre del genero del presidente Donaldo Trump Jared Kushner.
Il Kushner senior era finito in galera per storie davvero sordide: condannato nel 2005 a due anni di carcere per 18 capi d’accusa, tra cui evasione fiscale, contributi elettorali illeciti e subornazione di testimoni.
Il caso, seguito dal procuratore Chris Christie (poi governatore del Nuovo Jersey, e sostenitore nel 2016 della prima campagna Trump, per poi venire estromesso dalla scena post-vittoria elettorale), emerse per un tentativo di ricatto: Kushner pagò una prostituta 10.000 dollari per sedurre il cognato, filmando l’incontro e inviandolo alla sorella Esther, testimone contro di lui, per intimorirla. Scontò 14 mesi in carcere federale in Alabama e fu radiato dall’albo degli avvocati in tre stati. Nel 2020, il genero Donald Trump lo graziò, suscitando polemiche. La vicenda ispirò una puntata di Law & Order.
Nel 2025, Kushner è stato nominato ambasciatore USA in Francia, nonostante il passato. In questi mesi il suo supporto veemente allo Stato Ebraico ha creato frizioni nel contesto parigino, con tanto di convocazione per le accuse di antisemitismo rivolte al Paese.
Come noto, ricatti a base di video sessuali sarebbero alla base dell’intera operazione del defunto miliardario pedofilo Jeffrey Epstein, che in moltissimi considerano lavorasse per i servizi segreti israeliani, come pareva facesse il padre della sua «dama», Ghislaine Maxwell, il magnate mediatico britannico Robert Maxwell.
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Immaginem di Maryland GovPics via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic; immagine tagliata