Terrorismo

Se anche l’ISIS si fa il vaccino mRNA

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La settimana scorsa i giornali ci hanno informato di un arresto rilevante nella lotta al terrorismo islamico.

 

La polizia avrebbe tratto in arresto «Al Muhajirah», la «sposa pellegrina». Si tratta di una ragazza italo-kosovara di 19 anni, «radicalizzata a 16 anni, sul web» scrive il Corriere della Sera.

 

«Una fanatica dello Stato Islamico che aveva realizzato a gennaio il suo sogno: sposare un “barbuto”, un miliziano di origini kosovare residente in Germania, vicino all’attentatore di Vienna, Fejzulai Kujtim».

 

«Voleva andare a combattere e immolare la sua vita alla causa salafita» scrive il quotidiano. L’arresto è avvenuto ad «una segnalazione dell’intelligence tedesca per i suoi contatti con i “Leoni dei Balcani”, costola europea di Daesh [cioè l’ISIS, ndr] di cui faceva parte il marito».

 

«È stata intercettata al suo ritorno in Italia, a Milano, per rinnovare la carta d’identità e vaccinarsi contro il COVID». Eh?

Si tratta di un pattern già visto in precedenza ad ogni latitudine: ragazzine giovanissime, teenager magari di seconda o terza generazioni di famiglie immigrate integratissime magari perfino poco religiose, negli anni dell’ISIS partivano alla volta della Siria e del Levante per sposare miliziani mai visti prima e combattere per lo Stato Islamico».

 

Casi simili si sono visti in Gran Bretagna, in Sud Africa, negli USA, in Germania.

 

Anche in Italia il fenomeno ha lasciato il segno: una 19enne padovana di origine marocchina nel 2015 era partita per raggiungere lo Stato Islamico, per poi dire di essere pentita l’anno dopo e chiedere di tornare, sparire ancora, far temere per la sua morte, riapparire con forse due figli, risparire ed essere nel 2021 segnalata da «fonti dei servizi segreti» in «Francia, sotto falso nome, pronta a portare avanti gli intenti jihadisti».

 

Non si tratta di una questione semplice.

 

Le ragazzine ISIS sembrano indomabili, inarrestabili – ne abbiamo trattato qui in un vecchio articolo di Renovatio 21, «La jihad come frutto del Concilio». Nel caso del recente arresto di Milano, si tratta di una ragazza di origine kosovara.

 

Cosa che in moltissimi ignorano, il Kosovo è il Paese primo al mondo nella statistica pro-capite foreign fighters mandati in Siria a combattere l’ISIS: un Paese limitrofo radicalizzato, per l’esistenza del quale – cioè, per la secessione dalla Serbia cristiana – il governo D’Alema avallò i bombardamenti del 1999.

 

Il Kosovo fu creato in un piano di ulteriore espansione dell’Islam in Europa: con le precedenti guerre yugoslave, già si era creato un altro primo stato musulmano in Europa, la Bosnia, dove erano accorsi tanti veterani della guerra anti-sovietica in Afghanistan e del massacro della guerra civile algerina. Vi operava liberamente, dissero, Al Qaeda, prima che essa, con l’11 settembre, divenisse il nemico. Nella mente dei padroni del vapore geopolitico atlantico, un altro staterello maomettano avrebbe aiutato, magari attraverso poi le laute donazioni saudite e emiratine, nell’indebolimento della Serbia, cioè della superpotenza nucleare russa: il solito programma visto in Cecenia, Daghestan e soprattutto in Afghanistan. Più potere agli islamisti, più gole slave tagliate, meglio per il dominio geopolitico occidentale…

 

Lo stato albanese-musulmano del Kosovo portò al potere il leader Hashim Thaci, uomo accusato di crimini di guerra, crimini contro l’umanità e traffico di organi. I politici italiani, e internazionali, continuarono ad aver rapporti con lui nonostante le accuse fossero ben note e ufficializzate nel 2010 dal Consiglio d’Europa.

 

Il quadretto è questo. Una ragazzina di origine kosovara che si iscrive ai terroristi ISIS si proietta automaticamente in questo oceano di sangue e di crudeltà belluina, di sanguinario calcolo politico mondiale e di traumi bellici non ancora sopiti: persecuzioni, squartamenti, propositi messianici…

 

Una giovane che aderisce all’ISIS compie la decisione più radicale possibile: un fondamentalismo non tollerabile per lo Stato «laico», l’abbraccio con una cultura di morte massiva, il disprezzo categorico e anticosmico della realtà degli infedeli (cioè, la realtà), la disponibilità a divenire un’arma suicida, la rinuncia alla propria giovinezza secondo i comodi canoni occidentali, l’idea che il mondo intero menta, e l’unica voce è quella del dio jihadista, e tutto il resto è jahiliyya, «miscredenza», menzogna

 

Si tratta, in pratica, della scelta più anticonformista che una ragazza può fare. Il fatto che una scelta del genere sia possibile spaventa il pubblico e le autorità, da quanto è aliena rispetto al cosmo sociale maggioritario.

 

Poi però, leggendo l’articolo sulla sposa ISIS 19enne arrestata a Milano, ci si imbatte in una cosa incredibile.

 

«È stata intercettata al suo ritorno in Italia (era cresciuta a Isernia), a Milano, per rinnovare la carta d’identità e vaccinarsi contro il COVID» Eh?

«È stata intercettata al suo ritorno in Italia (era cresciuta a Isernia), a Milano, per rinnovare la carta d’identità e vaccinarsi contro il COVID» scrive il Corsera.

 

Eh?

 

Il vaccino? Era tornata in Italia per sottoporsi alla siringa mRNA? È una qualche forma di dissimulazione da agente segreto? È il giornalista che non ha capito bene?

 

Cerchiamo un altro articolo sulla vicenda. Leggiamo bene.

 

«La “sposa pellegrina” — come da nickname usato nelle oltre duemila chat su praticamente qualsiasi piattaforma digitale, con una preferenza per la riservatezza di Telegram — aveva da tempo abbracciato l’Islam salafita. Il suo rifiuto per la società occidentale è stato totale. Tanto che gli ultimi quattro mesi, trascorsi in Italia solo per rinnovare la carta d’identità e vaccinarsi, ha preferito passarli barricata in casa. E limitare al minimo il rischio di “contaminarsi” con i miscredenti. Una breve uscita con il fratello per la seconda dose del vaccino anti COVID». Il massimo quotidiano nazionale scrive così. Il corsivo è nostro.

 

A questo punto abbiamo le vertigini. Trasecoliamo.

 

Come si può conciliare il «rifiuto totale» della società occidentale con la sottomissione al vaccino genico, assunto perfino in due dosi, e a 19 anni, senza obblighi precisi di mezzo?

Come si può conciliare il «rifiuto totale» della società occidentale con la sottomissione al vaccino genico, assunto perfino in due dosi, e a 19 anni, senza obblighi precisi di mezzo?

 

Davvero, non sappiamo che dire. Ricordiamo ancora bene il pensiero degli anni Novanta, culminato poi nell’11 settembre e nel mondo successivo: l’Islam radicale non era altro che un rifiuto della globalizzazione occidentale, dicevano. Estrema destra ed estrema sinistra convergevano in questa visione edenica del jihadista buon selvaggio contro il mondo corrotto delle multinazionali e della macchina da guerra bombarola USA.

 

Il libro da leggere era Jihad vs. McWorld del politologo americano Benjamin Barber, tradotto il Italia come Guerra santa contro McMondo. Il «McMondo» consisteva nel dominio imperialista delle multinazionali dietro alla globalizzazione, contro cui si levavano fisiologicamente forze ri-tribalizzate etnicamente, culturalmente, religiosamente (per esempio, appunto, il jihadismo).

 

La jihad non riesce a vedere il McVaccino mRNA come longa manus del McMondo sin dentro i corpi, le cellule della discendenza di Abramo

Quindi, secondo questa logica, la jihad non riesce a vedere il McVaccino mRNA come longa manus del McMondo sin dentro i corpi, le cellule della discendenza di Abramo.

 

L’Islam aveva dato sporadiche prova di resistenza all’imperialismo vaccinatorio – anche prima del COVID.

 

In Pakistan vi è una lunga scia di tremendi episodi di sangue: vaccinatori uccisi da uomini armati che poi spariscono.

 

Twitter ha rimosso il tweet dell’ayatollah Ali Khamenei che poneva dubbi sull’affidabilità dei vaccini occidentali, di cui non si fidava.

 

Nei primi giorni di vita del nuovo emirato di Afghanistan, a fine agosto, riportò un canale indiano affiliato della CNN, i nuovi talebani – quelli armati e vestiti dagli USA e leccati dai nostri politici – proibirono la vaccinazione contro il COVID-19 in Paktia, Afghanistan orientale.

L’Islam aveva dato sporadiche prova di resistenza all’imperialismo vaccinatorio – anche prima del COVID

 

Il lettore di Renovatio 21 può andare ancora più indietro, e leggere già diversi anni di una resistenza di clerici musulmani in Indonesia riguardo ai vaccini creati con cellule fetali e animali – in particolare il maiale, che è haram, proibito.

 

Di recente, abbiamo riportato dell’esitazione della popolazione musulmana cecena verso il siero anti-COVID.

 

La verità è che nessuno è davvero al riparo dall’imperativo vaccinale. L’ayatollah iraniano si è vaccinato con una fiala made in Iran, il CovIran. In Indonesia lo Stato minaccia punizioni pesanti per chi dissente dall’inoculo. In Pakistan mesi fa hanno iniziato a bloccare la SIM telefonica dei non vaccinati.  talebani si sono aperti a Instagram e Twitter, con selfie fichissimi, aprirsi alla siringa genica ci sembra un dettaglio minore.

 

L’unica vera opposizione al mondialismo è quella di chi rifiuta la sottomissione biotica e il siero mRNA

No, neanche la Jihad può qualcosa contro il vaccino.

 

Il che ci porta alle logiche, legittime conclusioni di tutto questo: l’unica vera opposizione al mondialismo è quella di chi rifiuta la sottomissione biotica e il siero mRNA.

 

L’unica vera minaccia all’establishment oggi è l’antivaccinismo, diffuso in ogni angolo della Terra.

 

L’unica vera resistenza al Nuovo Ordine Mondiale è quella di chi difende la dignità dell’uomo e l’inviolabilità della sua materia genetica.

 

L’unica vera resistenza al Nuovo Ordine Mondiale è quella di chi difende la dignità dell’uomo e l’inviolabilità della sua materia genetica. L’unica vera «Guerra Santa» è quella per la libertà e la legge naturale. L’unico vero Dio è Colui che, a ciascun essere umano, ha infuse entrambe tramite il dono della vita

L’unica vera «Guerra Santa» è quella per la libertà e la legge naturale.

 

L’unico vero Dio è Colui che, a ciascun essere umano, ha infuse entrambe tramite il dono della vita.

 

Vi è solo un Dio, il Dio della vita. Vi è solo una battaglia, quella della Vita contro la Morte e la sua Cultura.

 

Questa è la Via. Questa è la Verità che ci renderà liberi.

 

Perché, ha detto il Signore: «Io sono la via, la verità e la vita» (Gv 14,6)

 

 

 

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