Bizzarria

I talebani trollano Biden mangiando il gelato!

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Operazione simpatia per i talebani ora al potere a Kabul.

 

Venti anni fa sui lampioni dei centri urbani afghani era possibile vedere ammassi di nastri magnetici che garrivano al vento: la musica e i film nel regno degli «studenti coranici» erano proibiti.

 

Ora, riportano le cronache, i ragazzi con mitra al collo che controllano la capitale si fanno selfie con lo smartphone ad ogni piè sospinto. Qualcosa è cambiato.

 

Ecco che quindi giunge qui la foto della settimana: i talebani che mangiano il gelato.

 

 

A dire il vero non siamo nemmeno sicuri di poterlo definire «gelato»: si tratta di un cono con ficcato in cima un espresso spiraliforme bianco e ocra.

 

Tuttavia in molti hanno recepito un messaggio chiarissimo: la trollatura totale di Joe Biden.

 

È arcinoto che Biden è un aficionado della fredda leccornia bellunese. In campagna elettorale divenne un caso quando ci si rendette conto che, assiepato dai giornalisti fuori da una gelateria, l’unica domanda che essi sapevano fargli era «che gusto ha preso?», dimenticandosi totalmente degli scandali che scoppiettavano durante la campagna elettorale, tipo il famoso hard disk del figlio Hunter pieno di filmini di depravazione, messaggi allucinanti e forse qualche prova di una miliardaria corruzione internazionale a favore di Paesi stranieri.

 

 

I talebani rispondono così: il gelato adesso lo magnamo noi.

 

«Il messaggio è chiaro. Sanno che Biden è un uomo debole e mentalmente disabile e non hanno paura dell’America sotto la sua guida. Questa è l’immagine che Biden ha proiettato ai nemici dell’America» scrive Steve Watson.

 

Ora, c’è chi sospetta che dietro all’uso dei social media dei talebani vi sia un’agenzia di PR… americana.

 

Al momento però possiamo solo plaudire alla trollata riuscita benissimo.

 

Alla fine faranno massacri indicibili, ma almeno hanno dimostrato che sanno stare sui social media – dove possono prendere per il sedere il presidente americano più inetto della storia.

 

Benvenuti nel XXI secolo.

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