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«Rimangono al potere…»: mons. Viganò commenta la morte di McCarrick

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato la morte dell’ex cardinale statunitense Theodore McCarrick, potente figura del cattolicesimo americano e mondiale accusato di crimini osceni portati avanti nei decenni.

 

«La morte di Theodore McCarrick, del quale ho denunciato gli orribili crimini e le perversioni sin dal 2006 e che anche pubblicamente ho richiamato al pentimento e alla conversione, lascia dietro di sé decine, centinaia di vittime alle quali né i tribunali canonici né quelli civili hanno mai riconosciuto giustizia» scrive monsignor Viganò in un post su X.

 


«Rimangono tuttora al potere, in America e in Vaticano, quelli che McCarrick chiamava senza alcun pudore “i miei nipoti”, promossi all’episcopato e al cardinalato, corrotti e ricattabili come lui» accusa il prelato lombardo.

 

«Rimane impunito sul Trono di Pietro l’usurpatore del Papato, che a McCarrick deve l’elezione» continua l’arcivescovo. «Rimane dilagante la piaga della sodomia, principale causa del decadimento morale e della corruzione nella Gerarchia ecclesiastica».

 

 

Nella caduta dell’ex cardinale, che predava adulti e ragazzini, fu fondamentale la testimonianza dell’agosto 2018 dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, che ha accusato papa Francesco di essere a conoscenza della condotta sessuale inappropriata di McCarrick (e delle sanzioni impostegli da Benedetto XVI), ma di averlo riportato nelle grazie del Vaticano.

 

Di recente monsignor Viganò è tornato sulla questione dimostrando come anche le ultime nomine vescovili di Bergoglio in USA siano derivate dal giro dello scandaloso ex cardinale.

 

La Chiesa americana (grazie anche al ruolo preminente dei Gesuiti americani nel sovvertimento della Dottrina cattolica) si trova in una situazione disastrosa, pianificata deliberatamente negli ultimi decenni mediante un’infiltrazione sistematica che possiamo far risalire ad alcuni esponenti di spicco» ha dichiarato Viganò al New York Times. «Da questi prelati sono partite varie filiere di sacerdoti e vescovi corrotti, tra cui quella di Theodore McCarrick e dei suoi «nipoti» (…) Sono tutti uomini di Bergoglio, da lui protetti, promossi e forse sotto ricatto.

 

Come ripetuto da Renovatio 21, per lungo tempo il messo per l’accordo con Pechino fu il cardinale Theodore McCarrick. McCarrick quando andava in Cina a trattare per la normalizzazione dei rapporti tra Repubblica Popolare e Santa Sede, dormiva in un seminario della Chiesa Patriottica Cinese…

 

Secondo alcune ricostruzioni il McCarrick, oltre che essere il cardinale più influente degli USA, avrebbe gestito un sistema – una vera e propria filiera – di aspiranti sacerdoti che in altri tempi sarebbero stati scartati dai seminari. Un’investigazione di un sacerdote riportata anni fa dal giornale americano National Catholic Register parla della creazione da parte di McCarrick di una «”pipeline” omosessuale che incanalava i candidati latinoamericani vulnerabili in alcuni seminari statunitensi dove venivano sfruttati sessualmente, e successivamente ordinati come preti attivamente omosessuali in alcune diocesi americane». In pratica, da Paesi come Messico, Porto Rico, Costa Rica, Colombia, il sistema istituito dal cardinale avrebbe preso i candidati scartati per la loro omosessualità per inserirli nei seminari americani.

 

McCarrick, a cui è stata diagnosticata la demenza nel 2022, è stato dichiarato dai giudici sia nel 2023 che nel 2024 non idoneo a comparire di fronte ai tribunali civili per accuse di violenza sessuale su minori. Per i suoi crimini, quindi, non è passato per la Giustizia umana. Sulla Giustizia ulteriore, non osiamo pronunciarci.

 

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Wikimedia

 

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