Economia

Parigi mette al bando i monopattini elettrici. E l’Italia?

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Arriva dalla capitale francese un’improvvisa e inaspettata e inaspettata fiammata di civiltà: la proibizione dei monopattini elettrici.

 

L’ultimo dei 15.000 monopattini elettrici condivisibili a batteria di Parigi è stato rimosso dalle strade della città giovedì, in vista di un divieto entrato in vigore venerdì dopo la scadenza dei contratti degli operatori di scooter.

 

Una delle prime città europee ad adottare il noleggio delle due ruote cinque anni fa, Parigi è stata una delle prime a vietarne il noleggio per strada dopo che un referendum di aprile ha mostrato che il 90% degli elettori voleva che i pericolosi veicoli urbani sparissero.

 

L’affluenza alle urne è stata estremamente bassa – solo il 7,5% dei residenti ha votato – e le società di noleggio si sono lamentate dei «metodi di voto restrittivi» che hanno trascinato Parigi di nuovo nell’epoca buia dei trasporti pubblici nonostante le Olimpiadi del 2024 fossero proprio dietro l’angolo. Tuttavia, la misura è stata sostenuta dal sindaco Anne Hidalgo, una socialista e sostenitrice del ciclismo che in precedenza aveva sostenuto le azioni di scooter elettrici. Il divieto non riguarda i veicoli privati.

 

Gli e-scooter – in particolare quelli noleggiati in strada, di cui si avvalgono soprattutto turisti e bambini (che potevano guidarli legalmente dall’età di 12 anni prima che l’età minima fosse aumentata a 14 anni a marzo) – sono stati ritenuti in Francia per anni la rovina di ciclisti, pedoni e gli automobilisti, che si snodano nel traffico, ingombrano i marciapiedi e si muovono a velocità troppo elevate per i pedoni e troppo lente per i guidatori (fino a 27 km/h).

 

Ci sono stati almeno tre decessi associati a incidenti con scooter elettrici solo nel 2022, con 459 feriti, un aumento rispetto al singolo decesso e ai 353 feriti del 2021.

 

Nell’incidente del 2021, in cui una donna italiana di 31 anni è rimasta uccisa dopo che uno scooter elettrico che trasportava due persone le è finito addosso. La morte della signora ha portato l’attenzione internazionale sul problema.

 

La capitale francese aveva già represso gli scooter nel 2019 e nel 2020, imponendo limiti di velocità e tracciamento integrati con pesanti multe fino a 1.500 euro, l’obbligo di indumenti ad alta visibilità, limitando il numero di operatori che potevano utilizzare uno, e multando gli utenti che abbandonano i monopattini in strada dopo l’uso.

 

Tuttavia, le lamentele sull’anarchia veicolare persistevano e Hidalgo ha revocato il suo sostegno ai viaggi in condivisione, indicendo il referendum di aprile e lamentandosi di quanto fossero insostenibili, pericolosi e «costosi» a 5 euro per dieci minuti.

 

Secondo quanto riferito, le società di noleggio che gestiscono azioni di e-scooter, tra cui Dott, Lime e Tier, pianificano trasferirsi in altre città europee con regimi più permissivi, anche altrove in Francia.

 

Anche Italia sta aumentando il nervosismo nei confronti dei monopattini che sfrecciano per le città incuranti di tutto complicando il traffico urbano e creando pericoli. Il ministro dei Trasporti Matteo Salvini ha più volte reiterato la sua intenzione di bandirli.

 

Per qualche oscura ragione, pare che molti degli immigrati mantenuti dal contribuente nelle ultime ondate kalergiste, siano stati dotati, oltre che di vestiti alla moda e di smartphone, vitto e alloggio e avvocato, anche di monopattino elettrico: per molti di loro il salto da Paesi con strade senza asfalto alle regole del traffico italiano avviene con l’avveniristico scooter.

 

L’introduzione di questi veicoli, largamente prodotti nella Repubblica Popolare Cinese, è stata, se ricordiamo, una delle idee del governo più filocinese della storia della Repubblica Italiana, il governo Conte bis.

 

Nel decreto Milleproproghe (2020) compariva persino un marchio registrato specifico – cosa, se non rara, vagamente speciosa in un documento del legislatore: il Segway. Più che un veicolo elettrico, il Segway è (o meglio, era) un brand: una marca. Creato nel 2009 in New Hampshire, nel 2015 Segway fu acquistato da Ninebot, megaditta pechinese specializzata in robotica di trasporto, attualmente fra i principali produttori dei dispositivi incentivati in circolazione.

 

Nel decreto rilancio (2020) arrivò quindi il bonus da 500 euro per comprare il monopattino elettrico. Questo mentre il lockdown aveva distrutto intere attività, messo alla fame famiglie.

 

Lo scempio è arrivato infine alla segnaletica stradale, cambiata per introdurre vaghi riferimenti – di grande sapore grillino: velleitari e senza sostanza – alla «micromobilità elettrica».

 

C’è, dietro al monopattino, una geopolitica tossica e infame, che ricalca la storia del nostro Paese, deindustrializzato e delocalizzato dai nostri stessi vertici, volonterosi carnefici della classe media. Anche quando, come nel caso dei 5 stelle, si prendono persone a caso per fare i deputati, il risultato non cambia.

 

Lassù in alto hanno deciso di rendere la vostra vita un inferno – anche con i monopattini.

 

 

 

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