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L’idra dalle cinquecento teste. Elogio dei refusi di Renovatio 21

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Sì, lo riconosciamo. Qui su Renovatio 21, è strapieno di refusi. Sono certo che ne troverete anche su questo articolo che state leggendo, che è, appunto, sui refusi. Rimirate il metalivello su cui operiamo.

 

Il lettore deve sapere, innanzitutto che ce ne vergogniamo profondamente. Tipo, davvero tanto. Ricordo ancora quando, forse un lustro fa, ricevetti una mail di uno sconosciuto che diceva che la quantità di refusi negli articoli di Renovatio 21 non solo li rendeva solo illeggibili, ma perfino ne capovolgeva il senso, qualsiasi cosa volesse dire.

 

Ci rimanemmo malissimo. Certo, cercammo su internet nome e cognome del messaggiatore per guardarne una foto e, trovatala, inviammo qualche insulto mentale sul suo aspetto fisico, la regione di provenienza, perfino la marca di motocicletta con cui si ritraeva. Tuttavia, la vergogna rimase.

 

È semplicemente impossibile mantenere questo sito – questo giornale – con la struttura attuale, senza incorrere in errori di battitura. Perché i correttori di bozze – figura che pure esiste nel nostro microcosmo, ma solo ex post, cioè ad articolo stampato – non possiamo permetterceli.

 

Considerate quindi, la differenza tra questo sito e un giornale tradizionale: quelli hanno tanto tempo per far uscire gli articoli, tutti in una volta, e ci hanno tanti soldi, che servono a pagare i giornalisti (sì, in questo lavoro si dovrebbero prendere soldi, si dovrebbe avere uno stipendio, incredibile a dirsi) per dare circa una notizia al giorno – e qui ci viene da ridere davvero.

 

Poi, la testata tradizionale ha altre agevolazioni: i soldi, che derivano dagli editori o da trame di fondi pubblici, servono non solo a assumere redattori, caporedattori, direttori correttori di bozze, che leggono e rileggono i pezzi, ma anche a pagare avvocati nel caso qualcuno abbia da eccepire su quanto il giornale ha riportato sull’onda della famosa libertà di parola e di stampa vigenti in Italia.

 

Insomma, guardo i giornaloni e la loro condizione e dico: che figata.

 

Tuttavia, chiedo ai lettori un semplice sforzo mentale: davvero, refusi a parte, quanta differenza trovate tra Renovatio 21 e una testatona di livello?

 

(Magari, con firme del firmamento giornalistico come vecchi arnesi della parapolitica e della prottologia fantasy?)

 

Quale senso vi dà scorrere Renovatio 21 rispetto allo sfogliare un giornale? Sentite che l’informazione che vi dà il giornalone sia più completa, più veritiera, più necessaria?

 

Forse è così. Potete scrivercelo, non produrremo insulti celebrali alle vostre moto, promettiamo. Tuttavia, la sensazione che registriamo in molti fedeli lettori che ci contattano, non è questa: qualcuno, più di qualcuno ha capito che quello che stiamo cercando di fare, che è un lavoro ad ampio spettro (basato su un altro lavoro, una partita IVA che fa tutt’altro) condotto per rivendicare la centralità di quello che stiamo dicendo, e ripetendo.

 

Cioè: quello che scriviamo, e riscriviamo, è importante. Perché riteniamo che sia necessario per orientarsi nel mondo attuale. Che sia la Verità, che, come sta scritto, rende liberi.

 

Ci sarebbe anche poco da scherzarci sopra. La differenza tra chi segue da tempo Renovatio 21 e chi no potrebbe essere una miocardite, un turbocancro, un malore improvviso, un figlio autistico o in provetta, un voto alla Meloni, o perfino a Conte o a chissà chi altro, senza citare una mente rivoltata dai farmaci o una passione per i delfini.

 

Ribadito anche questo argomento per aumentarci temporaneamente l’autostima, il problema dei refusi rimane.

 

Ecco quindi che vengonci in aiuto la Storia e la Cultura, con la storia dell’«Idra dalle cinquanta teste».

 

Nella prefazione, intitolata «Alli benigni lettori» ad un libro di tale Achille Fario Alessandro nel 1563, il tipografo veneziano Cavallo ebbe a scrivere parole immortali:

 

«In tutte le attioni humane quasi di necessità convien che succedano de gli errori: ma dove più facilmente, in più diversi modi, et più ne possono accadere che si avengano nello stampare i libri, non ne so immaginare alcuna. Et parmi la impresa della corretione di essi veramente poterla assomigliare al fatto di Hercole intorno all’Hydra de i cinquanta capi: percioché si come quando egli col suo ardire, et forze le tagliava una testa, ne rinascevano due, così parimenti mentre co’l sapere, et con la diligentia, si emenda un errore, le più volte s’imbatte che ne germogliano non pur due, ma ancho tre et quattro, spesse fiate di maggior importanza, che non era il primo…»

 

Ecco: premettendo che quelli sopra non son refusi ma effetti dell’inconsistenza storica della lingua italiana (quella parlata oggi è artifiziale quanto lo è l’ebraico parlato in Israele), potete vedere di cosa si tratta. Sì, uno sforzo ercùleo (bell’aggettivo, a pensarci, da usare più spesso, con ironia, specie parlando di battaglie LGBT). Siamo dinanzi, ogni dì, all’idra dalle cinquanta teste, moltiplicate per dieci e più.

 

Renovatio 21 affronta quindi, a partire dalle prime ore di ogni mattino, mostri a cinquecento teste. Il fatto che questo mostro lo incontra anche il lettore è da prendersi come prova della nostra sincerità, o meglio, del flusso di energia continua che mettiamo in quest’opera.

 

Ci rendiamo conto, gli errori son brutti. Mica si può incappare tutti i giorni nel refuso del secolo, quello in cui, scrisse un giornale di Trieste nel 1940, il podestà baciò la mano della regina, solo che in stampa la parola «mano» ebbe scambiate le vocali.

 

E non è che stiamo con le mani in mano: sapete che lavoriamo per creare una struttura sempre più compatta, concreta, organizzata. La velocità con cui crescerà Renovatio 21, edificando una realtà sempre più granitica, dipende solo ed esclusivamente dall’aiuto che riceveremo dai lettori.

 

Per questo, nel giorno del suo imprecisato compleanno, il fondatore, direttore, caporedattore, redattore, non-correttore di bozze vi chiede un aiuto per mandare avanti il progetto.

 

Quando ero sui social – prima che dovessi portarne uno in tribunale, cioè – nel giorno del compleanno usavo pubblicare una foto, scattata forse una decade fa, dove non ero venuto nemmeno troppo bene, ma che serviva da invito alla celebrazione che per tanti anni avveniva tradizionalmente al Bar Basso, a Milano. Un bicchiere di Negroni sbagliato (praticamente l’unico alcolico che consumavo nell’unica occasione in cui, anche senza troppa voglia, bevevo qualcosa) in compagnia di amici – cioè di chiunque stava condividendo con me un percorso di qualche tipo.

 

 

Facebook, quando disintegrò il mio account personale assieme alla pagina di Renovatio 21, aveva ovviamente cancellato anche questa foto-invito. Quindi, per accertarmi della sua immortalità, la pubblico qui, su Renovatio 21.

 

Vorrei che servisse come messaggio ai lettori che ci vogliono bene: stiamo insieme, parliamo, ridiamo, chiacchieriamo, raccontiamo, condividiamo. Viviamo questa cosa, guardandoci in faccia.

 

Nel frattempo, per chi volesse sostenere Renovatio 21

 

  • Donazione con PayPal o carta di credito

 

  • Donazione con bonifico bancario

Roberto Dal Bosco

Banca Isybank

Causale «Sostegno al giornalismo indipendente»

IBAN IT69U0338501601100000159958

 

 

Come vorrei invitare tutti i lettori a bere lo Sbagliato – un cocktail irresistibile, che nasce di fatto come «refuso» del Negroni classico – in questo giorno di cielo terso.

 

Non escludo che un giorno succederà. In realtà la cosa è in programma, come tanto altro.

 

Per il momento, perdonatemi i refusi. La perfezione sarà solo alla fine. Alla fine di tutto. Anzi, alla fine di tuto.

 

Roberto Dal Bosco

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