Pensiero

Macron, De Sade e le giornate della Sodoma olimpica

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Nuovi livelli di putredine emergono dalle Olimpiadi macroniste, con casi sempre più gravi ma al contempo indicativi della tendenza di fondo che Renovatio 21 ha subito sottolineato a partire dalla cerimonia di apertura eso-omo-trans-apocalittica.

 

Si è allungata intanto la lista degli atleti ammalatisi dopo la gara di triathlon sulla Senna. Dopo il caso della belga Claire Michel, la cui squadra nazionale, il Belgio, ha poi deciso assai irritata di ritirarsi, parrebbe si siano ammalati due triatleti elvetici, Adrien Brifford e Simone Westermann, che accuserebbero sintomi della gastroenterite.

 

Non ci sono, tuttavia, conferme ufficiali sul fatto che la causa siano le acque della Senna infestate di batteri e chissà cos’altro.

 

Vi era stato quindi anche il malore di un atleta norvegese. Il direttore sportivo della Federtriathlon di Oslo, Arild Tveiten, ha dichiarato che, seppur non vi sia nemmeno qui conferma, «stiamo pensando quello che pensano tutti: che probabilmente è il fiume».

 

C’era stato poi il caso del triatleta canadese Tyler Mislawchuk, che aveva detto di aver «vomitato dieci volte».

 

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L’atleta belga Jolien Vermeylenn aveva detto «ho bevuto molta acqua e non sapeva di Coca-cola o Sprite». La trialteta fiamminga aveva aggiunto quindi un particolare suggestivo: «nuotando sotto il ponte, ho sentito e visto cose a cui non dovremmo pensare troppo». Che si tratti di pantegani dalle proporzioni olimpiche?

 

Nelle ultime ore la Michel, ricoverata da giorni in ospedale, ha dichiarato che non si tratta di Escherichia coli – il batterio indice di contaminazione fecale dell’acqua – ma di un virus.

 

Il Comitato organizzatore è sceso in conferenza stampa per dire che va tutto bene. «La Senna è balneabile e le gare possono svolgersi» ha dichiarato Anne Descamps – portavoce del Comitato organizzatore di Parigi. «Il 5 agosto le concentrazioni di escherichia coli erano molto basse nei tre punti dove sono stati prelevati i campioni. Le analisi sono state eseguite correttamente e c’è la balneabilità. I risultati delle analisi sono arrivati alle 10.30 e i valori per gli enterococchi sono fra 242 e 378, quindi all’interno dei margini stabiliti per la balneabilità».

 

Mancava poco, e si sarebbe detto che l’acqua è marrone a causa della cioccolata.

 

Nel frattempo atleti come il nostro Gregorio Paltrinieri si stanno allenando in piscina rifiutando quindi di scendere in fiume prima della gara, che si terrà comunque sulla Senna della discordia melmosa.

 

«Ci fidiamo degli organizzatori e delle professionalità medico-scientifiche deputate ai controlli della Senna, ma preferiamo evitare rischi di contaminazioni di qualsiasi genere provando il campo gara», ha commentato il tecnico Fabrizio Antonelli. «Abbiamo svolto allenamenti specifici per nuotare pro e controcorrente e abbiamo studiato nel dettaglio il campo gara. Siamo pronti ad affrontare avversari e difficoltà ambientali».

 

Il disastro dell’Olimpiade macronica tuttavia riguarda anche i nuotatori di tutto il mondo che gareggiano in piscina

 

Thomas Ceccon, nuotatore scledense cresciuto nelle piscine del comune antitransgenico di Creazzo (VI) è tornato a casa con «solo» un oro nei 100 a dorso e un bronzo della staffetta stile libero 4×100, e ora si sta togliendo i sassolini dalle scarpe. Il video dove lo si vede dormire all’addiaccio, vicino ad una panchina, ha fatto il giro del mondo: c’è voluto poco per capire che non si trattava di una prova di sciatteria o bizzarria del ragazzo, ma del fatto che le stanze nel villaggio olimpico sono invivibili.

 


Per questioni legate all’ambiente, pare non vi sia davvero l’aria condizionata. Ciò ha compromesso il sonno di molti atleti, e quindi il loro rendimento. Gli imperativi ecologici, prontamente eseguiti nella Francia eco-progressista di Macron, hanno insomma rovinato la condizione atletica di persone che hanno passato la vita per quel momento.

 

Il Ceccon ha raccontato che alcune squadre hanno preferito, giustamente, stare in albergo. Anche perché pare che anche i letti per gli sportivi non conciliassero il riposo: si tratta dei famosi «letti anti-sesso» fatti di cartone prodotti dall’azienda giapponese che li aveva forniti anche a Tokyo 2021; non si capisce se siano veramente pensati per rendere impossibile gli accoppiamenti tra gli atleti (ma allora, stare al Villaggio Olimpico, si chiedono in molti, che senso ha?) o sia, come dicono in tanti, una fake news globale che perdura da due Olimpiadi. Ad ogni modo, se fosse vero, che senso ha per le autorità olimpiche stabilire dell’attività sessuale degli atleti, neanche fossero degli allenatori del calcio di una volta o il coach di Rocky Balboa che sosteneva che le donne «fanno male alle gambe»?

 

Nelle sue dichiarazioni da rimpatriato, il Ceccone quindi ha toccato un tasto nuovo ed interessante: quello del cibo. «Il mangiare dopo una settimana si fa pesante» ha dichiarato il campionissimo di Magrè (VI).

 

Olimpiadi Parigi 2024, il bilancio di Thomas Ceccon: "Ho vinto tutto quello che c'era da vincere"

 

Qui si apre il capitolo ulteriore, lanciato sui giornali di tutto il mondo dal veterano del nuoto britannico Adam Peaty, fresco vincitore di una medaglia d’argento, altri due argenti e tre ori nel suo Palmares olimpico. Il Peaty qualcosa di cibo, magari pure di riflesso, deve capirla: suo suocero è Gordon Ramsey, cuoco britannico di estrema raffinatezza passato a divenire irresistibile personaggio TV di programmi come – quanto mai adatto qui citarlo – Cucine da incubo.

 

Il Peaty ha dichiarato che al Villaggio Olimpico gli è stato servito del pesce con i vermi. «Mi piace anche il pesce» ha dichiarato «ma le persone hanno trovato i vermi, Non va bene. Voglio solo che le persone abbiano le migliori condizioni e penso che siano gli atleti a poter far conoscere meglio la situazione».

 

Ora in molti dicono che anche questo è un effetto collaterale dell’ideologia green inflitta agli olimpionici: la carne non è ecologica, e quindi si è preferito il pesce, che è notoriamente più difficile da conservare. Il Comitato organizzatore si è difeso dicendo che con l’appaltatore della ristorazione «ha lavorato in maniera proattiva per adattare le forniture alla domanda in aumento dei ristoranti del villaggio».

 

In effetti, l’appaltatore sul sito si definisce come «leader nell’offrire soluzione per un’alimentazione sostenibile». La sostenibilità a discapito dei vertici dello sport dell’umanità, obbligati a mangiare materia putrefatta.

 

Peaty è andato oltre, e con lucidità: «per migliorare l’impatto ambientale, hanno ridotto del 60% i piatti a base di carne: ma come faccio io a seguire la mia dieta? Qui la narrativa della sostenibilità è stata scaricata sugli atleti». Il campione ha poi lanciato il suo grido di carnivoro funzionalmente offeso: «io ho bisogno di carne per le mie prestazioni e di mangiare come mangio a casa quando mi alleno. Non capisco perché dovrei cambiare dieta».

 

Come altri atleti che hanno lamentato la mancanza delle proteine, forse nemmeno l’olimpionico genero di Gordon Ramsey non sa che anche questo potrebbe essere un occulto fine della dottrina verde: demuscolarizzare la popolazione, renderla gracile ed indifesa, narcotizzata dai livelli glicemici che assicurano i carboidrati.

 

Tuttavia quindi ci preme sottolineare un livello di continuità di significato più profondo.

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Renovatio 21 aveva parlato della scelta, giocoforza consapevole, di immergere gli splendidi corpi degli atleti olimpici nel fiume di cacca della capitale francese

 

Ora si comprende che ci potrebbe essere un’ulteriore piano di perversione. Quello per cui a questi bei giovani viene servito con compiacimento programmatico – sadico? – della somma autorità organizzatrice (quella che si esprime con la cerimonia spaventosa, ricordiamo) cibo immondo, che sono costretti ad ingollare.

 

Si tratta di una scena che il lettore cinephile può aver visto in un film particolare, Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975), ultima, allucinante pellicola di Pier Paolo Pasolini, uscita dopo la sua morte, avvenuto mentre l’intellettuale omosessuale era appartato con il «ragazzo di vita» minorenne Piero Pelosi. Si tratta di un’opera cupa e a tratti rivoltante, dove non emerge nessuna morale che non sia la sopraffazione terminale del potere sull’innocente, e non si capisce se l’autore non sia più che altro uno spettatore che gode di tale violenza immonda.

 

1975 - SALÒ, or the 120 Days of Sodom

 

Il maestro del cinema Quentin Tarantino, che è sempre istruttivo come nessun altro quando si parla di cinema, ha rivelato in un’intervista che non ha mai assistito ad una proiezione pubblica di Salò senza che non vi sia una qualche forma di rigetto violento da parte degli spettatori. Ciò accade, pensiamo noi, per chi non ha una personalità pervertita: il film gode infatti di un culto assoluto presso circoli di omosessuali sadomasochisti.

 

Nella storia, che immagina una serie di gerarchi fascisti che sul finire della guerra mettono tanti giovani in una villa per poi poterne abusare sessualmente con ogni sorta di angheria, una scena in particolare ha colpito l’immaginazione: la massa di giovani innocenti viene obbligata a mangiare degli escrementi, tra incitamenti crudeli – «mangia! Mangia!» – poi campionati anche nella musica sperimentale del gruppo britannico Coil.

 

Then eat shit

 

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Si tratta di una sequenza raccapricciante, che epperò racconta benissimo di una fantasia che certe menti perverse possono avere: quella di esprimere il proprio potere facendo mangiare a chi è sottomesso perfino gli escrementi.

 

Ora, tra la perversione omoerotica visibile nell’opera postuma del Pasolini e quanto avviene alle mense delle Olimpiadi, c’è un altro trait d’unionSalò altro non è che un riadattamento delle 120 giornate di Sodoma del marchese De Sade, che, come noto, fu figura di rilevanza per la Rivoluzione Francese: De Sade voleva spazzar via la morale e con essa la religione organizzata – il cattolicesimo – e per le sue porcherie era stato rinchiuso alla Bastiglia, luogo la cui presa divenne simbolo stesso della Rivoluzione partita a Parigi.

 

Abbiamo già spiegato quanto la cerimonia di apertura sembra continuare questo spirito rivoluzionario: l’immagine di Maria Antonietta decapitata che intona il canto rivoluzionario ça ira per poi vedere fiumi di sangue zampillare dal palazzo in strada.

 

GOJIRA PARIS 2024 OLYMPIC LIVE PERFORMANCE COMPLETE WITH NO COMMENTS.

 

 

Del resto, al potere ci sono loro: gli eredi del 1789. I figli di Robespierre, di Marat, di Danton, di Desmoulins, … e, evidentemente, di De Sade.

 

Oltre agli ideali, è certo che è stato trasmesso ai vertici attuali di Parigi anche qualche perversione degli antenati distruttori. Anzi: sappiamo che in vari casi, ideale e perversione coincidono.

 

E quindi, perché dopo avere immerso nella merda quei giovani corpi, perché non obbligarli a mangiarne?

 

Come vogliamo chiamare questo film? Macron e le 15 giornate della Sodoma olimpica?

 

E siamo sicuri che termineranno con la fine di queste – oramai dichiarate – Sataniadi?

 

Roberto Dal Bosco

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