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L’ambasciatore russo negli USA: «il canale che ha fermato la guerra nucleare 60 anni fa è morto»

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Anatolij Antonov, l’ambasciatore russo negli Stati Uniti, ha consegnato due messaggi ai politici americani e al pubblico in un’intervista che il settimanale Newsweek ha pubblicato ieri intitolando proprio «Russia Envoy to U.S.: Channel That Stopped Nuclear War 60 Years Ago Is Dead».

 

I motivi di un tale disastro sono molteplici: primo, che la struttura di comunicazione tra Mosca e Washington è stata «demolita» e secondo Antonov, anche un ritorno allo status quo ante prima del 24 febbraio non sarebbe più sufficiente per risolvere questa enorme crisi, additando come prova la Strategia di sicurezza nazionale dell’amministrazione Biden, pubblicata il 13 ottobre.

 

Antonov ha quindi affermato che l’unica soluzione è una nuova architettura di sicurezza basata sul rispetto reciproco tra tutte le Nazioni. L’ambasciatore si è lamentato del fatto che le linee di comunicazione esistenti tra Washington e Mosca che erano cruciali per risolvere la crisi dei missili cubani del 1962 non esistono più.

 

«L’innegabile vantaggio di quel periodo era un canale riservato ininterrotto tra Anatoly Dobrynin [allora ambasciatore sovietico negli Stati Uniti, ndr] e Robert Kennedy [il procuratore generale degli Stati Uniti e fratello e consigliere del presidente, padre di Robert F. Kennedy jr, ndr]».

 

Secondo Antonov tale canale «permetteva al Cremlino e alla Casa Bianca di scambiarsi informazioni in modo tempestivo, fare analisi appropriate e chiarire le posizioni dei due Stati». Tuttavia oggi «l’infrastruttura della nostra comunicazione con gli americani è stata demolita. I tentativi dei diplomatici russi a Washington di ristabilire tali contatti sono stati inutili».

 

«L’amministrazione non è disposta a parlare con noi da pari a pari».

 

Il portavoce del Dipartimento di Stato Ned Price ha respinto questo avvertimento in modo irriverente nella sua conferenza stampa del 20 ottobre. Alla domanda ieri sull’accusa di Antonov per cui «non ci sono canali di comunicazione tra Washington e Mosca per ridurre l’escalation, come quelli che hanno impedito una guerra nucleare tra i due paesi 60 anni fa», Price ha risposto: «non è vero. Non è una caratterizzazione su cui saremmo d’accordo. Ovviamente, non è come al solito con la Federazione Russa, ma abbiamo sicuramente dei modi per trasmettere messaggi, messaggi della massima importanza, alla Federazione Russa quando necessario».

 

Con evidenza, Washington considera che «comunicazione» significhi inviare messaggi unilaterali «quando è necessario».

 

Per quanto riguarda il secondo punto di Antonov, ha scritto Newsweek: «”Vorrei sottolineare che nelle condizioni attuali un ritorno allo stato di cose precedente è inaccettabile, quando le minacce alla sicurezza nazionale russa stavano crescendo ai nostri confini occidentali”. Ma si è chiesto se Washington era “pronta per una seria conversazione professionale sulla pace e la stabilità internazionali”».

 

Il diplomatico ha indicato la nuova strategia di sicurezza nazionale pubblicata dalla Casa Bianca la scorsa settimana come prova di come gli Stati Uniti stessero solo raddoppiando i loro sforzi per far rispettare ciò a cui si riferiva come «il cosiddetto ordine basato sulle regole». Lo ha definito «una specie di fantasia che Washington ha escogitato e sta imponendo al mondo intero» e l’idea che «l’intera comunità internazionale deve unirsi nella lotta contro la Cina e la Russia».

 

La Russia, ha spiegato Antonov, «sta lottando non contro l’Ucraina, ma sul suo territorio, per la parità di relazioni, un ordine mondiale basato sul diritto internazionale, la Carta delle Nazioni Unite e l’attuazione pratica del principio della sicurezza indivisibile per tutti».

 

Come riportato da Renovatio 21, l’Antonov negli scorsi mesi ha rilasciato diversi avvertimenti in fatto di guerra atomica, avvisando che un conflitto nucleare «limitato» significherebbe certamente una guerra globale.

 

L’ambasciatore ha inoltre  spiegato varie volte l’origine della crisi elementare, di fatto precedente all’operazione militare speciale in Ucraina –

 

La situazione tra Washington e Mosca era tesa al punto che a inizio anno Antonov temeva che gli avrebbero potuto chiedere di lasciare gli USA lo scorso aprile.

 

Come ha scritto mesi fa Renovatio 21 nell’articolo «Overton nucleare, Overton ipersonica», «un tempo c’erano uomini veri che lavoravano fino all’ultimo minuto per scongiurare la distruzione. C’erano i Kruscev e i Kennedy».

 

«Essi credevano nel valore dell’umanità, nella necessità di preservarla, nell’imperativo della sua riproduzione; forse credevano perfino, da qualche parte dentro il loro cuore, in Dio».

 

«Possiamo dire lo stesso ora? Credono ancora, tra aborti, provette e sodomia, nella riproduzione umana? Credono ancora nella custodia dell’umanità, virus eco-cancerogeno per il pianeta? Credono ancora, da qualche parte nel loro essere, in Dio?»

 

«Guardate Biden e i suoi sgherri. Rispondetevi da soli. Ecco il vero precipizio a cui siamo dinanzi: la rapida Finestra di Overton atomica e ipersonica può spalancare alla Cultura della Morte l’intero XXI secolo».

 

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