Alimentazione

La Russia torna all’accordo del grano

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Il ministero della Difesa russo  ha comunicato che la Russia ha rinnovato l’attuazione della Black Sea Grain Initiative, negoziata con l’Ucraina lo scorso luglio, con la mediazione turca e ONU.

 

«Con l’aiuto dell’Organizzazione internazionale e della Turchia, sono state ottenute e presentate all’Ucraina le necessarie garanzie scritte dell’Ucraina sul non utilizzo del corridoio umanitario e dei porti ucraini destinati all’esportazione di prodotti agricoli, per operazioni militari contro la Federazione Russa», si legge nella dichiarazione russa, dopo un paragrafo introduttivo che cita l’attacco del 29 ottobre alle navi della flotta del Mar Nero a Sebastopoli e che la Russia lo ha portato all’attenzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

 

Il messaggio è stato postato in russo sul canale Telegram del Ministero degli Esteri.


 

«La parte ucraina, in particolare, ha ufficialmente assicurato che “il corridoio umanitario marittimo sarà utilizzato solo in conformità con le disposizioni dell’Iniziativa del Mar Nero e del relativo regolamento JCC”» (Joint Coordination Center, ndr), continua la dichiarazione, che conclude dicendo che «la Federazione Russa ritiene che le garanzie ricevute in questo momento siano adeguate e riprende l’attuazione dell’accordo – l’Iniziativa per il trasporto sicuro di cereali e alimenti dai porti ucraini (l’Iniziativa del Mar Nero) – che era stato interrotto a seguito l’attacco terroristico a Sebastopoli».

 

La dichiarazione ha fatto seguito agli sforzi diplomatici del presidente turco Recep Tayyip Erdogan ieri, che includeva telefonate con il presidente russo Vladimir Putin e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, nonché continue discussioni a livello di ministri degli esteri e della difesa.

 

Il comunicato del Cremlino della telefonata di Erdogan-Putin non solo riportava lo stress di Putin sul regime di Kiev che fornisce garanzie di non utilizzare il corridoio umanitario per le operazioni militari, ma anche sulla seconda parte dell’accordo sui cereali, «sullo sblocco dei prodotti agricoli e dei fertilizzanti russi esportazioni verso i mercati globali».

 

L’agenzia russa TASS ha citato il coordinatore delle Nazioni Unite presso il Centro di coordinamento congiunto di Istanbul, Amir Abdullah, dicendo che l’ONU prevede che la navigazione navale attraverso il corridoio del grano riprenderà il 3 novembre. «Le esportazioni di grano e generi alimentari dall’#Ucraina devono continuare. Sebbene non siano previsti movimenti di navi per il 2 novembre nell’ambito della #BlackSeaGrainInitiative, prevediamo che le navi cariche salperanno giovedì», ha affermato il 3 novembre su Twitter.

 

Come riportato da Renovatio 21, il grano è da inizio anno al centro di uno psicodramma internazionale, con una speculazione rampante e nazioni che bloccano le esportazioni (come l’Ungheria che ha fermato gli acquisti da parte dell’Italia).

 

Vi sono diverse questioni, inoltre, sul grano dell’Ucraina, le cui terre, sotto Zelens’kyj, sono finite a multinazionali americane e alle loro coltivazioni OGM.

 

Renovatio 21 due anni fa pubblicava un’intervista al professor Mario Pagliaro dal titolo illuminante e ancora profetico: «la produzione di grano nel mondo si ridurrà e ci sarà la corsa alle requisizioni».

 

 

 

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