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Armi anti-satellite: tensione nello spazio tra USA e Russia

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Washington protesta dopo che la Russia ha condotto un inaspettato test anti-satellite (ASAT) in orbita la scorsa settimana.

 

Secondo quanto confermato dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, un missile russo avrebbe colpito un satellite russo fuori servizio creando oltre mille pezzi di space junk («spazzatura spaziale) ora sotto tracciamento.

 

Il Comando spaziale degli Stati Uniti ha quindi annunciato che una «nuvola di detriti» ha costretto gli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale a ripararsi nei loro veicoli di fuga: tuttavia non è ancora chiaro se l’evento fosse correlato al test anti-satellite della Russia e che si tratti quindi di bieca propaganda di geopolitica spaziale da parte di Washington.

 

In una dichiarazione rilasciata dal Dipartimento di Stato degli Stati Uniti , il portavoce Ned Price ha confermato che «il test ha finora generato oltre 1500 pezzi di detriti orbitali tracciabili e centinaia di migliaia di pezzi di detriti orbitali più piccoli che ora minacciano gli interessi di tutte le nazioni».

 

«Lavoreremo con i nostri alleati e partner in diversi modi per chiarire che gli Stati Uniti, che la comunità internazionale non tollererà questo tipo di comportamento irresponsabile», ha osservato Price riferendosi al test ASAT, aggiungendo che gli Stati Uniti non reagiranno «oggi».

 

Il problema della spazzatura spaziale è sempre più sentito. A fine settembre un satellite militare cinese sarebbe stato seriamente danneggiato da un razzo russo in disintegrazione.

 

Il problema può crescere esponenzialmente: una collisione potrebbe innescare un effetto a catena causando una serie esponenziale di collisioni, un fenomeno noto come «sindrome di Kessler». Il consulente NASA Donald J. Kessler nel 1978 propose questo scenario in cui i detriti spaziali LEO (Low Earth Orbit – cioè in orbita bassa) divengono talmente tanti da dare vita ad una reazione a catena di scontri con incremento esponenziale del numero di detriti e quindi di ulteriori impatti. Il risultato potrebbe essere la totale inoperabilità dello spazio: nessun missile o satellite riuscirebbe ad uscire dall’atmosfera senza essere colpito violentemente da detriti orbitanti.

 

Chiaramente, un attacco ad un satellite aumenta il rischio di uno scenario con spazzatura spaziale fuori controllo.

 

Le armi anti-satellite (ASAT) sono tecnologie spaziali progettate per inabilitare o distruggere i satelliti per scopi strategici o tattici.

 

Diverse nazioni possiedono sistemi ASAT operativi, ma ad oggi nessuna arma di questo tipo è stata ancora utilizzato in guerra.

 

India (2012), Russia (2015), Cina (2007) e Stati Uniti (2008) hanno abbattuto con successo i propri satelliti per dimostrare le loro capacità ASAT in quella che è, nella piena antropologia militare, una pura dimostrazione di forza.

 

Come scritto più volte da Renovatio 21, i satelliti e l’uso dello spazio sono passaggi fondamentali per la sovranità delle nazioni e degli individui del XXI secolo. La sovranità di un popolo non è tale, oggi, se non ha accesso allo spazio: perché altrimenti è costretta a subire i satelliti di altri soggetti – e magari non solamente Nazioni riconosciute.

 

Come può un Paese dirsi sovrano, se non è padrone di ciò che gli sta sopra la testa?

 

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