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La Cina esorta Washington a «ridurre il ruolo delle armi nucleari nella politica di sicurezza»

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Il governo cinese ha risposto alle dichiarazioni di Pranay Vaddi, direttore senior per il controllo degli armamenti, disarmo e non proliferazione presso il Consiglio di sicurezza nazionale degli Stati Uniti, secondo cui Cina, Russia e Corea del Nord stavano espandendo i loro arsenali nucleari a un «ritmo vertiginoso» e ha mostrato «poco o nessun interesse per il controllo degli armamenti».

 

«In assenza di un cambiamento nella traiettoria dell’arsenale avversario, nei prossimi anni potremmo raggiungere un punto in cui sarà necessario un aumento rispetto agli attuali numeri dispiegati» aveva aggiunto il Vaddi.

 

Il quotidiano di Hong Kongo South China Morning Post ha riferito che «la Cina ha risposto dicendo all’agenzia di stampa statale russa TASS: “gli Stati Uniti devono riflettere sul proprio comportamento e impegnarsi a fare la cosa giusta”. Gli Stati Uniti dovrebbero ridurre il ruolo delle armi nucleari nelle politiche di sicurezza nazionale e collettiva e agire in modo responsabile per il benessere del mondo».

 

«Gli Stati Uniti possiedono l’arsenale nucleare più grande e avanzato del mondo. Anche così, si aggrappa a una politica nucleare di primo utilizzo, escogita strategie di deterrenza nucleare contro altri e ha investito molto nel potenziamento della sua triade nucleare».

 

Il SCMP ha anche citato Lu Xiang, ricercatore presso l’Accademia cinese delle scienze sociali, che ha commentato le osservazioni del Vaddi.

 

«Credo che il governo cinese lo considererà come un commento che aggiunge elementi negativi a un mondo già turbolento. Questo messaggio dagli Stati Uniti spingerà alcuni paesi a preparare alcune testate nucleari per il lancio, il che aumenterà il rischio a cui va incontro il mondo».

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso ottobre il Pentagono aveva lamentato pubblicamente come la Repubblica Popolare Cinese stesse espandendo «rapidamente» il proprio arsenale nucleare.

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Tre anni fa era emerso che la Cina aveva costruito 119 silos missilistici in un deserto vicino alla città di Yumen, nel nord-ovest della Cina. Tali siti contengono le stesse caratteristiche osservate in altre strutture di lancio in grado di lanciare missili balistici con testata nucleare.

 

A fine 2022 l’ammiraglio Charles Richard, il comandante uscente del Comando Strategico degli Stati Uniti, aveva lasciato trasparire la sua preoccupazione riguardo il fatto che l’attuale costrutto di deterrenza nucleare degli Stati Uniti possa non funzionare sia contro la Russia che contro la Cina, che descrive come potenze nucleari «quasi pari» con cui gli Stati Uniti sono in concorrenza.

 

A inizio 2023, in una lettera al Congresso datata 26 gennaio, il generale Anthony Cotton, nuovo comandante del Comando Strategico degli Stati Uniti, aveva scritto che «il numero di lanciatori di missili balistici intercontinentali fissi e mobili in Cina supera il numero di lanciatori di missili balistici intercontinentali negli Stati Uniti».

 

«La Cina si sta rapidamente avvicinando alla parità con gli Stati Uniti», aveva affermato in un’udienza il presidente del Comitato per i servizi armati della Camera, il rappresentante Mike Rogers, secondo il Wall Street Journal. «Il Partito Comunista Cinese sta rapidamente espandendo la sua capacità nucleare. Hanno raddoppiato il loro numero di testate in soli due anni. Avevamo stimato che ci vorrebbero dieci anni per farlo».

 

Come noto, la Cina disporrebbe di tecnologia ipersonica, realizzata peraltro con l’aiuto di imprese e scienziati statunitensi, mentre gli USA non sono ancora arrivati al punto di poter schierare armi ipersoniche, che sarebbero però già disponibili ad una schiera di Paesi tradizionalmente ostili a Washington come RussiaNord CoreaIran.

 

Come riportato da Renovatio 21, ha destato impressione la notizia di esperimenti genetici cinesi che inserendo un gene di tardigrado in un embrione umano di fatto aprono la via alla creazione di supersoldati OGM radioresistenti, in grado, cioè, di sopravvivere alle radiazioni, con vantaggio non indifferente in condizioni di guerra nucleare.

 

Come riportato da Renovatio 21, la Cina ha appena definito gli USA come la «massima minaccia alla sicurezza nello spazio».

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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