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Il misterioso ritorno della scarlattina. Che non ha vaccino.

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I casi di scarlattina sono ora la preoccupazione maggiore per molti ricercatori, ormai tutti sconcertati per come certe malattie stanno tornando.

Dal 2014 la malattia è in aumento, e i ricercatori non riescono a trovare la causa.

La scarlattina ha raggiunto il suo massimo livello in Inghilterra da 50 anni, con oltre 17.000 casi segnalati nel 2016, secondo le ricerche della rivista Lancet.

L’infezione è più comune nei bambini di età inferiore ai 10 anni e anche se altamente contagiosa (essendo diffusa facilmente anche attraverso una semplice tosse) è facilmente curabile con un ciclo di antibiotici. Ma questo, di per sé, solleva comunque preoccupazioni sulla malattia visto che pare essere diventata resistente agli antibiotici, queso esponendo al rischio di una pandemia globale.

I medici stanno esortando il pubblico a prendere conoscenza dei sintomi – tra cui un’eruzione cutanea di colore rosa – così da essere pronti a chiedere aiuto tempestivo al proprio medico nel caso in cui qualcuno di essi si verificasse.

I dati per il 2017 indicano che il tasso di infezione potrebbe essere in calo, ma gli esperti restano cauti, asserendo che è “troppo presto per dirlo”.

Normalmente, le nazioni più sviluppate hanno una migliore possibilità di gestire un focolaio come questo, ma l’Inghilterra, ad esempio, è a rischio di perdere il controllo riguardante questa epidemia di scarlattina.

Un’indagine congiunta da parte delle autorità sanitarie di tutta l’Inghilterra e il Galles ha rilevato che l’incidenza della scarlattina è triplicata tra il 2013 e il 2014, passando da 4.700 a 15.637 casi. Nel 2016, ci sono stati 19.206 casi segnalati, il livello più alto raggiunto dal 1967.

«Siamo preoccupati, è un aumento piuttosto drammatico», ha detto la dott.ssa Theresa Lamagni, responsabile della sorveglianza streptococcica presso la Public Health England, che ha guidato lo studio.
“Abbiamo sempre visto casi di scarlattina, ma la scala in passato è stata sempre molto più bassa confronto agli ultimi anni”.
La dottoressa Lamagni ha definito il numero crescente di casi di scarlattina “sconcertante”, aggiungendo che non sono state identificate cause sottostanti. Ha sottolineato che i singoli casi della malattia non sono più gravi di prima: è solo una questione di scala.

La scarlattina era una causa comune di morte nell’era vittoriana, ma andò via via declinando dopo l’introduzione degli antibiotici. Come con qualsiasi infezione batterica, il trattamento tempestivo rimane essenziale per prevenire sia la diffusione della malattia, che il rischio di ulteriori complicanze come la polmonite e il danno epatico. A chiunque sia diagnosticata la scarlattina si consiglia di rimanere in casa almeno fino a 24 ore dopo l’inizio del trattamento, per evitare di trasmettere l’infezione.

Non esiste un vaccino contro la malattia e tutti i casi devono essere segnalati dai medici alle autorità sanitarie locali. I test genetici molecolari hanno escluso un nuovo ceppo dell’infezione. Inoltre, non c’è ancora alcuna certezza che la malattia sia diventata resistente alla penicillina normalmente usata per curarla – quantomeno per ora.

 

 

 

Fonte: Mac Slavo, SHTFplan.com,

 

Immagine di Sue Clark via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)

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