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I sindacati israeliani indicono uno sciopero generale contro Netanyahu e la mancata liberazione degli ostaggi

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Ieri 2 settembre si è tenuto in Israele un grande sciopero indetto dai sindacati dopo che i corpi di sei ostaggi israeliani sono stati trovati assassinati in un tunnel a Gaza. Lo sciopero ha coinvolto varie infrastrutture pubbliche, tra cui il principale aeroporto del Paese.

 

I leader della federazione sindacale Histadrut hanno incontrato i familiari degli ostaggi, mentre è esplosa la rabbia contro il primo ministro Benjamin Netanyahu per il suo fallimento nell’ottenere un accordo sugli ostaggi e nel salvare gli ostaggi.

 

Uno degli uccisi è Hersh Goldberg-Polin, un 23enne con cittadinanza congiunta statunitense-israeliana. I suoi genitori hanno lanciato un appello emotivo per un accordo sugli ostaggi alla Convention Nazionale Democratica degli Stati Uniti.

 

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Il quotidiano israeliano Haaretz riferisce che molti israeliani incolpano Netanyahu per le morti, e che sta crescendo una divisione sempre più profonda tra lui e la leadership delle Forze di Difesa Israeliane (IDF).

 


Bar-David ha dichiarato in una conferenza stampa prima dello sciopero:

 

«Dobbiamo fermare l’abbandono degli ostaggi…. Sono giunto alla conclusione che solo il nostro intervento può scuotere chi ha bisogno di essere scosso», ha osservato, dicendo che il principale aeroporto israeliano, Ben Gurion International, sarebbe stato chiuso per decolli e atterraggi dalle 8 del mattino, e le scuole apriranno solo fino alle 11.45. Gli asili nido saranno chiusi tutto il giorno, aveva annunciato il Sindacato degli insegnanti.

 

Poche ore fa un tribunale israeliano ha ordinato la fine dello sciopero nazionale indetto per la gestione dei colloqui sugli ostaggi.

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Immagine screenshot da Twitter

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