Droga
Gli USA mascherano il tentativo di controllare l’America Latina con la «guerra alla droga»: parla il presidente boliviano Arce
Washington sta usando la cosiddetta guerra alla droga come copertura per cercare di dominare politicamente ed economicamente l’America Latina, ha affermato mercoledì il presidente boliviano Luis Arce.
Arce criticato duramente il dispiegamento militare statunitense nei Caraibi meridionali, definendolo un tentativo di controllare la regione piuttosto che di combattere realmente il narcotraffico.
All’inizio di questo mese gli Stati Uniti hanno inviato forze aeree e navali nel Mar dei Caraibi meridionale, in quella che la Casa Bianca ha definito parte di una campagna più ampia contro i gruppi di narcotrafficanti che operano in America Latina, in particolare quelli legati al Venezuela.
«Sappiamo che dietro questa fallita guerra internazionale alla droga si cela il vero obiettivo di controllare geopoliticamente l’America Latina per le sue risorse naturali e di smantellare i popoli organizzati, in modo che non possiamo seguire il nostro cammino sovrano», ha affermato il presidente boliviano, intervenendo in collegamento video al 13° Vertice straordinario dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America.
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Il leader della Paz ha inoltre invitato il governo degli Stati Uniti ad affrontare le cause profonde del narcotraffico in patria, esortandolo a ridurre la domanda interna di stupefacenti e a smantellare l’industria delle armi e la cultura superficiale che, a suo dire, sostiene il traffico di droga.
Arce ha inoltre condannato le ultime misure adottate da Washington contro il presidente venezuelano Nicolas Maduro, definendole un insulto alla sovranità regionale e un attacco diretto a un leader eletto democraticamente.
Il mese scorso, l’amministrazione statunitense ha ampliato la repressione definendo il Cartel de los Soles, con sede in Venezuela, un’organizzazione criminale, sostenendo che è guidato personalmente da Maduro e comprende altri alti funzionari del suo governo e dell’esercito.
Maduro, incriminato per reati federali legati alla droga da un tribunale statunitense nel 2020, durante il primo mandato di Trump, ha sempre negato le accuse, definendole politicamente motivate e parte della più ampia campagna di Washington per rovesciare il suo governo.
All’inizio di questo mese, le tensioni sono aumentate ulteriormente dopo che i dipartimenti di Giustizia e di Stato degli Stati Uniti hanno annunciato il raddoppio della ricompensa per informazioni che portino all’arresto di Maduro, portandola a 50 milioni di dollari, affermando al contempo che il leader venezuelano starebbe collaborando con i cartelli Tren de Aragua e Sinaloa.
Come riportato da Renovatio 21, Trump da mesi annuncia l’impiego delle forze speciali USA per operazioni cinetiche contro i cartelli messicani.
Il governo di Arce l’anno passato aveva sventato un tentato golpe militare.
Il Paese in questi anni si è avvicinato ai BRICS e all’uso della valuta cinese yuan (allontanandosi dal dollaro). La Paz due anni fa ha tagliato le relazioni diplomatiche con Israele.
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Immagine di Vice Presidency of the State via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic