Droga

Trump dirige l’esercito verso operazioni cinetiche contro i cartelli della droga

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Il presidente statunitense  Donaldo J. Trump ha emesso una nuova direttiva che autorizza il dipartimento della Difesa (DoD) a condurre operazioni militari dirette contro alcuni cartelli della droga latinoamericani designati come Organizzazioni Terroristiche Estere (FTO). Lo riporta il New York Times.

 

La manovra presidenziale rappresenta un’importante escalation nella strategia anti-cartello dell’amministrazione, che va oltre il supporto alle forze dell’ordine e all’intelligence, per concentrarsi su missioni offensive di tipo cinetico.

 

Come riportato da Renovatio 21, mesi fa si era diffusa la voce secondo cui Trump voleva «scatenare» le forze speciali americane contro i narcocartelli messicani, responsabili in parte della continua strage degli oppioidi che uccide più di 100 mila cittadini statunitensi all’anno. Trump aveva quindi mantenuto la promessa di designare i cartelli come entità terroriste.

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Secondo fonti vicine alla questione, la direttiva fornisce una copertura legale per eventuali operazioni militari dirette degli Stati Uniti in mare e su suolo straniero, aggirando il tradizionale quadro normativo delle forze dell’ordine.

 

«Ciò segnala la continua volontà di Trump di utilizzare le forze militari per portare a termine quella che è stata principalmente considerata una responsabilità delle forze dell’ordine: frenare il flusso di fentanyl e di altre droghe illegali», ha scritto il New York Times nel suo reportage.

 

La mossa segue lo schieramento di truppe in servizio attivo e della Guardia Nazionale lungo il confine meridionale, l’espansione della sorveglianza tramite aerei da ricognizione e la designazione di diversi cartelli e bande come FTO (Frameworks Tokens), tra cui il Cartel de los Soles venezuelano, che l’amministrazione sostiene essere guidato da Nicolás Maduro. Giovedì, gli Stati Uniti hanno aumentato la taglia sulla cattura di Maduro a 50 milioni di dollari.

 

Di recente, il Dipartimento del Tesoro ha accusato il Cartel de los Soles di aver fornito supporto materiale al Tren de Aragua e al cartello di Sinaloa in Messico. Entrambi i cartelli sono stati designati come FTO (Foreign Terrorist Organisation), che secondo il dipartimento del Tesoro «minacciano la pace e la sicurezza degli Stati Uniti».

 

Si prevede che gli avvocati dell’amministrazione Trump, tra cui il nuovo consulente generale del Pentagono e il capo dell’Ufficio di consulenza legale del Dipartimento di Giustizia, dovranno affrontare i primi test per determinare quali operazioni siano legalmente ammissibili.

 

«La nuova direttiva di Trump sembra prevedere un approccio diverso, incentrato sulla cattura o l’uccisione diretta da parte delle forze statunitensi di persone coinvolte nel traffico di droga» scrive il NYT.

 

Da inizio anno dichiarazioni ed episodi hanno dimostrato che si stavano gettando le basi per questo tipo di autorizzazioni, tra cui missioni di cattura-uccisione, interdizioni marittime e incursioni transfrontaliere delle SOF contro obiettivi di alto valore.

 

L’obiettivo di Trump, ovvero i cartelli, è un’iniziativa che sembra inserita in un quadro strategico più ampio denominato «Difesa emisferica», volta a proteggere l’emisfero occidentale dalle bande criminali transnazionali e da Pechino.

 

L’obiettivo primario sarà quello di frammentare i nodi di comando e controllo dei cartelli per smantellare le reti di traffico di fentanyl, in particolare quelle che dipendono dalle spedizioni di precursori chimici provenienti dalla Cina (guerra ibrida) che uccidono con le overdosi 100.000 americani ogni anno – praticamente una delle prime cause di morte per la popolazione bianca USA. È probabile che prima dell’inizio dell’azione cinetica, il Tesoro USA eserciti una maggiore pressione finanziaria su questi cartelli per smantellare le loro reti finanziarie.

 

Se attuata, questa direttiva segna un importante cambiamento dottrinale per gli Stati Uniti, al fine di garantire la sicurezza dell’emisfero occidentale in un mondo che si sta frammentando in un pericoloso stato bipolare. Vi è il rischio che questa azione possa innescare ricadute diplomatiche con il Messico e altri Paesi limitrofi.

 

Un altro rischio è che i cartelli possano reagire con attacchi asimmetrici contro personale, edifici diplomatici o infrastrutture statunitensi: in pratica, i narcos potrebbero divenire narcoterroristi a tutti gli effetti.

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Nel frattempo, non è chiaro come il Messico reagirà alle incursioni. La connivenza delle alte sfere politiche con i cartelli è talmente forte che la politica ufficiale contro i potentati della droga del governo del precedente presidente Andres Manuel Lopez Obrador (AMLO) era «abrazos, no balazos», cioè «abbracci, non pallottole». La nuova presidente Claudia Sheinbaum, del medesimo partito Movimiento de Regeneración Nacional («Movimento Rigenerazione Nazionale», detto per lo più Morena) è considerata in continuità totale con AMLO.

 

A febbraio, la Sheinbaum aveva accettato di schierare 10.000 soldati per contrastare il contrabbando di fentanyl e contribuire a contenere gli attraversamenti illegali delle frontiere. Nello stesso mese, il Messico ha estradato negli Stati Uniti 29 sospettati di appartenere al cartello.

 

La presidente, nominata in continuità con il predecessore Lopez-Obrador, è una scienziata del clima ebrea, in passato accusata di aver demolito una chiesa. Particolare attenzione ha destato la cerimonia pagana per l’entrata in carica a Città del Messico.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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