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Geoingegneria sui cieli dell’Artico: ecco le «scie chimiche» di Soros

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Dopo Bill Gates, un altro controverso miliardario intende utilizzare la geoingegneria per «risolvere» il supposto problema del Cambiamento Climatico.

 

Senza tanta pudicizia, l’oscuro finanziere che distrusse la lira e la sterlina (e il baht tailandese, e il ringit malese…) è salito sul palco della Conferenza sulla Sicurezza di Monaco di pochi giorni fa per parlare del rischio esistenziale che il cambiamento climatico rappresenta per la civiltà umana. Il Soros ha qui definito il suo metodo preferito per affrontare il problema del clima: creare nuvole sopra l’Artico per riflettere l’energia del sole mandandole lontano dalle calotte glaciali che si sciolgono.

 

L’idea è quella nota della «geoingegneria solare»: spruzzare sostanze aerosolizzate nella stratosfera per riflettere la luce solare dall’atmosfera terrestre. Più o meno quello che da anni nel gergo del sottobosco di chi non si beve tutte le storie del mainstream si chiamano «scie chimiche», i cui cultori sono ritenuti scriteriati complottisti, talvolta pure a ragione.

 

«Siamo pericolosamente vicini a superare il limite di 1,5 gradi fissato dall’accordo di Parigi nel 2015», ha detto Soros durante il suo discorso durato una quarantina di minuti. «Siamo già a 1,2 gradi, e se manteniamo il nostro corso attuale, il riscaldamento globale raggiungerà più di 2,5 gradi intorno al 2070».

 

Soros ha poi presentato un video di sei minuti intitolato «Refreeze the Arctic to Save Civilization», ovvero «ri-congela l’Artico per salvare la Civiltà». Il video promuove l’idea di «ricongelare» l’Artico utilizzando un processo chiamato schiarimento delle nuvole marine, una delle tecniche considerate dalla geoingegneria sociale.

 

Il finanziere magiaro ha citato il modello di geoingegneria solare proposta da David King, ex capo consulente scientifico del Regno Unito, volta a creare nuvole bianche per duplicare la capacità riflettente del ghiaccio nel cielo. Sebbene l’iniezione di materia aerosolizzate nell’atmosfera possa ridurre il riscaldamento climatico, potrebbe anche danneggiare lo strato di ozono e abbassare drasticamente le temperature, determinando condizioni meteorologiche imprevedibili, secondo uno studio del 2021.

 

Le particelle di aerosol non rimangono nell’atmosfera per più di un anno, il che richiede che vengano continuamente mantenute, il che potrebbe portare a temperature ancora più calde se il processo dovesse interrompersi, ha detto alla CNN Raymond Pierrehumbert, professore di fisica all’Università di Oxford.

 

«Con adeguate salvaguardie scientifiche e in consultazione con le comunità indigene locali», ha continuato il Soros, «questo progetto potrebbe aiutare a ristabilire il sistema climatico artico che governa l’intero sistema climatico globale». Il riferimento è probabilmente agli esperimenti di oscuramento del Sole finanziati da Gates in Svezia, bloccati infine anche per l’opposizione dei Saami, una delle popolazioni indigene lapponi.

 

Nel suo discorso monacense, Soros ha inoltre invitato la Banca Mondiale, il cui ex presidente David Malpass è stato accusato di essere un «negazionista» del Cambiamento Climatico, ad aumentare i finanziamenti internazionali per combattere l’aumento del riscaldamento globale. Malpass si è dimesso dalla Banca Mondiale appena il giorno prima del discorso climatico di Soros alla Conferenza di Monaco.

 

«Il messaggio è chiaro: l’interferenza umana ha distrutto un sistema precedentemente stabile», ha continuato il nonagenario megaspeculatore, «e l’ingegnosità umana, sia locale che internazionale, sarà necessaria per ripristinarlo».

 

 

La geoingegneria è un termine generico per vari metodi teorici per alterare l’assetto climatico naturale del pianeta, tuttavia solitamente è usato per riferirsi a metodi che coinvolgono spargimento via aerei di sostanze aerosolizzate che riducono la quantità di luce solare che colpisce la Terra.

 

Un tempo considerato una mera speculazione da complottisti scappati di casa, la geoingegneria è oggi uno degli argomenti di punta nella scienza e nella politica del clima. Come riportato da Renovatio 21, uno dei principali scienziati coinvolti in esperimenti concreti, il professore harvardiano David Keith, ha rivendicato in un lungo editoriale sul New York Times la necessità della geoingegneria solare, ammettendo che essa potrebbe costare montagne di morti causati dalla ricaduta sulla terra delle sostanza chimiche spruzzate in cielo per oscurare il sole.

 

«Le morti per inquinamento atmosferico dovute allo zolfo aggiunto nell’aria sarebbero più che compensate dalla diminuzione del numero di morti per caldo estremo, che sarebbe da 10 a 100 volte maggiore» scriveva il professor Keith indicando il suo calcolo utilitaristico.

 

Tuttavia, non tutti sono d’accordo che bloccare la luce solare per rallentare il riscaldamento in determinate  sia la cosa migliore da fare: un po’ come per i vaccini COVID (che, secondo la metafora, sono un volo su un aereo che viene costruito dopo il decollo) qualcuno osa pensare a reazioni avverse anche riguardo la modificazione artificiale della nostra atmosfera, con studi che suggeriscono orribili effetti collaterali, dall’alterazione della stagione degli uragani alla devastazione dell’Amazzonia a devastanti morie dei raccolti. Qualcuno sostiene l’idea che una volta avviata la geoingegneria, essa potrebbe non essere più fermata.

 

La geoingegneria è stata al centro della conversazione sulla politica climatica nelle ultime settimane e la sua esistenza è più controversa che mai. In un rapporto pubblicato lunedì, gli esperti delle Nazioni Unite hanno frenato l’idea di eseguire effettivamente quella che è nota come modifica della radiazione solare, o SRM, una serie di tecniche per bloccare il sole per rallentare il riscaldamento, raccomandando ulteriori ricerche sull’argomento.

 

Come riportato da Renovatio 21, di recente è emerso che una startup privata ha cercato di lanciare autonomamente la propria operazione di SRM.

 

Il trend è oramai inarrestabile. Coinvolge enti transnazionali, accademia, e miliardari vari.

 

Pochi giorni fa dozzine di scienziati hanno pubblicato una lettera aperta a sostegno di ulteriori ricerche sulla geoingegneria. L’elenco include alcuni grandi nomi della scienza del clima, tra cui James Hansen, che per primo ha suonato la campana sul cambiamento climatico davanti al Congresso nel 1988, oltre a diversi autori di rapporti dell’IPCC, il Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico dell’ONU.

 

La lettera degli scienziati è attenta a non approvare esplicitamente SRM, ma espone un caso per un ulteriore studio di queste possibili strategie: «man mano che gli impatti dei cambiamenti climatici crescono e diventano più tangibili, ci sarà una crescente pressione per ridurre il riscaldamento climatico utilizzando uno o più approcci SRM».

 

La proposta della ricongelazione dei poli terrestri spruzzando sostanze chimiche con centinaia jet militari era emersa ancora pochi mesi fa. Nella comunità scientifica, come è stato visibile ad un convegno sulla materia dell’American Geophysical Union  svoltosi a New Orleans nel 2021, vi è polarizzazione tra scienziati che chiedono a gran voce la geoingegneria sociale implementata sul pianeta senza se e senza ma e una porzione di studiosi che invece domandano la messa al bando totale dei progetti di oscuramento del sole.

 

Come riportato da Renovatio 21, la tecnologia per il controllo del clima ha una storia, per quanto non molto nota, molto concreta.

 

Soros si mette sulla scia di Bill Gates, quindi? I due si conoscono, e si sono frequentati in cene organizzate con altri ultramiliardari (Buffett, Rockefeller) a discutere di riduzione della popolazione umana. Insieme due anni fa hanno pure comprato un grande produttore di test COVID-19.

 

Tuttavia, tra Soros e Gates vi sono certe grosse differenze. Renovatio 21 ne ha discusso in un articolo di oramai quasi tre anni fa.

 

 

 

 

 

 

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