Famiglia

Famiglia il provetta: il padre della figlia è in realtà suo fratellastro

Pubblicato

il

Una lettera arrivata alla rivista americana The Atlantic rende conto della catastrofe che la produzione di bambini in provetta causa alla famiglia.

 

Il livello di oscenità è indicibile, tuttavia si tratta di situazioni allucinanti che sono all’ordine del giorno, in quanto rese possibili dalla tecnologia di riproduzione artificiale degli esseri umani.

 

Lori Gottlieb è la psicoterapeuta che tiene sulla prestigiosa (e goscista) magazine statunitense la rubrica «Dear Therapist»). Lo scorso 27 febbraio ha pubblicato la seguente lettera anonima.

 

Caro terapista,

Quando ho sposato mio marito, aveva due figli adulti e io non ne avevo. Entrambi volevamo avere un figlio insieme, ma mio marito ha subito una vasectomia dopo la nascita del suo secondo figlio, troppo tempo fa per annullare la procedura.

 

Non volevamo usare una banca del seme, quindi abbiamo chiesto al figlio di mio marito di essere il donatore. Abbiamo ritenuto che fosse la decisione migliore: nostro figlio avrebbe avuto i geni di mio marito e conoscevamo la salute, la personalità e l’intelligenza del mio figliastro. Ha accettato di aiutare.

 

Nostra figlia ora ha 30 anni. Come possiamo dirle che suo «padre» è suo nonno, suo «fratello» è suo padre, sua «sorella» è sua zia e suo «nipote» è il suo fratellastro?

 

Mio marito ed io siamo ansiosi, confusi e preoccupati di dirglielo. Anche questo è difficile per mio marito, perché vuole che nostra figlia sappia che sarà sempre e per sempre suo padre.

 

Grazie per ogni consiglio che hai da offrire.

 

Anonima

 

 

Il padre, in realtà è il nonno. Il fratello, in realtà è il padre. La madre, in realtà, è anche la matrigna del padre, cioè del fratello.

 

Capite il caos rivoltante. Capite perché la tragedia greca a casi simili faceva corrispondere maledizioni in grado di distruggere stirpi e città intere, di provocare guerra e distruzione.

 

La famiglia del mondo moderno si compone grazie alla volontà di potenza biotecnologica, con nessun rispetto per i ruoli conosciuti nella storia dell’umanità, sempre ben definiti, di padre, madre, figlio. Senza nessun rispetto per la legge naturale.

 

Il problema è che non finisce qui. Già si sono avuti casi come quello del figlio gay che si fabbrica un figlio in provetta e lo fa crescere nel grembo di sua madre: suo figlio è anche suo fratello, il bambino artificiale è nipote e figlio della stessa donna.

 

Ci sono, inoltre i casi di uteri trapiantati dalla madre alle figlia. I transgender da anni rivendicano la possibilità di impiantare un utero da una donna (viva? Morta?) a un uomo transessuale. C’è stato anche il caso del chirurgo indiano che l’anno scorso ha cercato di mettere incinta un trans. La Bioetica è, ovviamente, d’accordo.

 

Con la gametogenesi, cioè la creazione di cellule sessuali (spermatozoi e ovuli) a partire da cellule somatiche qualsiasi, un uomo potrà diventare «padre» e un altro uomo la «madre», una «donna» potrà diventare «padre» creando dalle sue cellule uno spermatozoo, e poi magari si avrà anche l’incrocio per cui il «padre» è una donna e la «madre» un uomo.

 

Ribadiamo: tutto questo è a portata, gli esperimenti sui roditori, come segnalato da Renovatio 21, hanno già funzionato.

 

Aggiungete l’arrivo dell’ectogenesi – cioè di quell’utero artificiale che il boss dell’utero in affitto ucraino prevede essere disponibile tra 5 e 7 anni – e avete capito che la questione della sessualità come mezzo riproduttivo e della famiglia come luogo della vita è bello che finito. È il sogno ultimo della dottrina gender: un mondo senza generi, senza sesso, soprattutto senza famiglia.

 

«Se la riproduzione della specie venisse rimpiazzata dalla riproduzione artificiale, i bambini nascerebbero uguali di entrambi i sessi, o indipendenti da questo fattore» (…) la tirannia della famiglia biologica sarebbe finalmente spezzata» scriveva nel libro Dialectics of Sex (1970) la pensatrice femminista Shulamith Firestone.

 

«Il tabù dell’incesto – scriveva ancora la Firestone – attualmente serve solo a preservare la famiglia: se ci sbarazzassimo della famiglia ci sbarazzeremmo anche delle repressioni che vedono la sessualità posta in formazioni specifiche».

 

La Firestone si dice terminò la sua vita di lotta con la schizofrenia morendo nel suo appartamento, dove fu trovata in stato di decomposizione dal padrone di casa presumibilmente un mese dopo la morte, avvenuta nel 2012. Nessuno pare si fosse preoccupato per lei, nessuno si era peritato di vedere come stava. Non aveva coniugi, né figli. Non aveva famiglia.

 

È un’immagine plastica di quello a cui può assomigliare una società senza famiglia: tutti ridotti a individui senza vere relazioni, gratificati però da «diritti» alle perversioni di ogni genere, ad effimeri godimenti materiali, sessuali, pseudo-artistici, finto-spirituali. Stipendio e sadomaso, arte contemporanea e yoga…

 

Il mondo, da tanto tempo, sta andando nella direzione descritta dalla Firestone. Nessuno pare rendersi conto davvero della cosa, né avere contezza della maledizione che può abbattersi sull’umanità con questo abominio senza fine.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Più popolari

Exit mobile version