Geopolitica

Etiopia e Tigrè firmano un accordo per cessare le ostilità

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Dopo diverse settimane di negoziati sull’Unione africana sotto la supervisione dell’ex presidente nigeriano Olusegun Obasanjo, il 2 novembre il governo etiope e il Fronte di Liberazione del Popolo del Tigrè (TPLF) hanno firmato un «Accordo per una pace duratura attraverso la cessazione permanente delle ostilità».

 

Nel documento concordato è scritto che «le parti si impegnano e dichiarano una cessazione immediata e permanente delle ostilità e si impegnano a disimpegnare le forze o i gruppi armati sotto il loro controllo».

 

La «Cessazione permanente di ogni forma di ostilità» include tra le altre cose «la cessazione degli atti di violenza palesi e nascosti; posa di mine; sabotaggio; attacchi aerei; atti di violenza diretti o indiretti».

 

Tra guerra e carestia, milioni di etiopi sono morti, o stanno morendo, e il capo negoziatore del Fronte di Liberazione Popolare del Tigrè Getachew Reda ha affermato che migliaia di combattenti e civili sono morti proprio nella ripresa degli intensi combattimenti degli ultimi giorni.

 

Il primo ministro etiope Abiy Ahmed ha chiesto aiuti internazionali per la ricostruzione nel Tigrè, nel nord, dove si è svolta la maggior parte dei combattimenti.

 

Come riportato da Renovatio 21, il caos dilagato in Etiopia potrebbe aver avuto determinati padrini geopolitici stranieri e soggetti internazionali che vi hanno lucrato non poco: tutto va considerato nell’ottica dell’enantiodromia su suolo africano tra il vecchio potere USA e quello rampante della Repubblica Popolare Cinese, più interessata che mai a continuare il recente dominio stabilito sul Continente Nero.

 

Il contrasto tra il TPLF e lo Stato etiope aveva portato anche a speciose accuse contro l’attuale direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, già ministro della Salute etiope ed ex dirigente del TPLF, che il capo di Stato maggiore generale Berhanu è arrivato ad accusare addirittura di traffico d’armi.

 

L’Etiopia è altresì interessata da un conflitto strisciante con il vicino Egitto a causa di una diga che Addis Abbeba vuole porre sul Nilo. Secondo alcuni analisti, tale frizione potrebbe sfociare in una vera e propria guerra, la prima che può chiamarsi apertamente come guerra per l’acqua.

 

Come riportato da Renovatio 21, la guerra civile ha avuto come effetto collaterale la quasi cancellazione del cristianesimo dal Tigrè.

 

 

 

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