Cervello

Dispositivo che legge il cervello degli utenti, Facebook apparentemente sta abbandonando i piani

Pubblicato

il

 

 

 

 

La ricerca di Facebook per un dispositivo per la lettura della mente dei suoi consumatori sarebbe per ora terminata. Alcuni scienziati hanno affermato che comunque non sarebbe mai stato possibile. Lo scrive il MIT Technology Review, rivista del prestigioso Politecnico bostoniano.

 

Facebook non è l’unica azienda Big Tech che lavora per entrare direttamente, materialmente, nella nostra testa. Ricordiamo la famosa interfaccia cerebrale di Elon Musk, Neuralink, che sta specializzandosi su come cucire migliaia di elettrodi nel cervello delle persone, e  ha già mostrato esperimenti su scimmie e suini.

 

Giorni dopo l’annuncio del patron di Tesla e SpaceX, Facebook aveva annunciato che il suo reparto segreto, chiamato «Edificio 8», stava tentando di costruire un auricolare o una fascia per la testa che consentisse alle persone di inviare messaggi di testo pensando, digitandoli con una banda di ben 100 parole al minuto.

 

Facebook non è l’unica azienda Big Tech che lavora per entrare direttamente, materialmente, nella nostra testa. : la famosa interfaccia cerebrale di Elon Musk, Neuralink, che sta specializzandosi su come cucire migliaia di elettrodi nel cervello delle persone, e  ha già mostrato esperimenti su scimmie e suini

L’obiettivo dell’azienda era un’interfaccia a mani libere che chiunque potesse utilizzare nella realtà virtuale, dove Facebook possiede il marchio Oculus, popolare nel mondo degli appassionati di VR.

 

«E se potessi digitare direttamente dal tuo cervello?» aveva detto Regina Dugan, un ex ufficiale della DARPA (misterioso e finanziatissimo ramo ricerca e sviluppo dell’Esercito USA), allora a capo della divisione hardware dell’Edificio 8.

 

«Sembra impossibile, ma è più vicino di quanto pensi» ha dichiarato la ex scienziata militare USA ora in forza all’azienda di Zuckerberg, delle cui relazioni profonde, ab origine, con il Pentagono Renovatio 21 ha pubblicato un denso articolo.

 

Facebook avrebbe quindi poc’anzi detto che sta accantonando il progetto, affermando che la lettura del cervello rimane ancora molto lontana.

 

In un post sul blog, Facebook ha affermato che sta interrompendo il progetto e si concentrerà invece su un controller da polso sperimentale per la realtà virtuale che legge i segnali muscolari nel braccio.

 

«Facebook ha condotto il progetto di digitalizzazione del cervello in un territorio inesplorato, tra cui il finanziamento di interventi chirurgici al cervello in un ospedale della California e la costruzione di prototipi di caschi che potrebbero sparare luce attraverso il cranio»

«Anche se crediamo ancora nel potenziale a lungo termine delle tecnologie ottiche [interfaccia cervello-computer] montate sulla testa, abbiamo deciso di concentrare i nostri sforzi immediati su un diverso approccio di interfaccia neurale che ha un percorso a breve termine sul mercato», ha dichiarato la società.

 

«Facebook ha condotto il progetto di digitalizzazione del cervello in un territorio inesplorato, tra cui il finanziamento di interventi chirurgici al cervello in un ospedale della California e la costruzione di prototipi di caschi che potrebbero sparare luce attraverso il cranio, e in duri dibattiti sull’opportunità o meno di accedere alle informazioni private sul cervello delle aziende tecnologiche» scrive Technology Review, senza lasciar trasparire timore alcuno.

 

Facebook finanzia operazioni chirurgiche al cervello?

 

Facebook sperimenta la manipolazione cerebrale attraverso luce sparata oltre le ossa della testa?

 

Sull’umorismo di Facebook che dibatte su privacy e uso dei dati dei suoi utenti – e comprendiamo che addirittura come miri a dati biologici inframentali – stendiamo un velo pietoso.

 

Data la orrenda reputazione di Facebook sulla privacy, la decisione di interrompere questa ricerca potrebbe avere il vantaggio di mettere una certa distanza tra l’azienda e le crescenti preoccupazioni sui «neurodiritti».

Le aziende vedono il software controllato dalla mente come un’enorme svolta, importante quanto il mouse del computer, l’interfaccia utente grafica o lo schermo a scorrimento. Inoltre, i ricercatori hanno già dimostrato che se posizionano gli elettrodi direttamente nel cervello per toccare i singoli neuroni, i risultati sono notevoli.

 

I pazienti paralizzati con tali «impianti» possono muovere abilmente i bracci robotici e giocare ai videogiochi o digitare tramite il controllo mentale.

 

L’obiettivo di Facebook era trasformare tali scoperte in una tecnologia di consumo che chiunque potesse utilizzare, il che significava un casco o un auricolare da indossare e da togliere. La società non ha mai avuto intenzione di realizzare un prodotto che richiedesse un intervento chirurgico al cervello, afferma uno degli scienziati coinvolto nella operazione, contraddicendo quanto scritto sopra dalla rivista del MIT che invece parla di finanziamenti ad ospedali californiani per la chirurgia cerebrale. 

 

In più, in questo apparente abbandono della tecnologia di lettura macchinale del pensiero, potrebbe esserci una questione di PR: data la orrenda reputazione di Facebook sulla privacy, la decisione di interrompere questa ricerca potrebbe avere il vantaggio di mettere una certa distanza tra l’azienda e le crescenti preoccupazioni sui «neurodiritti».

 

Dati i numerosi problemi normativi del gigante social, il CEO Mark Zuckerberg una volta aveva detto che l’ultima cosa che l’azienda dovrebbe fare è spaccare i crani. «Non voglio vedere le udienze del Congresso su questa cosa», aveva scherzato il giovine e pallido capo del colosso di Menlo Park.

 

«In effetti, con l’avanzare delle interfacce cervello-computer, ci sono nuove serie preoccupazioni. Cosa accadrebbe se le grandi aziende tecnologiche potessero conoscere i pensieri delle persone?»

«In effetti, con l’avanzare delle interfacce cervello-computer, ci sono nuove serie preoccupazioni. Cosa accadrebbe se le grandi aziende tecnologiche potessero conoscere i pensieri delle persone?» si chiede TR.

 

«In Cile, i legislatori stanno persino valutando un disegno di legge sui diritti umani per proteggere i dati sul cervello, il libero arbitrio e la privacy mentale dalle aziende tecnologiche». 

 

Facebook ora prevede di concentrarsi su una tecnologia acquisita a settembre 2019, quando ha acquistato una startup chiamata CTRL-Labs per oltre 500 milioni di dollari, una delle sue più grandi acquisizioni pubbliche dall’acquisizione di Oculus. 

 

Quest’azienda ha sviluppato un dispositivo da polso che cattura i segnali elettrici nei muscoli di una persona attraverso una tecnica nota come EMG. Questo può rilevare i gesti o capire quale dito si sta muovendo.

 

«In Cile, i legislatori stanno persino valutando un disegno di legge sui diritti umani per proteggere i dati sul cervello, il libero arbitrio e la privacy mentale dalle aziende tecnologiche»

Non è un’interfaccia cerebrale, ma potrebbe essere un modo più semplice per entrare nel mondo virtuale – in gergo, un metaverso – che Facebook sta costruendo con i suoi Google VR. 

 

La società afferma che ora prevede di rendere open-source il software sviluppato per la decodifica del cervello e fornire anche l’accesso a dispositivi prototipo, in modo che altri ricercatori possano trarre vantaggio dal suo lavoro.

 

«Abbiamo affrontato questi problemi chiave: se è possibile decodificare il discorso dall’attività cerebrale e quindi decodificarlo con un dispositivo ottico indossabile», afferma lo scienziato di Facebook coinvolto Mark Chevillet.

 

«Pensiamo che alla fine sarà possibile».

Ci chiediamo: quanto ancora dobbiamo apprendere prima di capire che Zuckerberg, forse, dobbiamo invece avere paura?

 

Come riportato da Renovatio 21, la preoccupazione riguardo questo mercato dei pensieri ha già allarmato qualche scienziato, che ora dice che è possibile che aziende come Facebook potrebbero «vendere i vostri pensieri al maggior offerente»,

 

Esiste in rete un’intera sottocultura che ritiene, più o meno scherzando, che Mark Zuckerberg sia un’androide, e produce meme, barzellette e video sulla questione.

 

 

Ci chiediamo: quanto ancora dobbiamo apprendere prima di capire che Zuckerberg, forse, dobbiamo invece avere paura?

 

 

 

Le origini militari di Facebook

 

Chip cerebrali, «venderanno i vostri pensieri al miglior offerente»

Elon Musk dice di avere una scimmia con il cervello collegato ai videogiochi

Chip nel cervello: Elon Musk mostra i primi risultati

Scimmia gioca a pong con il cervello: Elon Musk verso l’interfaccia cerebrale uomo-macchina

 

Più popolari

Exit mobile version