Persecuzioni

Un’altra statua distrutta all’interno di una chiesa dell’Alto Vicentino: Sant’Antonio e Gesù bambino decapitati

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Una statua di Sant’Antonio con Gesù bambino è stata distrutta ad Arsiero, in provincia di Vicenza. L’effige del Santo con il bambinello è stata trovata decapitata dentro alla Madonna degli Scalini, una frazione del comune pedemontano.

 

L’atto di vandalismo è accaduto lo stesso sabato attorno alle 18, e sarebbe stata «tenuta in parte nascosta dalla necessità, da parte dei carabinieri della locale stazione, di compiere le indagini, per individuare gli autori del raid» scrive Il Giornale di Vicenza

 

A quell’ora, «secondo le testimonianze, vicino al sagrato erano arrivati tre giovani, probabilmente di origine africana» continua il GdV. «Erano giunti fino a lì, con un paio di biciclette, poi abbandonate, risalendo il sentiero che parte dalla Pria, sull’Astico, dove avevano trascorso parte della giornata, per arrivare alla provinciale 350, dove si trova la fermata delle corriere per la pianura».

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«”Erano in tre, molto eccitati, e facevano baldoria, anche per attirare l’attenzione di alcune ragazze”, racconta un abitante. Nessuno ha poi assistito al seguito, anche se i sospetti degli inquirenti pare siano avvalorati da riprese video, con immagini ancora allo studio» scrive il quotidiano vicentino.

 

La chiesa era stata costruita dai capifamiglia del posto nel dopoguerra prestando la loro opera a turno e facendo offerte, per poi essere inaugurata il 13 dicembre 1959 dallo storico vescovo del vicentino, monsignor Carlo Zinato, noto peraltro per aver rilanciato il culto di Lorenzino da Marostica, bambino trovato cadavere nel 1485 e considerato martirizzato dai giudei di Bassano sino al Concilio Vaticano II.

Del sacrilegio ci si sarebbe accorti solo domenica mattina: «porta d’ingresso in parte forzata a spallate; distruzione della statua di Sant’Antonio con Bambino; suppellettili gettate a terra; un microfono strappato e, solo più tardi ritrovato, in un prato vicino; il tentativo di aprire la cassetta delle offerte per le candele; una vetrata dell’abside spaccata; un candeliere piegato; forzata anche la porta esterna della sacrestia».

 

Dappertutto si notano i segni di un vandalismo furioso. I danni alla statua in gesso di Sant’Antonio lo evidenziano ulteriormente: rimossa dall’altare laterale, è stata collocata tra due banchi all’ingresso della chiesa e decapitata, con la testa del santo e quella del Bambino Gesù staccate dal resto della scultura.

 

Essendo impossibile restaurarla, gli abitanti hanno decisa di comprarne una nuova.

 

Il sindaco sindaco Cristina Meneghini spera «che sia frutto di una bravata o di un dispetto». Tuttavia non si tratta di un caso isolata.

 

Una vicenda non dissimile si era avuto a Malo, sempre nell’Alto Vicentino: durante la notte tra martedì 18 e mercoledì 19 giugno 2024, dei vandali hanno forzato il cancello che protegge la scultura mariana situata al centro della scalinata che conduce al Santuario di Santa Libera, distruggendo l’opera donata tempo fa alla parrocchia. Questo atto di vandalismo rappresenta un’offesa a quello che è considerato Santuario diocesano della maternità.

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Nel 2023, a Valdastico si è verificato un furto della Madonnina di Forni, che non è mai stata recuperata.

 

Al di là delle possibili connessioni con questi casi, potrebbe trattarsi qui di una situazione non meno grave che dimostra l’odio etno-religiosodegli immigrati nei confronti degli autoctoni che li ospitano – ciò se fosse confermata la pista dei migranti facinorosi, che andrebbero puniti forse non solo con la remigrazione immediata.

 

Tuttavia non possiamo non ricordare – essendo Renovatio 21 l’unica realtà che prende seriamente la questione – che sempre nell’Alto Vicentino un anno fa fu trovato un misterioso feto conservato in un barattolo, nascosto in un cespuglio in aperta campagna.

 

Sono, qualsiasi sia la verità, atti che provengono da un’unica matrice anticristica e antiumana alla quale il mondo moderno, con la sua società «laica» etnicamente riprogrammata, deve la sua intima struttura.

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Immagine da Google maps
 

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