Geopolitica

Trump dice al presidente colombiano di «fare attenzione al suo culo»

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Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha attaccato duramente il suo omologo colombiano Gustavo Petro, mettendolo in guardia contro possibili ripercussioni per il traffico di cocaina che, secondo lui, sta arrivando in America.

 

Le affermazioni di Trump sono arrivate in risposta alle dichiarazioni di Petro sui sequestri di petroliere venezuelane effettuati dagli Stati Uniti, in cui il leader colombiano ha sostenuto che «tutto il Sud degli Stati Uniti» è stato edificato su territori sottratti ad altri, parlandoo di «invasione» di Texas e California e ha invitato gli USA a «restituire ciò che hanno rubato».

 

«È un tipo molto cattivo, molto cattivo, e deve stare attento perché produce cocaina e la spediscono negli Stati Uniti», ha dichiarato Trump lunedì dalla sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, rispondendo a una domanda di un giornalista sulle parole di Petro.

 

«Amiamo il popolo colombiano… ma il loro nuovo leader è un piantagrane, e farebbe meglio a stare attento al suo culo» («he’s gonna watch his ass»), ha proseguito Trump. Ha inoltre asserito che in Colombia esistono almeno tre grandi laboratori di cocaina e ha aggiunto che «farebbe meglio a chiuderle al più presto».

 

La Colombia è tradizionalmente un alleato stretto degli Stati Uniti in America Latina, ma i rapporti si sono raffreddati da quando Petro, primo presidente di sinistra del Paese, ha assunto la carica nel 2022. Le operazioni statunitensi contro il Venezuela, inclusi i sequestri di navi cisterna, hanno acuito le tensioni con Petro, che ha condannato tali interventi e avvertito contro un possibile coinvolgimento militare americano.

 

BREAKING: President Trump Blasts Venezuela and Colombia in Hard-Hitting Press Conference | AC14

 

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A settembre, il dipartimento di Stato USA ha annunciato la revoca del visto a Petro e l’amministrazione Trump ha poi imposto sanzioni alle autorità antidroga colombiane, misure che Bogotá ha definito di natura politica.

 

Un mese dopo, Petro ha accusato l’amministrazione Trump di aver bombardato un’imbarcazione colombiana che trasportava civili durante operazioni statunitensi contro presunti narcotrafficanti al largo della costa venezuelana.

 

Petro ha replicato alla retorica di Trump, respingendo le accuse sulla produzione di droga e sottolineando gli sforzi della Colombia per contrastare le coltivazioni illegali, pur riconoscendo che il Paese resta la principale origine della cocaina intercettata negli Stati Uniti.

 

Martedì la Colombia ha annunciato l’impiego di droni per distruggere le piantagioni di coca, abbandonando l’eradicazione manuale dopo il divieto di fumigazione aerea imposto nel 2015 per ragioni ambientali.

 

Washington critica da anni la scelta di Bogotá di sospendere le fumigazioni dall’alto. A settembre, gli Stati Uniti hanno inserito la Colombia in un elenco di Paesi che, secondo loro, non cooperano adeguatamente nella lotta alla droga – per la prima volta in quasi 30 anni – accusando il governo Petro di non fare abbastanza per contenere la produzione di cocaina.

 

Come riportato da Renovatio 21, tre giorni fa gli USA hanno tentato di razziare una terza petroliera vicino al Venezuela.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro, che avrebbe offerto ampie concessioni economiche agli USA per restare al potere, sarebbe stato oggetto di un tentativo di rapimento tramite il suo pilota personale.

 

Il Venezuela ha stigmatizzato il rinforzo militare come violazione della sovranità e tentativo di golpe. Il governo venezuelano starebbe cercando appoggio da Russia, Cina e Iran. Mosca ha di recente riaffermato la sua alleanza con Caracas, esprimendo pieno sostegno alla leadership del Paese nella difesa della propria integrità. Mosca ha accusato il mese scorso Washington di preparare il golpe in Venezuela.

 

Questa settimana le autorità statunitensi hanno sequestrato anche la petroliera Skipper al largo delle coste venezuelane, una nave cargo che secondo gli USA trasportava petrolio dal Venezuela e dall’Iran. Le autorità di Caracas hanno condannato l’operazione definendola «furto manifesto» e «pirateria navale criminale».

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, la Russia – da tempo alleata stretta del Venezuela – ha rinnovato pubblicamente il suo sostegno a Maduro. Secondo il Cremlino, il presidente Vladimir Putin «ha espresso solidarietà al popolo venezuelano e ha ribadito il proprio appoggio alla ferma determinazione del governo Maduro nel difendere la sovranità nazionale e gli interessi del Paese dalle ingerenze esterne». I due leader hanno inoltre confermato l’impegno a dare piena attuazione al trattato di partenariato strategico siglato a maggio.

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Trump nelle scorse settimane ha ammesso di aver autorizzato le operazioni CIA in Venezuela. Di piani CIA per uccidere il presidente venezuelano il ministro degli Interni del Paese aveva parlato lo scorso anno.

 

Come riportato da Renovatio 21, Maduro aveva denunciato l’anno scorso la presenza di mercenari americani e ucraini in Venezuela. «Gli UA finanziano Sodoma e Gomorra» aveva detto.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo corrono voci di una dichiarazione di guerra al Venezuela da parte della Casa Bianca, che tuttavia non si è ancora materializzata.

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Immagine di pubblico dominio CC0 via Flickr

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