Cina

Terremoto mortale colpisce ancora una volta la provincia cinese del Sichuan

Pubblicato

il

Lo scorso lunedì la provincia montuosa del Sichuan, nella Cina sudoccidentale, è stata colpita da potente terremoto di magnitudine 6,8.

 

La conta dei morti sarebbe di almeno 74 persone, con altri 26 dispersi al momento in cui viene pubblicato questo articolo. La popolosa provincia era già scossa dai problemi della siccità e dei lockdown zero-COVID imposti da Pechino.

 

L’epicentro è stato la contea di Luding nella parte Ovest del Sichian, a poco meno di 200 chilometri dalla capitale provinciale di Chengdu

 

I video pubblicati sui social media hanno mostrato la devastazione degli edifizi e smottamenti.

 

 


Il terremoto è stato avvertito anche nella megalopoli di Chengdu, i cui 21 milioni di abitanti, come riportato da Renovatio 21, stanno affrontando un nuovo lockdown dettato dalla politica sanitaria zero-COVID abbracciata per qualche motivo da Xi Jinping.

 

Come se ciò non bastasse, l’area metropolitana aveva già dovuto affrontare razionamenti di energia  a causa della siccità e delle ondate di caldo quest’estate.

 

Non è chiaro se le autorità cinesi consentano ai cittadini in lockdown di uscire dalle proprie abitazioni in caso di terremoto. Dopo aver visto il lockdown della primavera di Shanghai, la domanda potrebbe essere meno ironica di quel che si crede.

 

La forza della scossa è tale che anche i Panda, specialità del Sichuan che funge da arma diplomatica di Pechino, sono scappati fuori di casa.

 


Il Sichuan si trova su una faglia ed è considerata una delle aree terremotate più attive del paese.

 

Nel 2008, Chengdu è stata colpita da un devastante terremoto di magnitudo 8,2, che provocò oltre 69.000 morti.

 

L’aiuto che in quell’anno venne anche dall’Italia alle zone terremotata fu alla base della grottesca retorica filocinese (seguita anche da azioni politiche non di poco conto) che si respirava in Italia ad inizio 2020, quando ministri e perfino figure più in alto si precipitavano a emettere enigmatiche attestazioni di stima nei confronti della Cina, mentre qualcuno faceva circolare su internet video fake con borgate italiane in lockdown dove però dalle finestre si suonava l’inno della Repubblica Popolare Cinese.

 


Possiamo ricordare nitidamente l’eurodeputato televisivo grillino Dino Giarrusso, che nel  pieno primo lockdown (aprile 2020) mostrò in TV dei lavoretti di bambini cinesi filoitaliani.

 

E ora? Come si potranno aiutare i sichuanesi, se c’è il lockdown?

 

I medici e volontari italiani si sottoporranno al rischio dei famosi tamponi anali con cui i cinesi accoglievano in aeroporto gli stranieri, in ispecie i diplomatici americani?

 

 

Immagine screenshot da Twitter

 

 

Più popolari

Exit mobile version