Vaccini

Scienziato russo del vaccino Sputnik trovato strangolato in casa

Pubblicato

il

Un virologo russo che ha contribuito a sviluppare il vaccino COVID Sputnik V è stato trovato morto nel suo appartamento lo scorso giovedì.

 

Il dottor Andrej Botikov era uno dei 18 scienziati che hanno sviluppato presso l’Istituto Gamaleja il vaccino russo basato su tecnologia a vettore virale. Secondo quanto si apprende, è stato strangolato a morte con una cintura nella sua casa di via Rogova a Mosca. In precedenza alcune fonti avevano riferito che lo scienziato era sopravvissuto all’attacco.

 

L’autorità federale per le investigazioni dello Stato russo ha aperto un’inchiesta per omicidio. Secondo quanto scrive Newsweek, il Comitato Investigativo russo riterrebbe che «un uomo di 29 anni abbia strangolato lo scienziato con una cintura durante un disaccordo prima di fuggire dalla scena».

 

Secondo quanto riferito dalle autorità russe, il 29enne aggressore sarebbe stato già trovato e avrebbe confessato.

 

«La posizione dell’aggressore è stata stabilita in breve tempo. Durante l’interrogatorio, si è dichiarato colpevole ed è stato accusato» scrive una dichiarazione pubblicata dall’agenzia TASS. «L’imputato ha precedenti penali, essendo stato processato con l’accusa di aver commesso un reato grave. Nel prossimo futuro, l’indagine prevede di presentare una petizione al tribunale per porre l’imputato in custodia cautelare in attesa del processo», ha affermato il Comitato Investigativo.

 

Botikov aveva ricevuto un Ordine al merito per la patria da Vladimir Putin nel 2021 per il suo lavoro sul vaccino Sputnik V, che è stato il primo vaccino COVID-19 ad essere realizzato, battendo sul tempo i vaccini mRNA e a vettore virale occidentali. Putin aveva altresì fatto da «cavia» per un vaccino nasale sperimentale.

 

Come riportano alcune testimonianze pubblicate da Renovatio 21, l’assunzione del vaccino in Russia è stata resa facoltativa quasi per tutte le categorie e le percentuali di vaccinati sarebbero quindi molto basse. In alcune Repubbliche russe, come in Cecenia, tuttavia, l’obbligo è stato stringente; in Tatarstan si sarebbe arrivati a mettere i no-vax in manicomio.

 

La notizia del rapido lancio del vaccino ha contribuito alla subitanea riapertura della Russia, che ha subito meno restrizioni pandemiche di altri Paesi: in pratica, la sola esistenza del siero ha permesso a Putin di fare uscire il Paese dall’«incantesimo» che sembrava aver colpito il mondo intero – senza vaccino, nessun allentamento dei lockdown era possibile, pena l’accusa di cagionare una strage nella popolazione.

 

Lo Sputnik è un vaccino che utilizza la tecnologia a vettore virale, come l’AstraZeneca e il Johnson & Johnson. A causa di una evidente geopolitica dei vaccini che coincide più o meno con le linee di demarcazione della NATO, lo Sputnik non è riconosciuto negli USA e nella UE (dove domina il siero mRNA, che si scopre avere origini militari), tuttavia era disponibile in gran quantità nella Repubblica di San Marino. Grazie ad accordi bilaterali con lo Stato italiano, i sanmarinesi hanno comunque potuto avere il green pass anche con vaccinazione Sputnik.

 

Come molti altri vaccini COVID (e vari vaccini in generale), il processo di realizzazione dello Sputnik ha coinvolto linee cellulari da feto abortito, specificatamente le HEK-293. La questione morale della vaccinazione è stata discussa a più riprese dalla chiesa ortodossa, non solo russa, che ha mostrato posizioni contrastanti, con toni anche molto accesi.

 

 

 

 

 

 

Immagine di mos.ru via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)

 

 

Più popolari

Exit mobile version