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Riemerge un libro del cardinale Fernandez sull’orgasmo

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Un libro definito come sessualmente esplicito scritto nel 1998 dal cardinale Victor Manuel «Tucho» Fernandez è riemerso causando polemiche e vero proprio shock nel mondo cattolico conservatore e non solo quello. Il testo, scrive al capitolo 9, parla della «possibilità di raggiungere una sorta di orgasmo appagante nella nostra relazione con Dio», ma descrive fisicamente e metafisicamente l’orgasmo sessuale dell’uomo e donna con grande puntiglio.

 

«Dio può essere presente a quel livello della nostra esistenza, può essere presente anche quando due esseri umani si amano e raggiungono l’orgasmo; e quell’orgasmo, vissuto alla presenza di Dio, può essere anche un sublime atto di adorazione a Dio» è scritto.

 

Nel volume, l’attuale capo del Dicastero per la Dottrina della Fede confronta come «le particolarità degli uomini e delle donne nell’orgasmo si verificano in qualche modo anche nella relazione mistica con Dio». Secondo quanto riportato da LifeSite, che sostiene di aver ricevuto una copia del testo da una fonte attendibile, l’opera – scritta più di un quarto di secolo fa – minimizzerebbe anche la natura immorale dell’omosessualità.

 

Intitolata La Pasión mistica: espiritualidad y sensualidadPassione mistica: spiritualità e sensualità»), l’opera del porporato argentino – edita in lingua spagnola dall’editore Dabar ed elencata fra le sue opere pubblicate – si basa sui temi contenuti nella sua ulteriore scandalosa opera Guariscimi con la tua bocca: l’arte di baciare, un libro che il religioso connazionale di Bergoglio aveva dedicato al bacio.

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Secondo quanto riportato, in particolare i capitoli 7, 8 e 9 del libro riemerso conterrebbero contenenti materiale offensivo e sono intitolati rispettivamente: «Orgasmi maschili e femminili», «La strada verso l’orgasmo» e «Dio nell’orgasmo di coppia».

 

Il Fernandez, collegando la pienezza della spiritualità con l’esercizio del rapporto sessuale e dell’orgasmo, ha esaminato la questione «se questa esperienza mistica, in cui tutto l’essere è preso da Dio, se questa specie di “orgasmo mistico” viene vissuta da ciascuno secondo la sua sessualità».

 

Scrivendo in un linguaggio dettaglioso e sessualmente esplicito sull’atto e sul completamento del rapporto sessuale, il Fernandez ha applicato questo concetto alla relazione con Dio: «chiediamoci ora se queste particolarità dell’uomo e della donna nell’orgasmo ricorrono in qualche modo anche nel rapporto mistico con Dio. Potremmo dire che la donna, poiché è più ricettiva, è anche più disposta a lasciarsi prendere da Dio. È più aperta all’esperienza religiosa. Questo potrebbe essere il motivo per cui le donne predominano nelle chiese» scrive il monsignore, già strizzando l’occhio alla questione femminile nella chiesa (dove le donne-prete, dopo le benedizioni gay, potrebbero essere finalmente tra le riforme dietro l’angolo).

 

Nel capitolo 7, intitolato «Orgasmo masculino y femenino» dichiara, secondo la traduzione pubblicata dal sito Messa in Latino, che «a lei piacciono di più le carezze e i baci, e ha bisogno che l’uomo giochi un po’ prima di penetrarla. Ma lui, insomma, è più interessato alla vagina che al clitoride», mentre «al momento dell’orgasmo, lui di solito emette dei grugniti aggressivi; lei, invece, fa dei balbettii o dei sospiri infantili», assicura il consacrato. «Chiediamoci ora se queste particolarità dell’uomo e della donna nell’orgasmo si verificano in qualche modo anche nel rapporto mistico con Dio».

 

C’è una spiegazione scientifica a tutto questo: «non dimentichiamo che le donne hanno un ricco plesso venoso intorno alla vagina, che mantiene un buon flusso sanguigno dopo l’orgasmo. Ecco perché di solito è insaziabile». La parola «insaziabile», scritta in relazione con il sesso, mai l’avremo vista arrivare in un testo religioso, tanto più se scritto da un futuro capo della Propaganda Fidei.

 

Utilizzando il linguaggio del «dominio» e della «ricettività», il Fernandez scrive che «nell’esperienza mistica Dio tocca il centro più intimo dell’amore e del piacere, un centro dove non importa molto se siamo maschi o femmine». Un «centro» così sensuale, scrive il teologo, è quello in cui «siamo tutti ricettivi e viviamo un’esperienza in cui non siamo pienamente padroni di noi stessi», suggerendo che l’unione spirituale con Dio non può essere raggiunta mentre si è in pieno possesso delle proprie personali facoltà mentali.

 

L’argentino continua paragonando il «piacere sensuale» del completamento del rapporto sessuale all’unione spirituale che l’uomo ha con Dio, affermando inoltre che la contemplazione di Dio può essere trovata attraverso tutti i piaceri del mondo: «tutte le attrazioni di questo mondo dovrebbero elevarci, d’ora in poi, all’incontro con la fonte divina, per abbeverarsi a quella fonte inesauribile di bene e di bellezza».

 

Fernandez sembrava anche minimizzare il potere della grazia di Dio insieme alla necessità di conversione personale e castità. In un passaggio che chiude il capitolo 8, «La strada verso l’orgasmo», il monsignore discetta sull’incapacità della grazia divina di aiutare una persona a cessare gli atti di omosessualità: «ma questo non significa necessariamente che questa gioiosa esperienza dell’amore divino, se la realizzo, mi libererà da tutte le mie debolezze psicologiche. Ciò non significa, ad esempio, che un omosessuale smetterà necessariamente di essere omosessuale».

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«Non dimentichiamo che a livello ormonale e psicologico non esistono maschi e femmine puri» scrive Fernandez sul tema, ancora al capitolo 7, aggiungendo una considerazione aneddotica: «Carlo Carretto, un uomo dalle caratteristiche marcatamente maschili, racconta che nel suo incontro più bello con Dio si è sentito come una bambina fiduciosa».

 

La de-genderizzazione come elemento mistico viene quindi spiegata metafisicamente: «nell’esperienza mistica Dio tocca il centro più intimo dell’amore e del piacere, un centro in cui non ha molta importanza se siamo maschi o femmine. E in quel centro siamo tutti ricettivi e viviamo un’esperienza in cui non siamo pienamente padroni di noi stessi. Per questo motivo, gli scienziati sono soliti affermare che le differenze tra uomini e donne si sperimentano nella fase che precede l’orgasmo, ma non tanto nell’orgasmo stesso, dove le differenze tra femminile e maschile non sono più così chiare e sembrano scomparire».

 

Quindi, «nell’esperienza mistica colui che è eminentemente attivo è Dio. La creatura, sia essa maschio o femmina, si diletta a dipendere completamente dal Dio amante, a “lasciarsi amare”».

 

«Ricordiamo che la grazia di Dio può coesistere con le debolezze e anche con i peccati, quando c’è un condizionamento molto forte. In questi casi, la persona può fare cose oggettivamente peccaminose, senza essere colpevole e senza perdere la grazia di Dio o l’esperienza del suo amore».

 

Tale argomento, aggiunge il teologo sudamericano, rientra nei casi in cui esiste «la possibilità di raggiungere una sorta di orgasmo appagante nella nostra relazione con Dio, che non implica tanto alterazioni fisiche, ma semplicemente che Dio riesca a toccare l’anima nel centro corporeo del piacere, affinché si possa sperimentare una soddisfazione che abbraccia tutta la persona».

 

Seguono osservazioni su santità e sensualità: «alcuni santi hanno cominciato ad avere esperienze inebrianti di Dio poco dopo la loro conversione, o alla stessa conversione; altri, come Santa Teresa d’Avila, hanno raggiunto queste esperienze dopo molti anni di aridità spirituale. Santa Teresa di Lisieux, pur sentendosi teneramente amata da Dio, non ha mai avuto esperienze molto “sensuali” del suo amore, e sembra che abbia raggiunto una gioia traboccante e appassionata solo al momento della sua morte». Parrebbe che siamo arrivati dalle parti del noto tropo caro alla psicanalisi e alla letteratura decadente novecentesca dell’«orgasmo come piccola morte».

 

La questione è ribadita pure in quella che sembrerebbe una sorta di esortazione a pregustare durante la propria esistenza tale «piccola morte».

 

«Tutte le attrattive di questo mondo dovrebbero elevarci, d’ora in poi, all’incontro con la fonte divina, per abbeverarci a quella sorgente inesauribile di bene e di bellezza. Fare diversamente sarebbe come passare ottant’anni a sentire l’aroma di un cibo delizioso invece di sedersi a tavola e gustarlo felicemente. Ma, inoltre, aspettare la morte per fare l’esperienza di Dio va contro la logica dell’amore».

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Proseguendo, è scritto o che una relazione stile orgasmo con Dio «ci porta ad un’altra conseguenza importante: ci invita a scoprire che, se Dio può essere presente a quel livello della nostra esistenza, può essere presente anche quando due esseri umani si amano altro e raggiungere l’orgasmo; e quell’orgasmo, sperimentato alla presenza di Dio, può anche essere un sublime atto di adorazione a Dio».

 

«Dio ama la felicità dell’uomo; quindi, è anche un atto di culto a Dio vivere un momento di felicità», ha scritto Fernandez, senza chiarire se tale «felicità» debba essere lecita o naturale.

 

In un palese travisamento della Scrittura, Fernandez si è espresso in difesa dell’attività sessuale senza chiarimenti o specificazioni, affermando: «possiamo quindi dire che stiamo piacendo a Dio e lo adoriamo quando siamo in grado di godere dei piccoli e legittimi piaceri della vita. Quindi, non dobbiamo fuggire o nasconderci da Dio quando godiamo, perché è lui che “ha creato tutte le cose affinché potessimo goderne”» (1 Tim 6:17)

 

«Tutto questo si può dire anche del piacere sessuale, che è stato creato da Dio per la felicità dell’uomo (…) il piacere sessuale ha una particolare nobiltà al di sopra degli altri piaceri del corpo, perché il piacere sessuale è vissuto in due, è condiviso».

 

Come nota LifeSite, l’intero passaggio scritturale presenta in realtà un significato del tutto contraddittorio rispetto a quello suggerito dal cardinale, avvertendo di «non confidare nell’incertezza delle ricchezze» o nei piaceri della terra.

 

«Vediamo quindi che il piacere è anche qualcosa di religioso, perché “è un dono di Dio”. Pertanto, chi è in grado di godere della presenza di Dio, può più facilmente essere consapevole dell’amore di Dio e quindi aprirsi ad amare gli altri. Chi non riesce a godere dei piaceri della vita, perché non ama e non accetta se stesso, difficilmente potrà amare generosamente gli altri» continua il capitolo 9, «Dios en el orgasmo de la pareja» («Dio nell’orgasmo di coppia»).

 

Si tratta di una sorta di edonismo anche corporale che non pensavamo attinente alla religione cristiana, ma forse più ad un certo sensismo riscontrabile, ad esempio, in certe interpretazioni dell’islam, per esempio con la questione delle 72 vergini urì che attendono il martire in paradiso. Di fatto, ad un certo punto, una sorprendente citazione islamica compare anche nel libro di Monsignor Fernandez, quando scrive che «un venerabile teologo egiziano del XV secolo ha fatto la seguente lode a Dio: “Lode ad Allah, che stabilisce peni duri e dritti come lance per fare guerra alle vagine (Al Sonuouti)».

 

Equiparando il «piacere dell’orgasmo» alla perfezione spirituale e alla beatitudine, Fernandez ha scritto che «il piacere dell’orgasmo diventa un’anteprima della meravigliosa festa dell’amore che è il paradiso. Perché non c’è niente che anticipi il paradiso meglio di un atto di carità». Il paradiso, pare di capire, è quindi una dimensione orgasmica.

 

Secondo quanto riportato, l’autore del libro spiritual-erotico evita ogni menzione delle chiare linee guida della Chiesa sulla castità per quanto riguarda l’uso delle proprie funzioni sessuali, minimizzando la natura peccaminosa della masturbazione. Fernández ha invece affermato che la masturbazione è una forma di sesso sottratta al «suo scopo più prezioso», ma non ha fatto menzione della sua natura immorale.

 

Il quotidiano milanese La Verità ha riportato un passo con un’invocazione a Gesù che non ci sentiamo di ripubblicare, per non urtare la sensibilità dei lettori e non offendere ancora la nostra.

 

Damian Thompson, giornalista della testata inglese The Spectator, ha suggerito che questo scandalo segni «la crisi finale di questo pontificato». Thompson dice che a questo punto le dimissioni di Fernandez siano inevitabili. Ciò, immaginiamo tutti, non avverrà: perché la vergogna, in questo papato, è stata soppressa programmaticamente.

 

Certo, sapevamo che il Vaticano era arrivato al definitivo status di farsa. Ma che fosse una farsa a luci rosse, questo non era chiaro a tutti.

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Immagine screenshot da YouTube rielaborato

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