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Quattro ipotesi di obbligo vaccinale

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Ufficialmente la posizione di Draghi, supportata da Mattarella, è quella di spingere verso l’introduzione dell’obbligo vaccinale. Un obbligo morale, anzi, teologico visto lo sponsor di Bergoglio.

 

Tuttavia ci domandiamo: al Governo Draghi-Speranza conviene davvero tramutare il green pass in obbligo vaccinale oppure si tratta di un bluff per togliere lo spazio di manovra agli avversari domestici e farsi l’assicurazione sullo stato di emergenza?

 

Se pensiamo a come potrebbe funzionare l’obbligo vaccinale, possiamo fare alcune ipotesi.

 

Già, perché la domanda «come funzionerebbe l’obbligo vaccinale?» non è affatto banale. Se la sono posta Tito Boeri e Roberto Perotti su Repubblica del 4 settembre.

 

Come potrebbe funzionare l’obbligo vaccinale?

«Ma cosa vuol dire obbligo vaccinale? Il diavolo, come sempre, sta nei dettagli. Ce ne sono almeno due tipi, molto diversi tra loro: non distinguerli, come è avvenuto nel dibattito finora, rischia di essere molto pericoloso».

 

«C’è un obbligo vaccinale “assoluto”: tutti i cittadini sopra i 12 anni devono vaccinarsi, eccetto per ragioni mediche. E c’è un obbligo “relativo”: nessuno è obbligato a vaccinarsi, ma se si vuole svolgere una certa attività bisogna farlo. In Italia l’obbligo relativo esiste già per il personale sanitario».

 

«L’obbligo relativo ha una sua ratio di salute pubblica cogente, ed è di applicazione relativamente semplice: non ti vuoi vaccinare? Ok, ma il tuo datore di lavoro, lo Stato, ti lascia a casa senza stipendio: a te la scelta. In generale funziona, come abbiamo visto negli ospedali, perché lo Stato ha una leva forte: lo stipendio».

 

«L’obbligo assoluto è molto diverso. Non ti vuoi vaccinare? Lo Stato ti stana casa per casa e manda tre infermieri e tre carabinieri per un TSO per metterti un ago in un braccio. Ripetete questo per 10,6 milioni di volte (quanti sono i No Vax, attendisti, paurosi, insomma gli italiani sopra i 12 anni che non hanno ancora fatto almeno una dose di vaccino) e poi ancora per due (le dosi del vaccino), ogni anno perché il COVID sarà con noi a lungo. Semplicemente impensabile».



Ora, tralasciando il fatto che per Boeri e Perotti vaccinare casa per casa coi Carabinieri le persone sia da rifiutare non perché ripugnante, bensì perché non fattibile –dimostrando un’attitudine alla coercizione tipo quella dei bei tempi del totalitarismo – dobbiamo svolgere alcune considerazioni. 

 

Allo stato attuale gli scenari possibili sono 4. Proviamo a riassumerli uno per uno.

 

1)

Se esiste un obbligo, esiste anche una sanzione.

 

Se facciamo riferimento agli obblighi vaccinali vigenti per i minori, vediamo che la mancanza di vaccinazione obbligatoria non comporta l’esclusione dalla scuola dell’obbligo, ma una sanzione amministrativa che deve essere pagata dai genitori. Il lavoro è un diritto garantito dalla Costituzione – analogamente al diritto allo studio (che però è anche un dovere) – quindi il dovere di vaccinarsi per obbligo assoluto entrerebbe in contrasto con un diritto fondamentale.

Ipotesi sanzione: una persona che non volesse vaccinarsi, potrebbe pagare per sanare la sua posizione

 

Se seguissimo questo parallelo con la scuola dell’obbligo, otterremmo che l’obbligo vaccinale sarebbe violabile al prezzo di una sanzione. In altri termini, una persona che non volesse vaccinarsi, potrebbe pagare per sanare la sua posizione. In tal modo avremmo di fatto un green pass a pagamento. Analogamente a quanto avviene con l’obbligo vaccinale per i minori. 

 

È  evidente che questa  soluzione sarebbe, apparentemente, un autogol per il Governo: permetterebbe di non vaccinarsi pagando una sanzione. Meglio del green pass. Mica male, visto che ci sono già milioni di italiani che sono disposti a pagare i tamponi piuttosto che inocularsi il siero sperimentale.


2)

In un’altra ipotesi l’obbligo vaccinale sarebbe assoluto.

 

Certo, entrerebbe in contraddizione col diritto fondamentale al lavoro (ed altri diritti costituzionali come quelli legati alla libertà di movimento), ma sarebbe un problema aggirabile con la connivenza dei costituzionalisti e della magistratura. In tal caso di fatto avremmo un green pass senza possibilità di tampone, dove chi ne è sprovvisto pagherebbe una sanzione e non potrebbe comunque lavorare.

Seconda ipotesi: green pass senza tampone

 

Questo scenario eserciterebbe il massimo grado di pressione sul popolo italiano e garantirebbe al Governo la spremitura del maggior numero di vaccinazioni tra gli scettici, costretti per fame o per disperazione. La percentuale di vaccinati salirebbe al limite superiore raggiungibile.

 

Certo, il rischio sarebbe quello dell’eversione della minoranza che resistesse, spinta magari anche dalla fame. Un rischio questo, che –a meno che nel siero non stiano davvero mettendo dei nanorobot –non varrebbe nemmeno la pena di correre. Su un’eventuale reazione eversiva del Paese, il Governo cadrebbe. E potrebbe avere ripercussioni su altri Paesi dell’Unione Europea.

 

3)

Il terzo scenario è quello della coercizione casa per casa, dove il Governo userebbe la violenza fisica (oltre a quella piscologica e morale) contro i non vaccinati.

 

Terza ipotesi, coercizione casa per casa: potrebbe portare direttamente ad uno scontro civile tra forze armate e popolazione 

A maggior ragione questo scenario bolscevico potrebbe portare direttamente ad uno scontro civile tra forze armate e popolazione. Senza considerare che con probabilità le forze armate non basterebbero numericamente per gestire un contrasto di questa portata.

 

Nella storia operazioni di questa portata – anche avendone la forza numerica – sono state possibili in contesti in cui già vigeva una situazione di guerra totale, come nel caso della dittatura sovietica e nel Terzo Reich su vasta scala soltanto durante la Seconda Guerra Mondiale: i rastrellamenti di massa porta a porta su territorio tedesco furono possibili non prima del 1941.

 

4)

Continuare con l’attuale green pass ed estenderlo ad altre categorie  (quelle non coperte dalla rappresentanza sindacale CIGL, CISL, UIL).

 

 

Ora, quale di questi conviene al Governo?

 

Tenteremo di risponder a questa domanda nell’articolo di domani.

 

 

Gian Battista Airaghi

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