Vaccini

Prove tecniche di vaccino universale

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Scienziati americani e cinesi hanno sviluppato un nuovo vaccino nanoparticellare che potrebbe proteggere efficacemente i topi contro il virus dell’influenza A, secondo uno studio pubblicato lunedì negli Atti dell’Accademia Nazionale delle Scienze cinese.

Lo riporta l’agenzia stampa della Repubblica Popolare Cinese Xinhua.

 

Il vaccino a doppio strato a base di peptidi ha mostrato un forte potenziale contro i virus dell’influenza, fornendo un approccio allo sviluppo di vaccini universali contro l’influenza.

 

«A differenza dei vaccini antinfluenzali stagionali che devono essere aggiornati ogni anno e corrono i rischi di mismatching contro i ceppi influenzali pandemici, i vaccini antinfluenzali universali possono indurre una protezione ampia ed efficace contro un’ampia gamma di virus influenzali» scrive l’agenzia di Stato cinese, peraltro a ridosso del più grande scandalo vaccinale degli ultimi anni, consumatosi poc’anzi proprio nella Terra di Mezzo.

In pratica, si iniettano nanoparticelle per simulare l’aggressione del patogeno

 

I ricercatori della Georgia State University, della Georgia Institute of Technology, della Emory University e della cinese Henan Normal University hanno fatto ricorso ai peptidi, composti da due o più aminoacidi collegati in una catena.

 

«Le nanoparticelle imitano i segnali biologici dei virus e danno inizio a segnali di pericolo che attivano le risposte immunitarie, secondo lo studio». In pratica, si iniettano nanoparticelle per simulare l’aggressione del patogeno. Non mancheremo di sentire, nei prossimi giorni, l’opinione del dott. Stefano Monatanari e della dottoressa Antonietta Gatti, che delle nanopatologie sono esperti di fama internazionale.

 

«Ogni nanoparticella a doppio strato ha un nucleo costituito da peptidi derivati ​​dalla nucleoproteina (NP), una proteina influenzale interna che è stata trovata per produrre una protezione incrociata contro il virus dell’influenza inducendo la risposta immunitaria delle cellule T» continua il comunicato, che si fa anche un po’ criptico; «la nanoparticella ha anche un rivestimento esterno costituito da quattro peptidi dell’ectodominio della proteina A di M2 dell’influenza (M2e), un obiettivo promettente per i vaccini contro l’influenza universale. Le sequenze di M2e provenivano da ceppi di influenza umana, suina e aviaria».

 

«I ricercatori sino-americani anno scoperto che i topi che hanno ricevuto i vaccini contro le nanoparticelle sono sopravvissuti completamente a varie esposizioni al virus dell’influenza A, mentre tutti i topi che hanno ricevuto un placebo sono morti entro una settimana».

La corsa verso il vaccino universale, lungi da essere una chimera, è una realtà avanzata, con studi che spaziano fra i vari continenti.

 

«Il sistema immunitario adattivo include i linfociti B che mediano le risposte anticorpali ei linfociti T che mediano le risposte cellulari», ha detto Wang Baozhong, autore dello studio e professore associato presso l’Institute for Biomedical Sciences presso lo stato della Georgia.

 

Le nanoparticelle a doppio strato di peptidi vengono fornite mediante vaccinazione della pelle con un cerotto a microaghi solubile. Il cerotto a microaghi, secondo Wang, non è una siringa, ed è  indolore, termostabile e auto-applicabile.

 

Questo approccio vaccinale potrebbe anche essere usato per sviluppare vaccini per altri patogeni e cancri, ha detto Wang.

Di una cosa siamo certi: un «vaccino universale» chiamerà giocoforza un «obbligo universale».

 

La corsa verso il vaccino universale, lungi da essere una chimera, è una realtà avanzata, con studi che spaziano fra i vari continenti.

 

Di una cosa siamo certi: un «vaccino universale» chiamerà giocoforza un «obbligo universale».

 

Le campagne per le vaccinazioni antinfluenzali degli anziani, intanto, sono già partite.

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