Economia

Pisolini e ping pong: le aspettative folli della Generazione Z per il posto di lavoro

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La generazione Z, quella che comprende gli individui nati tra la metà degli anni Novanta e il 2010, sta affrontando il mondo del lavoro con pretese significative, se non grottesche. Lo riporta il New York Post.

 

Secondo un nuovo sondaggio di Resume.io, circa un americano su sei sotto i 28 anni non prenderebbe nemmeno in considerazione un lavoro che non preveda una nap zone, cioè un’area apposita per il riposino.

 

«È chiaro che la Generazione Z non ha remore a esprimere ciò che desidera dal mondo del lavoro odierno», ha affermato Amanda Augustine, career coach ed esperta di Resume.io, che ha intervistato 1.000 professionisti in tutto il paese. «Per molti, va oltre lo stipendio e l’assicurazione sanitaria».

 

Secondo quanto riportato, le pretese includono il pisolino, il giocare a il ping pong e passare il tempo con i cani.

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Il NY Post scrive che un membro della Generazione Z su cinque insiste per avere una «stanza dei divertimenti» con i giochi. Lo stesso numero si rifiuta categoricamente di lavorare in un luogo che non accetti animali domestici – un atteggiamento che fa apparire i millennial alla mano e i baby boomer praticamente spartani al confronto.

 

«Non aspettatevi che rimangano impressionati solo perché in ufficio c’è il kombucha alla spina» scrive il giornale neoeboraceno. «Un terzo della Generazione Z si aspetta snack e pranzo gratuiti come se fossero un diritto costituzionale. Anche in quel caso, molti preferirebbero non venire affatto. Un terzo intero afferma che una settimana lavorativa di quattro giorni non è negoziabile e uno su quattro desidera periodi sabbatici prolungati – per “crescita personale” o, diciamocelo, per girare il mondo».

 

«Questi non sono solo dei piacevoli extra; riflettono una visione in evoluzione del benessere», ha aggiunto l’Augustine, spiegando il più ampio cambiamento culturale, affermando che i lavoratori più giovani stanno «respingendo il vecchio modello di costante frenesia e esaurimento» in favore di qualcosa di più vivibile, o almeno più divertente e lanciando un avvertimento alle aziende che sperano di reclutare la prossima ondata di lavoratori: «le aziende che liquidano queste priorità come frivole potrebbero trovare sempre più difficile attrarre e trattenere i migliori talenti».

 

Per la cronaca, nonostante tutte le chiacchiere su divertimento e giochi, è riportato il benefit aziendale più gettonato per tutte le età resta il caro vecchio straordinario retribuito, che il 76% dei dipendenti definisce un must.

 

Situazioni di sfarzo lavorativo, con meditation room e bar interni sempre affollati, erano visibili a Twitter prima dell’arrivo di Elone Musk, con i dipendenti che caricavano video in cui sembravano mostrare che la loro giornata era dedicata a tutto tranne che al lavoro.

 

Day In The Life Of A Twitter Employee | Unreal!!

 

Il Musk provvide scatenando il più grande esperimento di management della storia umana, con il licenziamento dell’80% del personale. Risultato: il sito va molto meglio di prima.

 

La pigrizia della generazione Z è forse anche dovuta all’amara, forse per molti ancora inconscia, realizzazione del fatto che il sistema non ha davvero bisogno di loro, come di nessun’altra generazione di esseri umani.

 

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