Economia

Perché la Russia non è sola: parla un senatore di Mosca

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Il 10 aprile il canale TV cinese CGTN ha intervistato il senatore russo Konstantin Kosachev, vicepresidente della camera alta, del Consiglio della Federazione, e attualmente membro ed ex presidente della commissione per gli affari esteri del Consiglio della Federazione.

 

Kosachev ha affermato che, nonostante le continue sanzioni occidentali, Mosca non si sente isolata:

 

«So perfettamente che le Nazioni Unite sono composte da 193 paesi. So perfettamente che solo 40 paesi pianificano dure sanzioni contro la Russia, 40 paesi su 193 è… un quinto. Non è la comunità internazionale. Non è la maggioranza… E la Russia sicuramente non si arrenderà perché circa 40 paesi vedono il futuro del mondo in modo diverso».

 

In un articolo del giorno precedente, 10 aprile, esaminando i voti delle Nazioni Unite in cui si affermava che fossero state approvate espulsioni e condanne della Russia, il Washington Post osservava con preoccupazione che, a parte le sanzioni draconiane votate dall’Unione Europea come organismo, «solo sette paesi del mondo hanno sanzionato la Russia».

 

La mappa del mondo pubblicata dall’articolo ne mostrava solo sei e non li nominava, ma erano il Regno Unito, gli Stati Uniti, il Canada, l’Irlanda, il Giappone e l’Australia.

 

Questa combinazione di «Anglosfera» e UE costituisce il quinto o 40 paesi a cui fa riferimento Konstantin Kosachev.

 

Il Washington Post assicurava i suoi lettori che, sebbene questi Paesi siano una minoranza della popolazione mondiale e non dominino nemmeno il suo prodotto economico, essi hanno il controllo dominante delle sue finanze e del suo sistema monetario, «dal dollaro USA al la Society for Worldwide Interbank Financial Transactions con sede in Belgio».

 

Pertanto li ha proclamati in grado di isolare completamente l’economia russa.

 

Tuttavia, scrive EIR, «l’assalto a tutto campo di questa minoranza di 40 paesi alla credibilità, alla stabilità e al funzionamento essenziale del sistema finanziario internazionale, è una potente ragione per cui molti leader e collegi elettorali di altre Nazioni stanno ora cercando e discutendo un nuovo sistema monetario».

 

Come riportato da Renovatio 21, il sequestro delle riserve di valute della Banca Centrale Russa depositate presso banche estere è un misura senza precedenti, che il Financial Times ha definito come il primo vero atto ufficiale di Guerra economica della storia.

 

Secondo l’autorevole testata finanziaria, un ruolo principale in questo atto bellico di nuovo tipo lo avrebbe ricoperto l’attuale premier italiano Mario Draghi.

 

 

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