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Parassita dirotta il cervello del lupo per renderlo capo del branco

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I lupi diventano pronti a prendere il posto di leader di un branco quando vengono infettati dal parassita Toxoplasma gondii. Lo rivela una ricerca su questo incredibile organismo in grado di alterare la psiche e il corpo, anche dell’uomo.

 

Secondo lo studio l’infezione di T. Gondii può alterare il modello di comportamento dei lupi a tal punto che le dinamiche di un intero ecosistema possono essere cambiate radicalmente.

 

Il Toxoplasma gondii è noto per essere in grado di riprodursi solo nel corpo dei nostri gatti domestici, così come di altri felini. Tuttavia, esso può infettare la maggior parte degli animali a sangue caldo.

 

Nel caso degli esseri umani, può causare una malattia chiamata toxoplasmosi, che è particolarmente drammatica per le donne incinte, al punto che può compromettere orribilmente la gravidanza.

 

Sebbene tipicamente asintomatica, la malattia può addirittura essere fatale per un sistema immunitario indebolito. Secondo alcune stime, il 10% della popolazione americana lo è, mentre il 50% degli esseri umani di tutto il pianeta potrebbero essere aver avuto contatto con il parassita, in ispecie coloro che lavorano nella macellazione, nella veterinaria, e ovviamente gli amanti dei gatti.

 

È incredibile come questo parassita abbia inventato modi per massimizzare le possibilità della sua prole di tornare all’interno di un felino per riprodursi ancora. Questo è il motivo per cui questo parassita è considerato in grado di alterare, dirottare la mente dell’organismo ospite.

 

Precedenti studi hanno rivelato che, fenomeno parecchio controintuitivo, i ratti infettati dal parassita sono attratti dai gatti e dalla loro urina. Ciò rende più facile, per il felino, catturare e mangiare il roditore che ospita il parassita, che così torna nel suo habitat riproduttivo, l’apparato digerente del gatto.

 

Gli scienziati guidati dai biologi Connor Meyer e Kira Cassidy dello Yellowstone Wolf Project hanno studiato i dati comportamentali sui lupi, accumulati in 26 anni. Hanno anche analizzato i campioni di sangue di 229 lupi grigi (Canis lupus) e puma, che popolano l’area.

 

Si credeva che i lupi si infettassero occasionalmente dopo aver mangiato puma morti o ingerito feci di puma. Tuttavia, mentre stavano misurando il tasso di infezione con questo parassita, i ricercatori si sono imbattuti in due cose.

 

In primo luogo, quei lupi il cui territorio si sovrapponeva ai puma avevano maggiori probabilità di essere infettati da T. gondii. Ma c’era anche una conseguenza comportamentale. Hanno scoperto che tali lupi erano desiderosi di correre maggiori rischi.

 

Secondo la ricerca, i lupi infetti avevano 46 volte più probabilità di diventare capobranco, e 11 una probabilità 11 volte maggiore di lasciare il branco e controllare nuovi territori.

 

I lupi maschi infetti avevano una probabilità del 50% di lasciare il branco entro sei mesi (rispetto ai 21 mesi dei non infetti). Le femmine infette avevano una probabilità del 25% di lasciare il branco entro 30 mesi (rispetto ai 48 mesi per le non infette).

In pratica, l’individuo infetto diviene più spavaldo, coraggioso – virtù che ne possono fare un leader. È stato quindi ipotizzato che il T. gondii aumentasse i livelli di testosterone, innescando un maggior grado di aggressività e un potente desiderio di dominio, il tipo di tratti che un capobranco potrebbe richiedere.

 

Non solo. «A causa della struttura di vita di gruppo del branco di lupi grigi, i capibranco hanno un’influenza sproporzionata sui loro compagni di branco e sulle decisioni del gruppo. Se i lupi guida sono infettati da T. gondii e mostrano cambiamenti comportamentali… questo può creare una dinamica per cui il comportamento, innescato dal parassita in un lupo, influenza il resto dei lupi nel branco», afferma lo studio.

 

La conclusione che ne traggono gli scienziati è che un capobranco infetto sarebbe indotto a seguire l’odore dell’urina del puma, lasciando il resto dei lupi di fronte a un tasso potenzialmente maggiore di infezione da T. gondii. Pertanto, incredibile, un intero ecosistema potrebbe essere colpito da un minuscolo parassita.

 

Non è la prima volta che il Toxoplasma Gondii ingenera ricerche stupefacenti.

 

Come riportato da Renovatio 21, negli scorsi anni è emerso uno studio per cui il T. gondii potrebbe anche cambiare l’aspetto fisico degli esseri umani – addirittura migliorandolo.

 

«L’infezione da T. gondii può produrre cambiamenti nella simmetria facciale dei suoi ospiti attraverso cambiamenti nelle variabili endocrinologiche come i livelli di testosterone», scrivono i ricercatori dopo uno studio massivo sugli studenti dell’Università Nazionale Autonoma del Messico. «Questi cambiamenti, sia nel sistema endocrinologico che nella simmetria facciale, alla fine gioverebbero alla diffusione del parassita aumentando l’attrattiva dei suoi ospiti».

 

È stato quindi rilevato che gli infetti T. gondii tendevano ad avere facce più simmetriche, e la simmetria del volto è comunemente associata alla bellezza; studi precedenti sugli esseri umani avevano dimostrato che gli infetti avevano anche livelli di testosterone più elevati.

 

Gli scienziati hanno cercato di spiegare il fenomeno dicendo che le persone attraenti hanno maggiori probabilità di contrarre T. gondii poiché potrebbero impegnarsi in più attività sessuali, visto che il parassita può essere trasmesso sessualmente. Di fatto, i ricercatori hanno scoperto che i soggetti positivi al Toxoplasma riferivano di avere più partner sessuali.

 

Altre ricerche suggeriscono fenomeni ben più inquietanti. Uno studio del 2012 su 45 mila nuove madri aveva evidenziato che le donne infette dal T. Gondii possono avere maggiori probabilità di farsi del male o tentare il suicidio.

 

Il T. Gondii non è l’unico parassita in grado di comandare le azioni di organismi complessi. Vi sono parassiti spingono le formiche a esporsi sui rami degli alberi alti, per essere mangiate meglio dagli uccelli.

 

Altri fanno uscire le lumache in spazi aperti, con gli occhi rigonfi che pulsano, apparentemente per lo stesso motivo.

 

Altri parassiti ancora costringono le cavallette ad annegarsi in specchi d’acqua in modo che la prole acquatica dei vermi possa prosperare.

 

È facile, a questo punto pensare che uno scenario simil-apocalisse zombie è possibile. Specie se lasciamo libero il campo agli esperimenti Gain of Function. O se introduciamo in modo massivo nella nostra dieta insetti che possono ancora contenere parassiti simili, pronti ad evolversi per sfruttare e ferire il genere umano.

 

 

 

 

 

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