Oligarcato

Ologramma della regina Elisabetta per il giubileo

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Il Regno Unito ha festeggiato in questi giorno il giubileo della regina Elisabetta II, ossia i suoi 70 anni sul trono di Londra – il periodo di regno più lungo di tutta la storia monarchica inglese.

 

Tuttavia, a causa della sua età avanzata, la sovrana non è stata in grado di festeggiare tra i suoi sudditi.

 

Poco male: la regina ha comunque viaggiato per le strade tramite ologramma, che la ritraeva giovane in una storica carrozza d’oro risalente a oltre due secoli fa.

 

uidata da otto cavalli veri, l ‘«ologramma» conteneva filmati d’archivio di una giovane regina sorridente durante la sua cerimonia di incoronazione del 1953, che cavalcava fino a Buckingham Palace nella stessa carrozza reale, che da sempre è utilizzata per ogni processione di incoronazione sin da re Giorgio III che lo fece per la prima volta nel 1762.

 

Come ha sottolineato il sito americano di tecnologia Gizmodo, non era proprio un ologramma nel senso di una proiezione 3D completa come in un film di fantascienza anni ottanta, ma delle proiezioni ai lati della carrozza.

 

In ogni caso, se il giro in carrozza è insopportabile come dice la Regina, non c’è da stupirsi che abbia inviato un ologramma al suo posto.

 

Il risultato è un po’ inquietante. Personalmente, ci trasmette l’idea di un popolo suddito di una simulazione.

 

 

Gli ologramma si stanno affacciando alla politica mondiale da tempo.

 

Anche oltreoceano hanno valutato di «ologrammare» il presidente degli Stati Uniti d’America, come dichiarato dalla giornalista Sharyl Attkisson, la quale ha suggerito che la Casa Bianca potrebbe utilizzare la tecnologia degli ologrammi per aiutare Joe Biden a tenere discorsi pubblici.

 

A battere tutti sul tempo ci ha pensato il premier indiano Narendra Modi, che grazie alla tecnologia olografica in campagna elettorale è riuscito a tenere molteplici comizi simultaneamente in varie regioni dell’immenso subcontinente dell’India.

 

 

La tecnologia usata da Modi viene da un’azienda lombarda.

 

In questo labirinto di falsità e surrogati, dove anche antichi riti reali non sono nemmeno più interpretabili come rappresentazioni, tornano in mente le parole del sociologo francese Jacques Baudrillard in Simulacri e simulazione:

 

«Mentre la rappresentazione tenta di  assorbire la simulazione interpretandola come una falsa rappresentazione, la simulazione avvolge l’intero edificio della rappresentazione stessa come un simulacro. Tali sarebbero le fasi successive dell’immagine: è il riflesso di una realtà profonda; essa maschera e snatura una realtà profonda; maschera l’assenza di una realtà profonda; non ha alcuna relazione con alcuna realtà; è il suo puro simulacro».

 

 

Immagine screenshot da YouTube

 

 

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