Geopolitica
Netanyahu dice che Israele sta cercando accordi di pace con i Paesi arabi
Israele intende perseguire accordi di pace con i Paesi arabi una volta raggiunti i suoi obiettivi militari a Gaza e in Libano, ha dichiarato lunedì il primo ministro Benjamin Netanyahu al Parlamento del Paese, la Knesset.
Netanyahu ha fatto questa osservazione qualche giorno dopo che Israele ha lanciato una raffica di attacchi contro le strutture militari iraniane sabato, in rappresaglia per il bombardamento missilistico di Teheran contro lo Stato Ebraico all’inizio di questo mese. L’Iran ha citato una serie di omicidi di alti funzionari di Hezbollah, tra cui il leader di lunga data Hassan Nasrallah, come motivo dell’attacco.
«Il giorno dopo che Hamas non avrà più il controllo di Gaza e Hezbollah non siederà più sul nostro confine settentrionale, stiamo lavorando in questi giorni a piani per stabilizzare quei due fronti. Ma il giorno dopo include qualcos’altro di estrema importanza», ha detto Netanyahu ai legislatori.
Dopo aver raggiunto questi obiettivi, ha affermato, Israele continuerà gli sforzi di pace nella regione «con la firma degli storici Accordi di Abramo, al fine di raggiungere la pace con gli altri Paesi arabi».
«Questi Paesi e altri Paesi vedono molto bene i colpi che infliggiamo a coloro che ci attaccano, l’asse iraniano del male», ha aggiunto.
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Gli Accordi di Abramo, mediati dagli Stati Uniti e annunciati nel 2020, hanno normalizzato le relazioni di Israele con il Bahrein, gli Emirati Arabi Uniti e il Marocco.
Gli accordi, mediati dal presidente americano Donald Trump, cercavano di promuovere «relazioni amichevoli tra gli Stati», la fine della «radicalizzazione» e una «cultura di pace» attraverso il «dialogo interreligioso e interculturale».
Da allora, Israele, con il sostegno degli Stati Uniti, ha cercato di estendere gli accordi per includere altri Paesi del Medio Oriente, in particolare l’Arabia Saudita.
In un discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite a settembre, Netanyahu ha affermato che «un accordo di normalizzazione tra Arabia Saudita e Israele sembrava più vicino che mai» prima che scoppiasse la guerra con Hamas.
L’Arabia Saudita aveva quindi sospeso i piani per l’accordo di pace con lo Stato degli ebrei.
Come riportato da Renovatio 21, Riad, che prima dell’inizio dell’offensiva a Gaza era aperta a stringere legami più stretti con Israele, ora insiste sul fatto che qualsiasi patto diplomatico dipende dall’accettazione da parte di Israele di uno Stato palestinese, una prospettiva respinta dal governo di Netanyahu.
Nel frattempo, torna a circolare in Israele l’idea del «Grande Israele», in cui lo Stato Ebraico si estende nei Paesi limitrofi, inclusa parte dell’Arabia Saudita.
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Immagine di U.S. Embassy in Jerusalem via Flickr pubblicata su licenza CC BY 2.0