Geopolitica

Macron vuole togliere la Crimea alla Russia

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L’Ucraina deve riprendere il controllo su tutti i territori che un tempo possedeva, compresa la penisola russa di Crimea, ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron. Altrimenti non sarà possibile alcuna «pace duratura», ha affermato.

 

Il presidente ha espresso queste osservazioni giovedì in un’intervista alle emittenti TF2 e France 2, descrivendo senza mezzi termini la Russia come «avversario» della Francia. Allo stesso tempo, ha insistito sul fatto che Parigi non ha «fatto guerra alla Russia», ma si è limitata a «sostenere» Kiev nel conflitto.

 

«Certamente oggi la Russia è un avversario. Il regime del Cremlino è un avversario», ha affermato il Macron. «Stiamo facendo di tutto affinché possa mettere sotto controllo la Russia perché, vi dirò molto semplicemente, non c’è pace duratura se non c’è sovranità, senza un ritorno ai confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina, compresa la Crimea».

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Le ultime dichiarazioni del presidente francese hanno ricevuto una fredda accoglienza in Russia, con il portavoce del Cremlino Demetrio Peskov che ha affermato che a quanto pare Macron «non si preoccuperà di aumentare il livello del suo coinvolgimento» nelle ostilità tra Russia e Ucraina.

 

«Sì, è ovvio che la Russia è un avversario della Francia perché la Francia è già coinvolta nella guerra in Ucraina; partecipa indirettamente a questa guerra», ha detto Peskov ai giornalisti.

 

Il presidente francese ha recentemente prodotto dichiarazioni sempre più bellicose, confermando le osservazioni fatte alla fine di febbraio, secondo cui un potenziale dispiegamento di truppe NATO in Ucraina non può essere «escluso». Le osservazioni hanno suscitato un’ondata di smentite da parte degli altri membri del blocco guidato dagli Stati Uniti. In quest’ultima intervista, Macron si è rifiutato di approfondire la questione, sostenendo di voler mantenere «l’ambiguità strategica» e di avere «motivi per non essere preciso».

 

Le dichiarazioni di Macron fanno eco alla posizione più volte espressa dai massimi dirigenti ucraini, che hanno proclamato l’obiettivo di sottrarre alla Russia tutti i territori finiti nelle mani di Kiev dopo il crollo dell’Unione Sovietica.

 

La Crimea si staccò dall’Ucraina all’indomani del colpo di stato di Maidan del 2014 a Kiev, per ricongiungersi prontamente alla Russia dopo un referendum su tutta la penisola. Quest’anno sono emerse anche le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, con il tentativo fallito delle nuove autorità di Kiev di sopprimerle con la forza, provocando un conflitto durato anni nell’allora Donbass ucraino.

 

Le due repubbliche, così come le ex regioni ucraine di Zaporiggia e Kherson, sono state incorporate nella Russia alla fine del 2022, dopo che l’idea è stata sostenuta in modo schiacciante dalla popolazione locale in referendum tenuti separatamente in ciascun territorio. Mosca ha ripetutamente segnalato che la sua sovranità sulla Crimea e su qualsiasi altro territorio russo non è oggetto di negoziazione con nessuno.

 

Come riportato da Renovatio 21, nel frattempo, in Francia e presso qualche osservatore americano (interessato alla voce speculare che vi sarebbe su Michelle «Big Mike» Obama, impazza l’incredibile teoria per la quale la moglie di Macron sarebbe in realtà un uomo transessuale. Il tutto avviene mentre il presidente parigino ha spinto aborto in costituzione e lanciato la corsa del Paese verso la libera eutanasia.

 

Sul comportamento recente di Macron Renovatio 21 ha fatto qualche ipotesi di natura geodemonologica.

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A contraddire Macron è stato ieri il cancelliere tedesco Olaf Scholz, che ha annunciato ieri, con a fianco lo stesso presidente francese, che i Paesi che sostengono l’Ucraina non sono in guerra con la Russia. La dichiarazione è arrivata mentre i leader di Germania, Francia e Polonia si sono incontrati venerdì a Berlino per mostrare solidarietà dopo il loro recente disaccordo sul sostegno militare a Kiev.

 

Durante una conferenza stampa congiunta con il presidente francese Emmanuel Macron e il primo ministro polacco Donald Tusk, il cancelliere ha dichiarato che i Paesi sostengono fermamente l’Ucraina e che l’aiuto alleato continuerà «per tutto il tempo necessario».

 

«È anche chiaro che non siamo in guerra con la Russia», ha aggiunto Scholz.

 

La dichiarazione fa seguito ai disaccordi latenti tra Parigi e Berlino sulla possibile fornitura di missili a lungo raggio e sul dispiegamento di truppe sul terreno in Ucraina.

 

La cancelliera e il presidente francese si sono incontrati prima dei colloqui a tre di venerdì per chiarire le cose, dopo settimane in cui i due erano pubblicamente in disaccordo sulla loro strategia ucraina. I disaccordi latenti tra i due minacciavano di minare la cooperazione tra gli alleati.

 

Germania, Francia e Polonia sono tra i principali alleati dell’Ucraina. La Germania è diventata il secondo maggiore fornitore di aiuti militari dell’Ucraina dopo gli Stati Uniti e quest’anno sta intensificando il sostegno

 

Scholz ha finora rifiutato di inviare missili Taurus in Ucraina per evitare un ulteriore inasprimento del conflitto con la Russia. La Francia, d’altro canto, ha fornito missili da crociera SCALP-EG, che sono già utilizzati dall’Ucraina e sono più o meno equivalenti ai Taurus.

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Immagine di EU2023ES via Flickr pubblicata su licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0 Generic

 

 

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