Gender

L’Ungheria mantiene la promessa di vietare i gay pride

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Le autorità ungheresi hanno negato il permesso per una parata LGBTQ a Budapest, appellandosi per la prima volta alla recente legislazione volta a proteggere i bambini da influenze maligne.

 

In una dichiarazione rilasciata lunedì, la polizia di Budapest ha respinto la richiesta di un evento pro-LGBTQ previsto per questo fine settimana e sostenuto da cinque organizzazioni per i diritti umani, tra cui Amnesty International Ungheria. Hanno citato un recente emendamento che dà priorità al diritto dei bambini a uno «sviluppo fisico, mentale e morale adeguato» rispetto ad altre libertà.

 

Le autorità hanno agito sulla base di una legge adottata a marzo, che vieta gli eventi del Pride e autorizza l’uso della tecnologia di riconoscimento facciale per identificare i partecipanti, con possibili multe fino a 500 dollari. Ad aprile, il parlamento ungherese ha anche approvato un emendamento costituzionale che riconosce solo due generi – maschile e femminile – e definisce il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna.

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La legge è stata sostenuta dal primo ministro ungherese Viktor Orbán, un fervente critico delle «politiche woke». Pur sostenendo la legge che vieta gli eventi LGBTQ Pride, Orban ha affermato che è necessario proteggere i minori dalla “rete internazionale di genere” e dai “programmi dannosi” promossi dai burocrati di Bruxelles.

 

In risposta al divieto, 17 paesi dell’UE hanno rilasciato una dichiarazione congiunta affermando di essere «fortemente allarmati da questi sviluppi che sono contrari ai valori fondamentali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e del rispetto dei diritti umani», sollecitando nel contempo l’Ungheria a rivedere la legislazione.

 

Lunedì EurActiv ha riferito che l’ufficio della Presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha raccomandato privatamente ai commissari di non partecipare alla marcia del Pride, molto più numerosa, prevista per fine giugno a Budapest, per non «provocare» l’Ungheria. La Commissione Europea ha respinto il rapporto, affermando che von der Leyen «sostiene fermamente una vera Unione dell’Uguaglianza».

 

Come riportato da Renovatio 21, il mese scorso il Parlamento ungherese ha approvato un emendamento costituzionale che conferma il divieto di eventi pubblici LGBT precedentemente introdotto nel Paese.

 

La stretta sulle manifestazioni omotransessualista era stata largamente annunciata dal premier magiaro negli scorsi mesi.

 

Come riportato da Renovatio 21, lo scorso mese l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha lanciato l’allarme sulla recente legge ungherese che vieta gli eventi del pride, esortando il governo ad abrogarla.

 

Come riportato da Renovatio 21, Orban l’anno scorso aveva definito la UE come una «parodia dell’URSS». I suoi attacchi alle politiche di immigrazione di Bruxelles vanno avanti da anni, con il risultato di essere messo sotto accusa dai potentati UE per la questione dello «stato di diritto», espressione che, dopo la pandemia, in bocca a qualsiasi istituzione fa piuttosto ridere.

 

Come riportato da Renovatio 21, Orban è stato osteggiato fortemente dall’ambasciatore omosessuale americano a Budapest, che è arrivato a fare velate minacce contro il governo ungherese.

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Immagine di justinvandyke via Wikimedia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 2.0 Generic

 

 

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