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Lavrov dice che le parole di Bergoglio sono «non cristiane»

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Nella controversa intervista rilasciata alla rivista dei gesuiti America, Bergoglio si è spinto a parlare della guerra in Ucraina.

 

«Ho informazioni sulle crudeltà che vengono commesse», ha assicurato il Romano Pontefice argentino, che ricordiamo è anch’egli un gesuita. «È chiaro chi sto condannando. Non è necessario che metta nome e cognome. Quando parlo dell’Ucraina, parlo di un popolo martoriato, hai qualcuno che lo martirizza. Ho molte informazioni sulle truppe che invadono… in genere i più crudeli sono forse quelli della Russia, che tuttavia non sono della tradizione russa, come i ceceni e i buriati e così via. Certamente chi invade è lo Stato russo. Questo è molto chiaro».

 

La reazione dei russi è stata veloce: Maria Zakharova, portavoce degli Esteri di Mosca, ha commentato che «le parole del Papa sulla crudeltà dei ceceni e dei buriati non sono più una prova di russofobia, ma una perversione della verità».

 

Alexey Tsydenov, il governatore della Buriazia, repubblica ai confini della Mongolia i cui cittadini sono accusati di crudeltà da Francesco, ha espresso sconcerto: «sentire il Capo della Chiesa cattolica parlare della crudeltà di specifiche nazionalità, cioè i buriati e i ceceni, è a dir poco strano. I nostri soldati compiono il loro dovere con onore».

 

A questi commenti si è aggiunto il ministro degli Esteri Sergej Lavrov, il quale nella sua ultima conferenza stampa si è soffermato sull’incidente.

 

Per il capo della diplomazia russa, l’affermazione del pontefice secondo cui erano particolarmente inclini alla brutalità sul campo di battaglia era, ha detto Lavrov, «strana» e «non cristiana» e «certamente non ha aiutato la causa [della pace in Ucraina] e la reputazione della Santa Sede».

 

C’è da notare che il Vaticano voleva accreditarsi come mediatore tra le parti, un ruolo che ha potuto giocare nella storia, ma che ora, con le continue dichiarazioni improvvisate, imprevidenti e menzognere del papa – oltre che con le sue azioni profondamente malvagie, come si è visto riguardo ai sieri genici sperimentali – non è in alcun modo possibile.

 

Come riportato da Renovatio 21, a inizio conflitto abbiamo visto Bergoglio in udienza pubblica baciare una bandiera ucraina della «centuria», cioè di un gruppo che ha preso parte al golpe di Maidan con cui fu impiantato a Kiev un governo filoamericano nel 2014.

 

In varie occasioni il papa è sembrato tuttavia cercare l’appoggio anche della Russia, facendo dichiarazioni «aperturiste» impossibili ora ai leader occidentali, e arrivando a fare una visita a sorpresa all’ambasciatore russo presso la Santa Sede.

 

Bergoglio aveva poi proceduto ad una stramba consacrazione, che seguiva di poche le parole del Segretario di Stato Cardinale Parolin sul necessario uso delle armi, dette nel momento in cui i Paesi NATO avevano cominciato a rifornire Kiev di armamenti anche pesanti.

 

Come discusso su Renovatio 21, è bizzarro e sospetto l’atteggiamento di Bergoglio riguardo alla Russia e alla questione di Fatima.

 

La storia ricorda come i gesuiti furono banditi in vari Paesi d’Europa nel Settecento. Nel 1773 La Compagnia del Gesù fu quindi soppressa e dissolta per ordine di papa Clemente XIV. Tuttavia, i gesuiti sopravvissero nei territori cattolici dell’Impero Russo: la zarina Caterina II li protesse non concedendo l’exequatur al decreto papale con cui l’ordine veniva soppresso.

 

 

 

 

 

Immagine di President of Russia pubblicata su licenza Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0) 

 

 

 

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