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«La setta bergogliana procede verso la religione universale». Rito amazzonico, il commento di mons. Viganò

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L’arcivescovo Carlo Maria Viganò ha commentato la notizia dell’inizio della «fase sperimentale» della messa in «rito amazzonico» che pare essere stata decisa dai vertici del Sacro Palazzo.

 

Secondo la testata Vida Nueva Digital, «il rito amazzonico entrerà nella fase sperimentale – che durerà tre anni, fino al 2028 – alla fine del 2024».

 

«Il “rito amazzonico” partorito dalla mente di Bergoglio rappresenta un ulteriore passo verso il culto della “madre terra” inaugurato con l’idolo della Pachamama» ha scritto il prelato.

 

«La setta bergogliana procede a marce forzate verso la religione universale».

 

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Il rito amazzonico è una scaturigine del controverso Sinodo dell’Amazzonia del 2019. Il documento finale del Sinododi quell’anno chiedeva «un rito per i popoli nativi» che si baserebbe sulla loro «visione del mondo, tradizioni, simboli e riti originali che includano dimensioni trascendenti, comunitarie ed ecologiche».

 

Tra le numerose proposte che pervengono dal suo documento finale ci sono l’apertura dello stato clericale alle donne e l’ammissione degli uomini sposati al sacerdozio, nel tentativo di rendere la Chiesa più attraente per i cattolici della regione.

 

Il 4 ottobre 2019, durante una cerimonia tenutasi nei Giardini Vaticani prima dell’apertura del Sinodo amazzonico, Bergoglio ha benedetto l’effigie della dea pagana andino-amazzonica detta «Pachamama», un idolo pagano di divinità femminile presente nelle tremende religioni precolombiane.

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In seguito un fedele austriaco gettò nel Tevere le statue della Pachamama tenute nella chiesa della Traspontina in via della Conciliazione. Seguì il ritrovamento pressoché immediato (incredibile) da parte delle forze dell’ordine italiane, la reinstallazione degli idoli pagani nell’edificio sacro ai bordi del Vaticano e l’ancora più incredibile richiesta di perdono da parte del papa per le effigi della dea buttate nel Tevere.

 

Come riportato da Renovatio 21, curiosamente al World Economic Forum di Davos dello scorso gennaio si è avuto un momento inquietante quando sul palco è stata chiamata a «benedire» i potenti globali lì riunitisi uno sciamano-donna dell’Amazzonia.

 

Nel frattempo, parallelamente al rito amazzonico che si sta sviluppando in sordina, il Vaticano sta riflettendo su un altro rito inculturato, legato al paganesimo: si tratta del rito Maya, Maya proposto dai vescovi cattolici del Messico è ora all’esame del Dicastero per il Culto Divino.

 

Ci troviamo ancora una volta dinanzi a quello che Renovatio 21 a più riprese ha definito catto-paganesimo papaleadulterazione idolatrica se non demoniaca del rito spinta dallo stesso vertice del papato.

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Immagine screenshot da YouTube

 

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