Economia

Il Parlamento Europeo ha votato per cancellare i motori a combustione interna. Senza sapere come

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Il Parlamento Europeo ha votato per il divieto dei motori a combustione interna entro il 2035. Entro questa data sarà consentita solo la vendita di auto a emissioni zero.

 

La decisione è stata presa con 340 sì, 279 no e 21 astenuti. Una decisione politica così fondamentale è stata quindi presa con una magra maggioranza di voti. Il voto è vincolante ma l’esecutivo UE – la Commissione UE presieduta da Ursula Von der Leyen – potrebbe rivederlo nel 2026. Inoltre, come avviene sempre non è rappresentativo dei sentimenti nazionali. Ad esempio, tutti i partiti di governo italiani hanno votato contro.

 

L’economista italiano Michele Geraci ha commentato ironicamente «È sempre possibile che la scelta UE di vietare le auto a benzina entro il 2035 sia stata fatta sulla base di studi e analisi di accuratezza simile a quando la UE diceva che grazie alle sanzioni, l’export della Russia sarebbe crollato a $340mld. Poi è invece schizzato a $628».

 

 

Il già sottosegretario di governo ha condiviso su Twitter un’altra interessante considerazione statistica: «Il nostro modello da @climateinteract prevede che, anche con una totale transizione sui #VeicoliElettrici, il consumo di carbone aumenta proprio per la extra domanda di elettricità. Cala, però, il consumo di petrolio e l’effetto netto è una riduzione di 0.2 gradi, da 3.6 a 3.4»

 

 

Non è chiaro se vi sia già sul piatto una politica industriale pluridecennale da parte dell’Europa riguardo la transizione ai veicoli elettrici. Pare invece che l’Europa abbia gettato il cuore verde oltre l’ostacolo, senza nemmeno sapere come fare poi per andare a riprenderselo.

 

Ci riferiamo, ad esempio alla questione delle materie prime: ad esempio il litio, visto che le batterie a ioni di litio non hanno attualmente un’alternativa validata a livello tecnologico e di mercato. Ci si aspetterebbe, quindi, che Bruxelles si sia assicurata quantità sufficienti di litio per realizzare il suo titanico sforzo verso il verde – con partenariati con i Paesi produttori, con strategie con le grandi aziende minerarie, automobilistiche e di batterie, con piani geopolitici a medio-lungo termine.

 

Diciamo che non sembra proprio il caso. Come riportato da Renovatio 21, l’Europa si è spinta, anzi, a dichiarare «tossico per la riproduzione» il litio, di fatto mettendo a rischio i suoi stessi obiettivi di transizione energetica.

 

 

 

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